Marco Cedolin
La Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso sembra ormai giunta all’apice di quel processo di maturazione interiore che da anima ecologista impegnata a scrivere libri in elogio della lentezza e della salvaguardia ambientale, l’ha condotta a sponsorizzare il progetto del TAV e molte altre opere cementizie, estremamente impattanti per l’ambiente ma molto efficaci nell’operare il trasferimento “veloce” del denaro dei contribuenti nelle tasche della consorteria di cui ella stessa fa parte.
Il guaio è che quando s’incomincia a “fare buchi” molto spesso si finisce col prenderci gusto (come l’ex Ministro Lunardi purtroppo ha dimostrato fin troppo bene) e la Mercedes nazionale dopo avere iniziato la sua opera di cementificazione e perforazione del territorio piemontese oggi si ritrova visibilmente in crisi di astinenza, delusa e rammaricata per il fatto che in Val di Susa, nonostante le sue grandi aspirazioni aventi per oggetto megatunnel e gallerie, non riesce neppure ad ottenere il forellino per un sondaggio. L’importante è scavare “basta che sia un buco” viene da pensare osservando il nuovo progetto che il team Bresso in preda alla frustrazione sembra avere in serbo per la gioia futura dei torinesi. Si tratta di un piccolo Eurotunnel con pedaggio a pagamento che anziché sotto la Manica correrà sotto il PO per collegare Corso Unità d’Italia con l’ex area Italgas sulla sponda opposta del fiume.
Il progetto “TunnelPo” è integrato in un contesto più ampio di opere i cui costi previsti ammonterebbero a circa 2,5 miliardi di euro, che comprendono fra le altre la nuova tangenziale est e il progetto “panino” di Corso Marche. Per fare fronte al grande investimento la Presidente piemontese ha creato, con la benedizione di Antonio Di Pietro, leader dell’”Italia dei lavori” e degno successore dell’indimenticato Lunardi, la CAP (concessioni autostradali piemontesi), una società mista tra Anas e Regione che sarà chiamata a finanziare (insieme con l’imprenditoria privata che come sempre si occuperà soprattutto di raccogliere i profitti derivanti dai pedaggi) la costruzione delle nuove infrastrutture.
I disagi per i cittadini torinesi che dovranno fare i conti con i cantieri di “TunnelPo” saranno sicuramente ingenti, così come l’impatto ambientale dell’opera ed i costi destinati a pesare sulle spalle dei contribuenti, ma “finalmente” Mercedes ritroverà il sorriso ed inizierà a scavare, alla faccia dei valsusini che il buco non vogliono proprio lasciarglielo fare, nonostante l’ingente quantità di “letterine a carico del contribuente” che sta mandando a casa loro per cercare di convincerli.
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