martedì 4 luglio 2017

Cercasi immigrati per salvare l'INPS

Marco Cedolin

Riguardo all'immigrazione abbiamo già disquisito svariate volte all'interno delle pagine del Blog, identificandola come uno degli assi portanti del processo di globalizzazione. Un fenomeno in tutto e per tutto funzionale al progetto di omologazione delle masse occidentali che non potrà mai essere analizzato esaustivamente qualora l'analisi sia disancorata da quella del colonialismo occidentale nei paesi del terzo mondo.
Fatta questa debita premessa occorre sottolineare come in Italia, fatti salvi gli interessi del popolo, sull'immigrazione selvaggia abbiano costruito le proprie fortune una variegata pletora di soggetti della più svariata natura. Dal bestiario politico....

che l'ha utilizzata a vario titolo per la costruzione di facili carriere, alle Coop rosse e bianche che ne hanno fatto un business più redditizio di quello della droga. Dalla grande e piccola imprenditoria che l'ha usata come strumento principe del dumping sociale abbassando oltre ogni decenza i salari e le occasioni di lavoro degli italiani alle ONG che sostituendo gli scafisti hanno rimpinguato a dismisura i propri conti e le loro sovvenzioni. Dalla piccola malavita che ha rinfoltito le fila della propria manovalanza ai fanatici dello stato di polizia che hanno colto l'occasione per imporre più controlli, più telecamere, più sorveglianza per tutti. E l'elenco potrebbe essere molto più lungo se si avesse la pazienza di continuare.

In questi ultimi mesi però il sistema basato sull'immigrazione selvaggia inizia a scricchiolare. Negli ultimi anni agli immigrati di un tempo in cerca di lavoro (spesso famiglie) si sono sostituiti i richiedenti asilo, ragazzoni di 20 anni (donne anziani e bambini sembrano spariti nel nulla) che alloggiano ormai a tempo indeterminato un po' in tutti i comuni d'Italia, bighellonando tutto il giorno (non potrebbero lavorare neppure se volessero) assistiti e spesati attraverso una qualche cooperativa. La funzione di dumping sociale sta venendo meno, la spesa pubblica per foraggiare le cooperative lievita a dismisura e la popolazione (sempre più populista) inizia a mugugnare, facendo sì che i consensi del PD risultino in caduta libera.

Gentiloni ha tentato senza troppo successo di mettere una toppa, scaricando sugli altri paesi europei la colpa di non avere chiuso la porta di casa sua, ma ha ricevuto in cambio solo qualche sberleffo. Scende allora in campo Tito Boeri, parlando a nome di quell'Inps che non manderà in pensione gli italiani prima dei 70 anni ed ha escluso dal diritto ad avere una pensione tutti i giovani che mai potranno accumulare 41 anni di contributi lavorando saltuariamente (quando va bene) a partire dai 25 anni. Scende in campo e sciorina cifre su cifre del passato, giurando che se l'immigrazione selvaggia venisse fermata l'INPS non sarebbe più in grado di pagare le pensioni perché deprivata dei contributi che pagano gli immigrati.

Sveglia Tito, senza entrare nel merito della questione dove ci sarebbe davvero tanto da dire, gli immigrati che eventualmente pagano i contributi sono quelli arrivati nel passato con la famiglia, i ragazzoni degli ultimi anni sono altra cosa e con i contributi non hanno proprio nulla a che fare, a meno che bighellonare senza meta sia diventato il mestiere del futuro, con tanto di busta paga e contributi INPS, ma allora sparemmo farlo anche noi e la smetteremmo di vivere in miseria.

2 commenti:

maurizio_59 ha detto...


Ma se gli immigrati sono tutto questo ben di Dio come mai, nel resto dell'Europa, non li vuole nessuno, al punto da alzare barriere di filo spinato?

Sono gli altri che sono fessi a perdersi questa opportunità o siamo noi che siamo scemi?

marco cedolin ha detto...

Se crediamo a Tito Boeri quando da i numeri ritengo che tanto intelligenti non lo siamo...