Sono molte le creature mitologiche che popolano i voli pindarici dell'Istat e puntualmente trovano albergo presso il megafono istituzionale dei media mainstream, ma se dovessimo sceglierne una, più insulsa e priva di qualsivoglia significato, questa sarebbe senza dubbio la fiducia dei consumatori....
Scrive la Stampa "Sale l’indice del clima di fiducia dei consumatori: ad agosto passa da 106,9 a 110,8, rafforzando i segnali di miglioramento emersi nei mesi precedenti. Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori sono in aumento: il clima economico e quello personale passano, rispettivamente, da 123,1 a 128,1 e da 101,6 a 105,6; il clima corrente sale da 106,3 a 109,3 e il clima futuro aumenta da 108,4 a 114. I giudizi e le aspettative circa la situazione economica del Paese sono in miglioramento e contemporaneamente tornano a diminuire le aspettative sulla disoccupazione. Per quanto riguarda le opinioni sull’andamento dei prezzi al consumo, si rileva un aumento sia della quota di individui che ritengono i prezzi aumentati negli ultimi 12 mesi sia di quella di coloro che si aspettano un incremento nei prossimi 12 mesi."
Impossibile non domandarsi in quale delirio onirico gli analisti dell'Istat abbiano deciso di creare il clima economico, quello personale, quello corrente e perfino quello futuro. Una sequela senza fine di categorizzazioni assolutamente prive di senso, estrapolate alchemicamente attraverso numeri (a noi sconosciuti) privi di qualsiasi valenza, messi l'uno accanto all'altro con l'unico scopo di dimostrare una tesi assai improbabile: va tutto bene, si attende un miglioramento e un calo della disoccupazione.
Perché? Esiste forse qualche dato concreto a suffragare questa ipotesi strampalata? Sta cambiando qualcosa di significativo nel Paese reale ogni giorno più in ginocchio?
No, per nulla, ma sta crescendo la fiducia dei consumatori, quella cosa lì, invisibile per chiunque non lavori all'Istat, né grossa né piccola, colore cane che fugge, con qualche sfumatura di verde speranza, ma potrai vederla davvero in tutta la sua interezza non appena ti riuscirà di scorgere una luce in fondo al tunnel.
Scrive la Stampa "Sale l’indice del clima di fiducia dei consumatori: ad agosto passa da 106,9 a 110,8, rafforzando i segnali di miglioramento emersi nei mesi precedenti. Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori sono in aumento: il clima economico e quello personale passano, rispettivamente, da 123,1 a 128,1 e da 101,6 a 105,6; il clima corrente sale da 106,3 a 109,3 e il clima futuro aumenta da 108,4 a 114. I giudizi e le aspettative circa la situazione economica del Paese sono in miglioramento e contemporaneamente tornano a diminuire le aspettative sulla disoccupazione. Per quanto riguarda le opinioni sull’andamento dei prezzi al consumo, si rileva un aumento sia della quota di individui che ritengono i prezzi aumentati negli ultimi 12 mesi sia di quella di coloro che si aspettano un incremento nei prossimi 12 mesi."
Impossibile non domandarsi in quale delirio onirico gli analisti dell'Istat abbiano deciso di creare il clima economico, quello personale, quello corrente e perfino quello futuro. Una sequela senza fine di categorizzazioni assolutamente prive di senso, estrapolate alchemicamente attraverso numeri (a noi sconosciuti) privi di qualsiasi valenza, messi l'uno accanto all'altro con l'unico scopo di dimostrare una tesi assai improbabile: va tutto bene, si attende un miglioramento e un calo della disoccupazione.
Perché? Esiste forse qualche dato concreto a suffragare questa ipotesi strampalata? Sta cambiando qualcosa di significativo nel Paese reale ogni giorno più in ginocchio?
No, per nulla, ma sta crescendo la fiducia dei consumatori, quella cosa lì, invisibile per chiunque non lavori all'Istat, né grossa né piccola, colore cane che fugge, con qualche sfumatura di verde speranza, ma potrai vederla davvero in tutta la sua interezza non appena ti riuscirà di scorgere una luce in fondo al tunnel.
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