venerdì 29 giugno 2012

Questo pallone tirato per la giacchetta

Marco Cedolin

L'Italia di Prandelli vola in finale ai campionati europei di calcio, contro tutte le previsioni della vigilia, dopo avere battuto con merito la Germania, mentre l'Italia di monti  (che purtroppo é anche la nostra), continua ad inabissarsi ogni giorno di più, come ampiamente previsto, nelle sabbie mobili della povertà e della disgregazione sociale.
Il parallelismo potrebbe anche starci, se proposto con la consapevolezza che il calcio é un gioco, mentre la devastante situazione economica e sociale rappresenta la cruda realtà, del tutto priva di qualsiasi sfumatura ludica.
Quella consapevolezza che al contrario in questi giorni di canicola soffocante, sospesi a metà fra Scipione e Caronte, sembra essere venuta meno troppo spesso ed un po' a tutti i livelli, tanto nel mainstream quanto fra coloro che costruiscono, leggono e commentano l'informazione genuina su internet.
La pletora di mestieranti d'accatto che compongono le redazioni di giornali e TV.....


dopo avere bellamente ignorato la truppa di Prandelli, esclusivamente oggetto d'inchieste giudiziarie portate col tempismo degno di un orologiaio, di fronte agli improvvisi successi, si é scagliata ad azzannare il pallone con tale furia da fare invidia al Gattuso dei tempi migliori. Senza limitarsi però a riempire i paginoni ed i TG con profluvi di calcio e gossip sempre buoni per oscurare le notizie preganti concernenti il disastro economico, le coltellate di lacrima Fornero ed i nuovi salassi messi in campo dalla banda Monti. Ma preferendo inoltrarsi in territori inesplorati, cavalcando improbabili accostamenti fra calcio e politica, nel maldestro tentativo di trsferire le prodezze del "super Mario" in pantaloncini, nel carniere vuoto del triste Mario di Goldman Sachs.
Così la vittoria dell'Italia di Prandelli, diventa un successo dell'Italia degli usurai, una rivincita sullo spread ed il simbolo di una ritrovata sovranità, che alligna nella fantasia malata (e pagata) di tanti pennivendoli che dispensano sogni a buon mercato, mentre gli incubi sono gratis e vengono distribuiti da Equitalia, senza l'intercessione del circo mainstream.

Se gli interventi dei pennivendoli assortiti hanno rappresentato un fulgido esempio di come non si dovrebbe fare giornalismo, non é andata molto meglio neppure sui social network, dove centinaia di persone socialmente impegnate, che generalmente brillano per lo spessore dei temi proposti e l'accuratezza delle analisi, si sono lasciate andare ad una sorta di guerra di religione, portata con inaudita violenza contro chiunque seguisse la nazionale o festeggiasse la vittoria.
Andando ben al di là della tragedia concernente il massacro dei cani, che rientra nel novero delle brutalità create dal sistema della crescita e dello sviluppo e meriterebbe ben altro approfondimento, tanto coloro che hanno seguito la partita, quanto i tifosi che hanno invaso le strade per festeggiare, sono stati stigmatizzazti come imbecilli senza cervello che pensavano al pallone mentre l'Italia cade in rovina. Con tutto il corollario di derisione, insulti e disprezzo che generalmente si tributa ad un essere inferiore, predicando dal pulpito di chi si é ormai emancipato dal giogo del potere, anche se magari abitualmente pubblica spesso con enfasi sul proprio profilo video musicali e film aventi per oggetto miliardari anglosassoni pagati come e più dei calciatori.

Quando l'Italia vinse i mondiali nell'82 ero un ragazzino di 19 anni e trascorsi la notte per le vie di Torino, fino a sgolarmi con la bandiera in mano, fra una fiumana di gente di ogni tipo ebbra di felicità. Probabilmente non si trattò del momento più fulgido della mia "carriera" e neppure di uno sfoggio d'intelligenza e cultura, però rimane uno dei ricordi più belli della mia giovinezza e di tanti miei coetanei. E non eravamo ragazzotti rimbecilliti che passavano le giornate davanti alla TV, ma una generazione che amava leggere e s'impegnava in politica e nel sociale molto più di quanto non accada oggi.

Ai giovani di oggi é stato rubato tutto, dalle prospettive aoccupazionali al diritto ad un futuro, passando attraverso la possibilità di costruirsi una famiglia e di godere di momenti spensierati.
Se per una sera riescono a dimenticare tutto e si trasformano in tifosi "impazziti" che strombazzano con l'auto e sventolano il tricolore, lasciamoglielo fare in pace, senza dispensare fiumi di moralismo conditi con la maleducazione, affrettandoci a ricordagli che domai si ritroveranno nella stessa merda di oggi. Oltre che poco etico ritengo si tratti di un atteggiamento molto crudele che non dovrebe appartenerci.

4 commenti:

Alba Kan ha detto...

Non ci vedo nulla di male nell'aver esultato per i mondiali dell'82.
Li ricordo bene anch'io anche se avevo 13 anni ed essendo una ragazza di calcio m'interessavo poco.
Bisogna dire che ne è passata tanta di acqua sotto i ponti.
Sono cambiate molte cose.
L'Italia è cambiata molto da allora, le prospettive dei giovani anche...
Allora si potevano permettere di esultare anche per cose futili come il calcio, perchè il futuro era meno nero...
Inoltre anche il calcio è cambiato davvero tanto...
Lo spirito sportivo, la passione di chi gioca sono svaniti.
A quei tempi esisteva il "calcio-mercato"?
Si parlava di decine di milioni o anche centinaia per comprare un giocatore? ...e infatti i calciatori giocavano er sport e non per soldi...
Adesso nemmeno bastano loro quegli stipendi milionari...devono vendersi e truccare le partite...

Che squallore...
Sarà così da quando la parola "mercato" è entrata nel calcio?
Forse si...perchè ha rovinato anche la politica, le economie...

Ora che ci penso...ho davvero un bel ricordo dei mondiali dell'82!

*Dioniso*777* ha detto...

Non ho intenzione di essre offensivo, ma credere che la corruzione sia entrata negli ultimi anni nel calcio è quantomeno irreale e da ingenui
Discorso di Craxi dell'89, e non lo dico per questo, lo dico per il fatto che dove girano soldi arriva la corruzione!
« Non mi sorprendo di quello che è avvenuto. Fa parte di un processo mondiale. Dietro c'è sempre la grande finanza che non accetta la mediazione della politica, ancora di moda nella vecchia Europa. Ai grandi gruppi finanziari faceva gola l'economia di questo paese. Vedete come se la sono pappata e come se la stanno pappando? Guardate le banche. In questa logica i governi devono essere dati nelle mani dei consulenti dei grandi gruppi. » (*)

Alba Kan ha detto...

@Dionisio
Io invece credo di si...
La corruzione ha motivo di esistere quando trova un terreno fertile e questo è dato dal denaro...grandi somme di denaro.
Potresti avere ragione, ma la corruzione è direttamente proporzionale al giro di soldi, per cui se 30 anni fa poteva esserci l'1% di corruzione ora è il contrario...
Inoltre faccio fatica a credere che quelli di 30 anni fa erano così furbi da non essersi fatti scoprire...

Ileno Verga ha detto...

un gioco che muove 9 miliardi di euro, solo in Italia non è un gioco.

se vivo in un paese che è intriso di calcio, se ogni giornale o telegiornale ci dice ogni giorno che è una cosa importante, una parte fondamentale della nostra vita, come possiamo emanciparci?

ma esattamente che fanno sti calciatori? curano il cancro? la fame nel mondo?
no, fanno rovesciate e (udite! udite!!!) colpi di testa!!!!!! ....

se la gente è rincoglionita dall'idea che una squadra di calcio sia una cosa importante, vada pure a sfogarsi e a festeggiare ma sempre rincoglioniti sono, se non si rendono conto, se non vi rendete conto, della violenza sociale di questo giocattolo miliardario.

sarà, ma finché la gente si butterà in mezzo alla strada in massa quando un miliardario puttaniere e drogato ha infilato una sfera di cuoio dietro le spalle di una altro miliardario puttaniere drogato mentre, quando il governo che non ha votato(!!!) gli infila un palo in culo dietro l'altro, dicasi tasse, ordinatamente in fila si reca agli sportelli a pagarle, finché questo accadrà, saremo sempre a lamentarci.

e ho esultato anch'io come un rincoglionito, prima di uscire dalla caverna...