mercoledì 5 luglio 2017

Arriva il CETA cugino del TTIP

Marco Cedolin

Allontanatosi da poco l'incubo del TTIP, grazie all'elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, già un nuovo mostro sta calando sulle teste dei cittadini italiani ed europei, sotto forma di un trattato commerciale internazionale che in questo caso non riguarda gli USA ma l'Europa ed il Canada.
In realtà il CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement) è già stato approvato dal Parlamento eurepeo nello scorso mese di febbraio e dovrebbe entrare in vigore il prossimo autunno in maniera provvisoria in attesa che lo ratifichino i singoli parlamenti nazionali.
Ma perché parlare di mostro riguardo ad un trattato di libero scambio e per quale ragione sarebbe opportuno contestarne l'approvazione?.....

Innanzitutto perché, come nel caso del TTIP, il CETA trae i propri maggiori vantaggi dall'abbattimento delle barriere non tariffarie, cioè tutte quelle regole che tutelano la salute e la sicurezza dei cittadini. Basti pensare che il Canada impiega nell'agricoltura 99 principi attivi proibiti nell'Unione Europea, fra i quali il glisofato ed il paraquat della Syngenta, solo per citare due fra gli erbicidi più tossici e pericolosi in circolazione.
Inoltre, sempre come sarebbe avvenuto con il TTIP, anche il CETA prevede la risoluzione delle controversie per mezzo di una sorta di "tribunale privato"che limita l'esercizio della sovranità nazionale e potenzialmente può rendere gli Stati sudditi degli interessi delle multinazionali.

Come se non bastasse, dopo la bocciatura del TTIP il CETA potrebbe rappresentare il cavallo di Troia che consentirebbe a tutte le multinazionali americane che hanno controllate candesi di far entrare dalla finestra tutto ciò che era stato chiuso fuori dalla porta. Al tempo stesso l'approvazione dell'accordo metterà seriamente in crisi il made in Italy, avendo riconosciuto solo 41 IG italiane su 811 ed affosando di fatto tutti gli sforzi fatti nell'ambito dei prodotti nazionali di origine controllata.
Senza dimenticare le ripercussioni che il CETA potrebbe avere nell'ambito dei servizi, laddove andrà a scontrarsi con la gestione pubblica della sanità, dell'istruzione e via discorrendo.

Insomma sarebbe auspicabile una maggiore sensibilizzazione dei cittadini, come sempre volutamente tenuti all'oscuro dalla stampa mainstream riguardo a quanto viene calato sopra la propria testa dalla democrazia, senza neppure premurarsi di chiedere il permesso.

Nessun commento: