Marco Cedolin
Per il partito del TAV capitanato dalla Presidente della regione Piemonte Mercedes Bresso, dal sindaco di Torino Sergio Chiamparino e dal Presidente della provincia di Torino Antonio Saitta, la settimana che sta per concludersi è stata veramente nera che più nera non si può.
Domenica 30 marzo a Chiomonte, in quella Valle di Susa da loro presentata in Italia e in Europa come “convertita” alla logica dell’alta velocità, quasi 1500 persone di tutte le età si sono spese dedicando oltre a 15 euro alcune ore del proprio tempo e almeno un quarto d’ora di camminata in salita, per acquistare un metro quadrato dei terreni che dovrebbero essere oggetto dei futuri cantieri del TAV. All’inizio di giugno la stessa operazione con tutta probabilità si ripeterà con un’altra esaltante giornata di festa e partecipazione popolare che vedrà raddoppiare il numero di valsusini in “prima fila” e mettere sempre più a nudo la lunga sequela di bugie che Bresso, Chiamparino e Saitta hanno continuato in questi mesi a raccontare ai loro padroni di partito e ai cittadini italiani ed europei.
Giovedì 3 aprile Bresso, Chiamparino e Saitta, non paghi della figuraccia rimediata pochi giorni prima, avevano in programma di andare in Val di Susa ad Almese per parlare di TAV e sviluppo, nell’ambito della campagna elettorale del PD di Veltroni, ma anche per dimostrare che il vento in “Valle” è cambiato ed i cittadini sono più disponibili a parlare di alta velocità.
Se lo avessero fatto, anziché fermarsi in autostrada dinanzi alle prime folate di vento, avrebbero trovato ad Almese ad attenderli alcune migliaia di valsusini corredati di bandiere e strumenti musicali, tanto chiassosi quanto pacifici, disposti a spiegare loro cosa ne pensano i cittadini del TAV e dei progetti di sviluppo ad esso correlati.
Purtroppo il partito del TAV non è abituato ad argomentare attraverso un pubblico confronto e preferisce praticare il soliloquio nei convegni semi-clandestini organizzati per pochi intimi, in TV e sulle pagine dei giornali, ragione per cui Bresso, Chiamparino e Saitta hanno preferito invertire il senso di marcia delle loro auto blu verso Torino, costretti a realizzare che il “vento” in Val di Susa non è affatto quella “brezza” marzolina che amano raccontare in giro, dando sfoggio di quell’inclinazione alla menzogna che è parte integrante del bagaglio di ogni uomo politico.
Soli con le loro bugie, delle quali dovranno rendere conto in primo luogo ai propri padroni di partito, soli con le menzogne che hanno infarcito la carta straccia dei giornali e dei progetti presentati in Europa per ottenere i finanziamenti del TAV, soli con la propria supponenza, forse inizieranno a capire che in Val di Susa il clima è veramente cambiato, perché anche i pochi che bonariamente davano loro credito hanno ormai cambiato idea e l’unica operazione di “sviluppo” possibile riguarda l’acquisto dei terreni “in prima fila”.
1 commento:
I FEDELI DEL NOTAV NON MOLLANO...
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