Marco Cedolin
Il presidente della FIAT Montezemolo, uomo più di ogni altro avvezzo a privatizzare i profitti socializzando le perdite, recente beneficiario tramite la società NTV (costituita insieme a Diego Della Valle e ad Intesa San Paolo) della gestione delle nuove linee ferroviarie ad alta velocità, pagate decine di miliardi di euro dai contribuenti italiani, è finalmente riuscito a coronare il sogno di possedere un proprio think tank.
Italia Futura, questo è il nome del gruppo di pressione (lobby o fondazione che dir si voglia) capitanato da Luca Montezemolo, è stato presentato ieri ad oltre 200 persone, fra le quali il presidente della camera Gianfranco Fini, il parlamentare del PD Enrico Letta ed il fondatore della comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi.
Montezemolo ha esordito spiegando tutte quelle che non sarebbero le aspirazioni del nuovo think tank, dando una classica dimostrazione di “excusatio non petita, accusatio manifesta”. Italia futura non sarà il laboratorio segreto di misteriose alchimie partitiche, né si renderà espressione di un oscuro complotto di salotti buoni, fortunatamente estinti da tempo, né incarnerà l’ennesimo partito sulla scena politica, dal momento che non servirebbe al paese, né sarà intenzionato ad influenzare le geometrie dei partiti.
Italia Futura, secondo le parole di Montezemolo, sarà “un luogo di idee e proposte che ha un'unica e trasparente missione: fare emergere le molte capacità di cui è ricco il nostro Paese per coinvolgerle nell'elaborazione di un progetto sul futuro dell'Italia. Si tratterà di una missione del tutto normale che prende spunto dagli Stati Uniti e dalla loro ricca tradizione di centri di riflessione sul futuro della nazione. Costruirà ogni tre mesi delle campagne tematiche all’interno delle quali verranno lanciate delle proposte snelle e operative intorno ad alcuni grandi problemi del paese. Rappresenterà un luogo d’ideazione, uno strumento di mobilitazione dell’opinione pubblica, uno spazio per pensare il futuro del paese.
Italia Futura affronterà i temi centrali e cruciali della vita degli italiani, ed uno di questi, la “mobilità sociale” è stato scelto come oggetto della prima campagna ed illustrato in sala nel corso della presentazione da Irene Tinagli, ricercatrice già membro della direzione nazionale del Pd, che ha curato il rapporto sull’argomento.
La “maschera” del buon samaritano, preoccupato per i problemi dei cittadini, indispettito dal fatto che il divario tra ricchi e poveri aumenti e con questo aumentino le diseguaglianze e la difficoltà di scalare la società, già usata da Diego Della Valle durante le puntate di Porta a Porta e Ballarò di qualche anno fa, collocata sul viso di Montezemolo appare ancora più grottesca. Così come la velleità di spendersi per il bene del paese non può che risultare ridicola da parte di un uomo che nel corso della propria (facile) carriera è sempre stato abituato a prendere dal paese, senza mai nulla dare.
Italia Futura, questo è il nome del gruppo di pressione (lobby o fondazione che dir si voglia) capitanato da Luca Montezemolo, è stato presentato ieri ad oltre 200 persone, fra le quali il presidente della camera Gianfranco Fini, il parlamentare del PD Enrico Letta ed il fondatore della comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi.
Montezemolo ha esordito spiegando tutte quelle che non sarebbero le aspirazioni del nuovo think tank, dando una classica dimostrazione di “excusatio non petita, accusatio manifesta”. Italia futura non sarà il laboratorio segreto di misteriose alchimie partitiche, né si renderà espressione di un oscuro complotto di salotti buoni, fortunatamente estinti da tempo, né incarnerà l’ennesimo partito sulla scena politica, dal momento che non servirebbe al paese, né sarà intenzionato ad influenzare le geometrie dei partiti.
Italia Futura, secondo le parole di Montezemolo, sarà “un luogo di idee e proposte che ha un'unica e trasparente missione: fare emergere le molte capacità di cui è ricco il nostro Paese per coinvolgerle nell'elaborazione di un progetto sul futuro dell'Italia. Si tratterà di una missione del tutto normale che prende spunto dagli Stati Uniti e dalla loro ricca tradizione di centri di riflessione sul futuro della nazione. Costruirà ogni tre mesi delle campagne tematiche all’interno delle quali verranno lanciate delle proposte snelle e operative intorno ad alcuni grandi problemi del paese. Rappresenterà un luogo d’ideazione, uno strumento di mobilitazione dell’opinione pubblica, uno spazio per pensare il futuro del paese.
Italia Futura affronterà i temi centrali e cruciali della vita degli italiani, ed uno di questi, la “mobilità sociale” è stato scelto come oggetto della prima campagna ed illustrato in sala nel corso della presentazione da Irene Tinagli, ricercatrice già membro della direzione nazionale del Pd, che ha curato il rapporto sull’argomento.
La “maschera” del buon samaritano, preoccupato per i problemi dei cittadini, indispettito dal fatto che il divario tra ricchi e poveri aumenti e con questo aumentino le diseguaglianze e la difficoltà di scalare la società, già usata da Diego Della Valle durante le puntate di Porta a Porta e Ballarò di qualche anno fa, collocata sul viso di Montezemolo appare ancora più grottesca. Così come la velleità di spendersi per il bene del paese non può che risultare ridicola da parte di un uomo che nel corso della propria (facile) carriera è sempre stato abituato a prendere dal paese, senza mai nulla dare.
Italia Futura non è nè sarà mai un’associazione di beneficenza e anche se con tutta probabilità non diventerà mai un partito, nasce con degli obiettivi ben precisi, facilmente individuabili anche solo leggendo fra le righe le dichiarazioni ammantate di buoni propositi esternate da Montezemolo. Italia futura non sarà un partito, ma mirerà a dirigere e guidare l’operato dei partiti di potere, orientando l’opinione pubblica affinché le garantisca una posizione dominante all’interno del rapporto di forze che verrà a crearsi con la politica. Italia Futura agirà dietro le quinte e non porterà rappresentati in parlamento, ma si spenderà per far si che i parlamentari votati all’interno dei partiti politici portino in parlamento gli interessi di Italia Futura, che saranno molto differenti e spesso addirittura antitetici rispetto a quelli degli italiani.
Se Italia Futura rappresenterà l’avvenire, si nutre la vivida sensazione che possa manifestarsi assai più greve del presente, poiché non c’è aguzzino peggiore di quello che continua a picchiarti dicendo che lo sta facendo soltanto per il tuo bene.
8 commenti:
Caro Marco,
in verita` si sentiva la mancanza, in Italia, di un'altra associazione (movimento? compagnia? setta? che cavolo e`???) del genere: non ce n'erano abbastanza!!!
Queste "teste coronate" hanno deciso di distribuire al popolo qualche brioches?
Ma mi facciano il piacere!
Chi paghera` per questa trovata? Inoltre, che c'entra la comunita` di s.egidio?
Misteri gloriosi e gaudiosi di un'Italia da circo.
Ciao
Roberta da Sydney
Caro Marco, scusa se sono off topic in questa discussione ma proprio non ce la faccio ad aspettare che tu scriva un post sull'argomento e vorrei porti una domanda:
cosa ne pensi di tutta questa farsa del Lodo Alfano?
Perchè io proprio non ci riesco ad esultare con tutti gli altri e questo non perchè non sia contenta della decisione della Consulta ma perchè mi sembra assurdo che si debba chiamare vittoria una cosa che in realtà è normale!
Non riesco a togliermi di dosso una sottile sensazione di disagio. Non riesco a non pensare che anche in questa occasione forse ci sono meccanismi, equilibri e soprattutto poteri molto più forti di quelli che conosciamo che hanno inciso pesantemente sulla decisione della Consulta. Forse sono colpita dalla sindrome del complotto ma mi sento inquieta.
Perdonami se uso questo spazio ma mi interessa molto la tua opinione e non sapevo come altro chiedertela.
Ciao Roberta,
è un piacere rileggerti!
Raccontaci, anche da te in Australia sono molti i gruppi (che cavolo è?)sullo stile di quello di Montezemolo?
Cara Enza,
premetto che in merito a Berlusconi ed alle leggi ad personam, avrò scritto fino ad oggi almeno un paio di centinaia di articoli, però negli ultimi anni ti confesso che il disastro ambientale, l'annientamento del mondo del lavoro, la tragedia economica prossima ventura e la nuova "dittatura europea" che sta per caderci sulla testa (tutte catastrofi che nulla hanno a che fare con Berlusconi) mi stimolano più di quanto non riescano a farlo il lodo Alfano o lo scudo fiscale, in merito ai quali oltretutto non solo il web ma anche i grandi giornali già strabordano di articoli indignati, quasi si trattasse dei veri problemi dai quali dipenderà il futuro degli italiani.
Ragione per cui ha fatto bene a domandarmelo, altrimenti avresti rischiato di aspettare invano che facessi un post sull’argomento.
Condivido la tua inquietudine, dal momento che in Italia (come scrissi in un articolo sulla libertà di stampa degli inizi di settembre) la politica e l’opinione pubblica sembrano essersi ormai schierate compatte su due fronti opposti, quasi si trattasse di due curve di ultras delle squadre di calcio.
Da una parte ci sono Berlusconi ed i suoi fans, a protezione degli interessi dello stesso Silvio, che sono tutto sommato abbastanza conosciuti. Dall’altra c’è un ampio fronte che lavora contro Berlusconi. Fronte estremamente composito che spazia da Grillo e Di Pietro, a quel che resta del PD, al gruppo Repubblica l’Espresso di De Benedetti, ad alcuni giornali stranieri che fanno capo a Murdoch, per arrivare passando attraverso le amministrazioni dei maggiori paesi anglosassoni, a Gianfranco Fini, a Montezemolo e ad una parte dei vertici cattolici. Sostenuto da tutta l’opinione pubblica che per le ragioni più svariate di Berlusconi non ne può più. Per quanto si possa essere arguti ed intuitivi, comprendere esattamente quali interessi si celino dietro questo ampio fronte, risulta veramente difficile.
La decisione della consulta sul lodo Alfano va ad inserirsi fra le pieghe dello sforzo che il secondo gruppo sta portando avanti (in maniera molto accentuata nel corso degli ultimi mesi) per scalzare Berlusconi dalla sua poltrona e sostituirlo con qualcuno di cui ad oggi ci sono sconosciuti tanto il nome quanto gli interessi di cui si farà portatore.
Personalmente non sono fan di nessuno dei due gruppi e tanto la promulgazione del lodo, quanto la sua bocciatura, mi hanno lasciato e mi lasciano abbastanza indifferente, tranne indurmi a qualche riflessione come quelle che ho fatto sopra.
Il fatto che molta gente esulti per la bocciatura del lodo Alfano, così come ha esultato per la sentenza in favore della CIR che è l’azienda di un capitalista privato, così come esultò per la vittoria di Berlusconi che è un altro capitalista portatore dei propri interessi, rientra nel meccanismo perverso della divisione degli italiani in due curve di ultras. Due curve che si esaltano per gli interessi dei grandi gruppi di potere, dimenticandosi, ahimè, del fatto che esistono anche i loro interessi di cittadini italiani, che nessuno tutelerà mai, se non inizieranno a tutelarli in prima persona.
Quando gli italiani capiranno questo ed usciranno dalla curva, allora si ci sarà veramente da esultare.
Un caro saluto, sperando di rileggerti presto.
Marco
Mio nonno diceva che il peggior regime è quello dettato dai capitalisti, a loro non importa come sta il paese, a loro importa fare profitto, dovunque, comunque, sulle spalle di chiunque. Il fatto che questi personaggi vengano anche stimati da una parte del paese mi viene da pensare "che paes da m..da".
Scusate ma ci vuole.
Ciao gian,
massima stima per l'opinione di tuo nonno che ci aveva sicuramente preso.
"non c’è aguzzino peggiore di quello che continua a picchiarti dicendo che lo sta facendo soltanto per il tuo bene."
Già. Orwell insegna.
complimenti comunque per la scelta della foto, ahimè eloquente come poche....!
necessita di verificare:)
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