sabato 29 febbraio 2020

Calma e gesso

Marco Cedolin


Ad una settimana dall’esplosione dell’epidemia di Coronavirus in Italia possiamo affermare senza tema di smentita di averne viste davvero di tutti i colori. Sullo sfondo dell’abnegazione con cui ha lavorato senza sosta (per molti versi eroicamente ) il personale sanitario delle zone maggiormente interessate dal contagio, il resto del sistema Paese è riuscito a dare veramente il peggio di sé.
La politica non è stata in grado di leggere la gravità e la complessità della situazione nella sua interezza, finendo per abbandonarsi ad una sterile fibrillazione. Litigi, contraddizioni, conflitti di potere e di competenze, hanno fatto da corollario a meschini tentativi d'imbastire proprio sull’emergenza virus l'asse portante d'improbabili campagne elettorali.
I virologi, pseudo virologi o comunque esperti nostrani sono andati in TV e sui giornali in ordine sparso, spesso contraddicendosi l'uno con l'altro, difendendo ciascuno la propria teoria, forti di una sicumera che non aveva ragione di esistere dal momento che il virus in questione è un qualcosa di nuovo anche per loro.
I media mainstream, già poco avvezzi a raccontare la realtà così come si manifesta, hanno perso di vista completamente quello che dovrebbe essere il loro ruolo, riuscendo a passare in pochi giorni dall'allarmismo più becero alla reticenza squallida di un giornale di regime….

giovedì 27 febbraio 2020

Fragili come il cristallo

Marco Cedolin


Se c’è una cosa che l’epidemia di Coronavirus che stiamo vivendo ha dimostrato inequivocabilmente, a prescindere da come la si pensi riguardo alla pericolosità del virus, questa è l’estrema fragilità della nostra società globalizzata che si nutre esclusivamente di crescita e sviluppo.
Qualora si verificasse un evento catastrofico di un certo peso, non mi riferisco alla caduta di un meteorite ma ad eventualità molto più concrete come una pandemia ad alto indice di mortalità, l'esplosione di una centrale o di una bomba nucleare, un terremoto di notevole intensità che colpisca aree altamente urbanizzate o qualsiasi altro disastro sui generis, la sensazione preponderante è quella che non esistano gli anticorpi per farvi fronte e riuscire a sopravvivere….

martedì 25 febbraio 2020

Con il Virus in poppa

Marco Cedolin


In soli tre giorni le vittime del Coronavirus sono passate da una a sette, il numero dei contagiati è salito da 16  a 230 portandoci al terzo posto nel mondo, una quindicina di paesi sono isolati dal resto d’Italia e oltre 50 mila persone vivono in una piccola Wuhan padana dove ogni accesso è presidiato dalle forze di polizia. Ben 7 regioni, Lombardia, Veneto, Piemonte, Trentino, Liguria, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia hanno chiuso le scuole di ogni ordine e grado per una settimana insieme ai musei, sospeso ogni genere di evento comprese le messe e le competizioni sportive. In alcune di esse è stata disposta la chiusura di bar e locali notturni dalle 18,00 alle 6 del mattino, mentre i matrimoni ed i funerali potranno svolgersi solo “a porte chiuse”. I supermercati di alcune grandi città come Milano e Torino sono stati letteralmente svuotati da un'orda di clienti decisi a fare incetta di ogni genere di prima necessità, i metrò e le strade milanesi sono semideserti come in un film post apocalittico e dappertutto si respira paura. L’Italia dei “porti aperti come i culi" e della fissazione no borders inizia ad innalzare “muri” contro i propri connazionali, la Basilicata impone la quarantena per qualunque cittadino arrivi dal Nord e la Puglia sembra intenzionata a fare altrettanto. Il tutto mentre all’estero ci guardano con sempre crescente sospetto, respingono aerei ed autobus con a bordo i nostri turisti ed invitano i loro a non recarsi in Italia. La borsa crolla, l’economia promette di andare ancora più giù (nonostante sembrava non fosse possibile), l’OMS ci bacchetta ed un Presidente del Consiglio in fibrillazione, non sapendo più che pesci prendere, tenta di scaricare le colpe della politica su medici ed infermieri che combattono in prima linea e minaccia di avocare a sé i poteri delle regioni, in un delirio di onnipotenza privo di costrutto….

sabato 22 febbraio 2020

Carognavirus

Marco Cedolin


Puntualizziamo innanzitutto come allo stato attuale delle cose ciascuno di noi abbia molte più probabilità di morire a causa di un tumore o di una malattia cardiaca, di un incidente stradale o di un'infezione batterica ospedaliera, di quante ne abbia di defungere a causa del Coronavirus proveniente dalla Cina.
Detto ciò non si può negare che lo spettro di un virus pandemico sia qualcosa che terrorizza in profondità, vuoi perché riporta alla mente paure ancestrali legate alle grandi epidemie di peste e vaiolo del passato, piuttosto che al dramma dell’influenza spagnola che molti dei nostri nonni conobbero in gioventù, vuoi perché l'idea stessa di una pandemia con tutte le ripercussioni ad essa legate è un qualcosa di fronte a cui diventa impossibile non rabbrividire.
La paura rischia oltretutto di aumentare, quando si ha la netta sensazione che non ci abbiano raccontato tutta la verità e che le autorità e le strutture del Paese in cui viviamo siano del tutto inadeguate a far fronte ad un’emergenza di questo genere…..