Riguardo all'immigrazione abbiamo già disquisito svariate volte all'interno delle pagine del Blog,
identificandola come uno degli assi portanti del processo di
globalizzazione. Un fenomeno in tutto e per tutto funzionale al
progetto di omologazione delle masse occidentali che non potrà mai
essere analizzato esaustivamente qualora l'analisi sia disancorata da
quella del colonialismo occidentale nei paesi del terzo mondo.
Fatta questa debita premessa occorre
sottolineare come in Italia, fatti salvi gli interessi del popolo,
sull'immigrazione selvaggia abbiano costruito le proprie fortune una
variegata pletora di soggetti della più svariata natura. Dal
bestiario politico....
che l'ha utilizzata a vario titolo per
la costruzione di facili carriere, alle Coop rosse e bianche che ne
hanno fatto un business più redditizio di quello della droga. Dalla
grande e piccola imprenditoria che l'ha usata come strumento principe
del dumping sociale abbassando oltre ogni decenza i salari e le
occasioni di lavoro degli italiani alle ONG che sostituendo gli
scafisti hanno rimpinguato a dismisura i propri conti e le loro
sovvenzioni. Dalla piccola malavita che ha rinfoltito le fila della
propria manovalanza ai fanatici dello stato di polizia che hanno
colto l'occasione per imporre più controlli, più telecamere, più
sorveglianza per tutti. E l'elenco potrebbe essere molto più lungo
se si avesse la pazienza di continuare.
In questi ultimi mesi però il sistema
basato sull'immigrazione selvaggia inizia a scricchiolare. Negli
ultimi anni agli immigrati di un tempo in cerca di lavoro (spesso
famiglie) si sono sostituiti i richiedenti asilo, ragazzoni di 20
anni (donne anziani e bambini sembrano spariti nel nulla) che
alloggiano ormai a tempo indeterminato un po' in tutti i comuni
d'Italia, bighellonando tutto il giorno (non potrebbero lavorare
neppure se volessero) assistiti e spesati attraverso una qualche
cooperativa. La funzione di dumping sociale sta venendo meno, la
spesa pubblica per foraggiare le cooperative lievita a dismisura e la
popolazione (sempre più populista) inizia a mugugnare, facendo sì
che i consensi del PD risultino in caduta libera.
Gentiloni ha tentato senza troppo
successo di mettere una toppa, scaricando sugli altri paesi europei
la colpa di non avere chiuso la porta di casa sua, ma ha ricevuto in
cambio solo qualche sberleffo. Scende allora in campo Tito Boeri,
parlando a nome di quell'Inps che non manderà in pensione gli
italiani prima dei 70 anni ed ha escluso dal diritto ad avere una
pensione tutti i giovani che mai potranno accumulare 41 anni di
contributi lavorando saltuariamente (quando va bene) a partire dai
25 anni. Scende in campo e sciorina cifre su cifre del passato,
giurando che se l'immigrazione selvaggia venisse fermata l'INPS non
sarebbe più in grado di pagare le pensioni perché deprivata dei
contributi che pagano gli immigrati.
Sveglia Tito, senza entrare nel merito della questione dove ci
sarebbe davvero tanto da dire, gli immigrati che eventualmente pagano
i contributi sono quelli arrivati nel passato con la famiglia, i
ragazzoni degli ultimi anni sono altra cosa e con i contributi non
hanno proprio nulla a che fare, a meno che bighellonare senza meta
sia diventato il mestiere del futuro, con tanto di busta paga e
contributi INPS, ma allora sparemmo farlo anche noi e la smetteremmo
di vivere in miseria.
2 commenti:
Ma se gli immigrati sono tutto questo ben di Dio come mai, nel resto dell'Europa, non li vuole nessuno, al punto da alzare barriere di filo spinato?
Sono gli altri che sono fessi a perdersi questa opportunità o siamo noi che siamo scemi?
Se crediamo a Tito Boeri quando da i numeri ritengo che tanto intelligenti non lo siamo...
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