Per
anni abbiamo stigmatizzato con parole dure il feroce comportamento
delle "bestie" dell'ISIS, impegnate a distruggere statue e
monumenti antichi delle regioni sotto il loro controllo, dispensando
a pioggia la nostra indignazione e vantando il nostro status
(occidentale) di civiltà moralmente ed eticamente superiore.
Ma in
questi giorni proprio gli americani (moralmente superiori per
antonomasia anche all'interno del mondo occidentale) si scoprono
improvvisamente molto più vicini alle bestie dell'ISIS di quanto mai
avrebbero potuto supporre....
Abbattono
statute che fanno parte della loro storia, le prendono a calci e
sputi (quasi si trattasse di oggetti animati) le insultano e si
scontrano fra loro per distruggere o difendere le reliquie.
Come se
non bastasse le stesse autorità statunitensi (non il popolo
imbarbarito) stanno impegnadosi in un lavoro certosino di rimozione
di qualunque statua, targa o cimelio faccia riferimento ai
Confederati dell'epoca della guerra civile e quando la legge ne
impedisce la rimozione si accontentano di coprirli alla vista in
qualche maniera.
Una
nazione, qualsiasi nazione, è il risultato della propria storia,
dipanatasi attraverso momenti tragici e meno tragici che hanno
concorso a formarla così come è adesso. La pretesa di distruggere
la propria storia, laddove la si considera sgradita è un
atteggiamento demenziale, oltre che barbaro, sicuramente peggiore di
quello dell'ISIS, che non possedendo una storia distrugge quella
degli altri.
1 commento:
Grazie Marco, come sempre.
Combinazione avevo appena finito di leggere un altro post di Giampaolo Rossi riguardante la vicenda.
Il link, è questo:
http://blog.ilgiornale.it/rossi/2017/08/16/lultimo-sudista-e-lamerica-di-fine-stagione/
ciao buona giornata
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