Avete presente il trucco usato dai gestori d’inceneritori, acciaierie, cementifici ed impianti sui generis, per aggirare i limiti di legge concernenti le emissioni inquinanti? Costruiscono camini più alti e più grandi, per aumentare la quantità di aria presente nei fumi, facendo si che le sostanze nocive pur rimanendo inalterate nella quantità e pericolosità si distribuiscano su un’area più vasta e risultino percentualmente più diluite, rientrando così nei limiti come per incanto, nonostante continuino ad ammazzare la gente come e più di prima.
Qualcosa di molto simile accade anche nell'informazione generalista (che è poi l’unica ad incidere realmente sull’opinione pubblica) dove le emissioni inquinanti sono costituite dalle notizie che dovrebbero preoccuparci ed i camini più alti somigliano da vicino al marasma di spazzatura mediatica all’interno del quale esse affogano dopo una breve agonia.
Nel corso dell’ultimo mese è accaduto praticamente di tutto, dalla tragedia di Fukushima alla guerra imperialista in terra di Libia, passando attraverso l’efferato assassinio di Vittorio Arrigoni, gli sbarchi di massa dei profughi tunisini ed il continuo acuirsi della crisi economica di cui non s’intravvede la fine, probabilmente perché connaturata nel decesso definitivo del modello di sviluppo al quale siamo aggrappati. Solo per citare gli avvenimenti più eclatanti fra quelli che meritano attenzione......
Tutti accadimenti di grossa rilevanza, perché in grado di condizionare il nostro presente ed il nostro futuro, la nostra salute e quella dei figli che abbiamo o che verranno. La possibilità di vivere in pace almeno una parte dei giorni che ci restano, l’aspirazione a poter rimanere uomini liberi che portano avanti le proprie idee, senza venire ammazzati da una mano nascosta nell’ombra. La capacità di ricostruire una società dove la vita, il lavoro ed i rapporti umani siano elementi declinati in chiave di arricchimento, anziché rappresentare incubi all’interno dei quali lasciarsi vivere senza una prospettiva.
Tutti accadimenti balzati sulle prime pagine dei giornali e della TV, nel momento in cui la “notizia” poteva essere monetizzata in termini di lettori ed ascoltatori, ma prontamente accantonati non appena la stessa imponeva approfondimenti e riflessioni che avrebbero indotto l’opinione pubblica a porsi delle domande, a mettere in moto le cellule grigie in via di atrofizzazione, a guardarsi intorno per domandarsi, guarda un po’ sulla cartina, ma abbiamo preso la strada giusta?
Accantonati, diluiti, nascosti, con tanta aria e camini più grandi. Metri cubi e metri cubi di notizie spazzatura intorno alle quali catalizzare l’attenzione dei cittadini, indurli a profondersi in dispute senza fine imperniate sul nulla, ipnotizzarli con la facile demagogia del dividi et impera, fuorviarli ricordando loro che in fondo non pensando troppo si vive più a lungo e soprattutto più felici.
Ed ecco Fukushima e la guerra di Libia, sprofondare sempre più in basso sulle pagine dei giornali, fino a scomparire o rimanere relegati nei trafiletti “cartolina” per fare spazio al nuovo look di Noemi o alle tette di Belen, alle quotidiane esternazioni di Berlusconi contro i giudici e dei giudici contro Berlusconi, alle invettive di Fini che litiga con i suoi ex compagni di partito, alla modifica dell’art 1 di una costituzione calpestata tutti i giorni dell’anno e ormai “superata” dal Trattato di Lisbona, senza che nessuno abbia avuto nulla da eccepire. Alle mirabolanti funzioni dei nuovi smart phone ed ai manifesti che qualche imbecille ha appiccicato in giro per Milano, alla fiera del pregiudicato fra i candidati del PD e del PDL per le prossime elezioni, alle parole di Bersani che offendono il silenzio ed ai comizi del premier che l’hanno offeso da tempo.
Accapigliatevi pure, litigatevi il nulla, dividetevi in fazioni e in fazioni delle fazioni, occhieggiate alla prosperosa maggiorata di turno, sognate la nuova BMW da 300 cv con felicità incorporata di serie, ma soprattutto non pensate, non riflettete, non carezzate parti inesplorate del cervello, quello si, potrebbe nuocere gravemente alla vostra salute, ben più di quel poco di radioattività che neppure si vede.
8 commenti:
Lei ha appena descritto la CNN .
Ore ed ore di ritornelli in cui fanno pubblicita'a se stessi , poi sport , servizi genericamente buonisti su un mondo felice , presentatori e presentatrici fisicamente attraenti.....e in mezzo qualche breve frase sulla ovvia necessita' di ammazzare una certa persona o bombardare un certo paese...per il bene della popolazione .
Quando scrivo qualcosa che non la convince , mi scriva a
www.projectcivilization.net
cliccando su DEMOCRACY
perche' l'unione fa la forza , perche' io non ho padroni e non mi interessano i soldi mentre mi interessa fermare qualche attimo di sensatezza prima di morire .
Segnalo questa perla di "giornalismo" comparsa sulla home pagina de "La repubblica":
http://www.repubblica.it/esteri/2011/04/22/news/libia_donne_violentate-15243867/
In pratica un megafono per la propaganda dei ribelli, senza che il "giornalista" si ponga il minimo dubbio sulla veridicità di quanto riportato.
Un ottimo esempio di come si monta l'indignazione popolare per giustificare l'intervento armato presente e futuro.
Io conosco due tipi principali di media :
nei paesi " borghesi " dove ce' lo scontro tra politici che divide la gente impedendo loro di rigettarli , tutti i grandi giornale e tv sono pesantemente di parte e chi scrive non vuole informare . Alcuni di questi , come Guardian , BBC e Al Jazeera sono in realta' appendici dell'esercito . La possibilita' di chi vuole informare , di competere con loro , non esiste . Il risultato e' l'egoismo , la divisione e comunque la mancanza di senso di responsabilita' . La gente sa solo che vuole contradire il suo prossimo ma non capisce i problemi e non e' capace di unirsi e di agire per compensarli .
Poi ci sono molti paesi , quelli pacifici ( e meno " democratici " ), in cui il giornalismo consiste nel constatare selettivamente banalissime notizie locali. Nessuna opinione pubblica si forma , e il risultato e' migliore del primo caso .
Difficile dare una connotazione positiva o anche solo tollerabile al giornalismo .
Facciamo una analisi della possibilita' di allestire :
-il giornalismo di informazione
-il giornalismo che propone occasioni di unirsi e fare , governarsi , in pratica , sulle piccole cose .
Tendente a sbloccare gradualmente la passivita' e la sottomissione .
Se non se ne deve parlare qui ...allora dove ?
Gentile Marco,
quando lei commenta esprime sempre pensieri molto interessanti, ricchi di spunti di alto livello.
La ringrazio comunque per il link tramite il quale non mancherò di prendere conoscenza del suo lavoro.
Ciao V,
grazie per il link, quanto mai indicativo della natura del problema cui fa riferimento l'articolo.
Allora ...insisto !
Il giornalismo d'informazione , e' un territorio inesplorato .
Quindi da scoprire !
Informazione e' tutto quello che ci aiuta a capire come si comporta veramente il mondo .
Quanta Democrazia ce' nei paesi democratici ?
Quanto buon governo ce' nei paesi che non piacciono agli USA ?
Come funzionano in realta' le economie delle persone ?
Quali tentativi di realizzare organizzazioni positive sono in corso ?
Dei 100 paesi promossi dalle agenzie di viaggio....quali sono pericolosi ? In che modo ?
Cosa sono veramente le polizie ?
Di cosa abbiamo bisogno per essere indipendenti su cibo e casa ?
Come si cuce e come si stira una camicia ?
quanto sono sporche le nostre strade ?
Quanto territorio abbiamo ancora in cui sentirci parte di un futuro e non di un mercato ?
Mi fermo per non violentare il formato della pagina .
Gentile Marco,
sono tutte domande che meriterebbero risposte ed approfondimenti e molte altre ce ne sarebbero, formato della pagina consentendo.
Mi piacerebbe, ma probabilmente si tratta solamente di una pia illusione, che molti più lettori contribuissero a sviscerarne almeno una parte...
Oramai che la pagina e' sbilanciata , vorrei aggiungere pero' , che la cosa e' fattibile , sarebbe rivoluzionaria e a mio parere troverebbe in questo momento un certo interesse . Non credo poi che se non presentata in modo aggressivo susciterebbe violenze dai potenti .
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