Marco Cedolin
Le urne si sono chiuse da appena 24 ore e già Silvio Berlusconi si è affrettato ad annunciare che “verranno tempi duri” ci “saranno momenti difficili” ed il futuro governo (probabilmente insieme a quello ombra di Walter Veltroni) sarà costretto ad approvare misure impopolari ma necessarie.
Con la chiusura dei seggi è dunque svanita come in una dissolvenza tutta la lunga sequela di fantasmagoriche promesse elettorali attraverso le quali i partiti politici sono riusciti a carpire il voto dei cittadini. Tagli delle tasse, aumenti dei salari, nuovi posti di lavoro, ripresa economica, incrementi delle pensioni, aiuti alle famiglie, riduzioni degli sprechi, miglioramento della giustizia, redistribuzione della ricchezza, nuove case per tutti, sono solo alcune delle “allucinazioni” vendute come buone dagli imbonitori di professione pur essendo già morte ancora prima di nascere.
Il bengodi prospettato alla vigilia del voto non è durato neppure un battito di ciglia e mentre le urne sono ancora calde già si scontra con una realtà dai contorni diametralmente opposti, fatta di tempi duri, momenti difficili, riforme impopolari.
A stupire non è la caducità di promesse talmente surreali da somigliare a veri e propri deliri onirici, che pure hanno ottenuto l’effetto voluto. Ciò che stupisce realmente è come Berlusconi possa prospettare “tempi duri” per quei cittadini che già oggi stanno vivendo tempi durissimi, senza riuscire ad arrivare a fine mese, con l’incubo del lavoro precario e con salari dal potere di acquisto in caduta libera. Pensare di rendere la vita degli italiani ancora più dura e difficile di quanto lo sia oggi, attraverso riforme impopolari, è un proposito talmente peregrino da rasentare l’assurdo. Affermarlo pubblicamente il giorno dopo le votazioni, mentre in campagna elettorale si è provveduto a vendere una marea di sogni, dimostra semplicemente che la vera assurdità consiste nell’illudersi che esista ancora una logica a muovere la politica.
1 commento:
Il problema è che le persone sembrano aver perso la volontà di pensare. Il responso delle urne conferma che gli italiani, sono più propensi a sognare che guardare la realtà. A questo punto quello che verrà gli starà solo bene, Chi è causa del suo mal pianga se stesso!!!
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