James Damore, ingegnere di Google, viene licenziato in tronco dall'azienda e messo alla berlina sui media come sessista per avere diffuso sulla mailing list aziendale una lettera in cui sosteneva esistessero delle differenze biologiche fra gli uomini e le donne che rendevano gli uni e le altre più adatti o meno a determinati mestieri....
Un albergatore di Cervia è finito qualche giorno fa alla gogna mediatica e riceverà una denuncia dalla CGIL di Ravenna, per un sms nel quale educatamente diceva ad un aspirante cameriere "Mi dispiace Paolo ma non posso mettere ragazzi di colore in sala qui in Romagna la gente è molto indietro con mentalità scusami ma non posso farti venire giù ciao".
Un commerciante del vercellese è balzato alle cronache dei media mainstream in qualità di razzista per un messaggio privato su Facebook, nel quale discorrendo con un'aspirante commessa le suggeriva di togliere dal profilo del social le foto con il suo fidanzato di colore, perché lui e tanti come lui non si sarebbero fidati a lasciare la cassa del negozio ad una ragazza fidanzata con un africano.
A prescindere da come la si possa pensare in merito ai singoli fatti, si tratta in tutti e tre i casi di espressioni di libero pensiero (due delle quali di natura privata) portate educatamente, senza insulti e animosità. Ragionamenti che sono all'ordine del giorno in milioni di conversazioni al tavolino del bar, piuttosto che in pizzeria o alla scrivania dell'ufficio.
Il fatto che esprimere la propria opinione, quale che essa sia, stia diventando una pratica da evitare o da vivere con il terrore d'inciampare per sbaglio nella gogna del politicamente corretto che può rovinarti la vita, è un incubo orwelliano assai più preoccupante di quanto possano esserlo il sessismo o il razzismo, anche se quasi nessuno sembra rendersi conto di quanto sta accadendo.
Un albergatore di Cervia è finito qualche giorno fa alla gogna mediatica e riceverà una denuncia dalla CGIL di Ravenna, per un sms nel quale educatamente diceva ad un aspirante cameriere "Mi dispiace Paolo ma non posso mettere ragazzi di colore in sala qui in Romagna la gente è molto indietro con mentalità scusami ma non posso farti venire giù ciao".
Un commerciante del vercellese è balzato alle cronache dei media mainstream in qualità di razzista per un messaggio privato su Facebook, nel quale discorrendo con un'aspirante commessa le suggeriva di togliere dal profilo del social le foto con il suo fidanzato di colore, perché lui e tanti come lui non si sarebbero fidati a lasciare la cassa del negozio ad una ragazza fidanzata con un africano.
A prescindere da come la si possa pensare in merito ai singoli fatti, si tratta in tutti e tre i casi di espressioni di libero pensiero (due delle quali di natura privata) portate educatamente, senza insulti e animosità. Ragionamenti che sono all'ordine del giorno in milioni di conversazioni al tavolino del bar, piuttosto che in pizzeria o alla scrivania dell'ufficio.
Il fatto che esprimere la propria opinione, quale che essa sia, stia diventando una pratica da evitare o da vivere con il terrore d'inciampare per sbaglio nella gogna del politicamente corretto che può rovinarti la vita, è un incubo orwelliano assai più preoccupante di quanto possano esserlo il sessismo o il razzismo, anche se quasi nessuno sembra rendersi conto di quanto sta accadendo.
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