sabato 9 aprile 2011

Sala d'attesa

Marco Cedolin

Quello del 9 Aprile, a Roma e in varie città d'Italia è stato un sabato di mobilitazioni e proteste contro la piaga della precarietà e più in generale contro la demolizione del mondo del lavoro che pregiudica le prospettive occupazionali di giovani e meno giovani, contribuendo a ridurre sul lastrico una marea di famiglie.
Proteste quanto mai legittime, soprattutto in un momento come quello attuale nel quale il baratro della disoccupazione e della precarietà sta approfondendosi sempre più, senza che la classe politica sembri intenzionata a proporre una qualche soluzione.
Proteste colorate e pacifiche, vissute nello slogan "il nostro tempo é adesso" che campeggiava su molti striscioni, fra i giovani partecipanti alle manifestazioni.
Proteste sacrosante che meritano tutta la nostra condivisione, ma al contempo stridenti di contraddizioni manifeste che balzerebbero all'occhio anche ad un osservatore disattento.
Perchè una protesta contro la precarietà e l'annientamento del mondo del lavoro, vissuta unicamente nella difesa di status quo che non esistono più e priva di un messaggio forte che domandi a gran voce l'abolizione della legge 30 e l'istituzione di un reddito di cittadinanza, uniche pietre miliari sulle quali si potrebbe tentare di costruire almeno i presupposti perchè i lavoratori italiani possano riconquistare un minimo di dignità?.....

Perchè una protesta contro la precarietà e la disoccupazione, a braccetto con tutti coloro,Cgil, PD, Idv, Verdi,Comunisti Italiani, Federazione della Sinistra (ed altri che ho dimenticato) che hanno contribuito a creare il problema, firmando e sottoscrivendo ogni genere di accordo o provvedimento legislativo che è stato determinante per creare precarietà e disoccupazione?

Vedere l'ex ministro Damiano che coccolò la legge Biagi durante gli anni in cui era al governo, insieme alla Cgil che della legge 30 avallò la nascita, inveire contro le situazioni da loro stessi create, genera un pò d'imbarazzo, facendo si che l'aria fresca diventi stantia e s'inizi a percepire il lezzo dell'ipocrisia.

Per tutti, giovani e meno giovani, il nostro tempo è adesso, ma urliamolo forte, pretendendo i diritti che sarebbero basilari in qualsiasi paese civile e soprattutto urliamolo senza falsi megafoni e sanguisughe della politica e del mondo sindacale che difendono solamente la loro poltrona, arrivando al punto di contestare quello che loro stessi hanno costruito, pur di difendere il proprio status quo.
Se non urleremo forte e non avremo il coraggio di rifiutare il braccio di chi ha costruito questo inferno, il nostro tempo non arriverà mai e vivremo eternamente in una sala d'attesa fatta di false promesse e perline colorate.

5 commenti:

menici60d15 ha detto...

Lode a Cedolin, che riguardo al tema del precariato ha la forza e il coraggio intellettuale di descrivere la “sinistra” parlamentare e i sindacati di “sinistra”, le forze alle quali è assegnata nel copione la parte dei “buoni”, per quello che sono in realtà. Credo che la doppiezza della sinistra sia il fulcro dei tanti mali che affliggono il Paese.

http://menici60d15.wordpress.com/2011/04/03/la-sinistra-smagnetizzata/

Simone ha detto...

Hai ragione Marco.
Ma la tua è un'analisi alta.
La maggior parte della gente non capisce, non solo per idiozia ma a volte solo per le difficili condizioni cui è costretta, i giochi della politica reale, gli intrallazzi, gli scambi per il potere.

Agli occhi del precario, che prima di informarsi ha la necessità di arrivare a fine mese, il sindacato o la sinistra radicale sono coloro che nel suo immaginario lo devono difendere e il copione viene rafforzato.

Gente come noi, e perdona se sembra che mi metta al tuo livello, gente come noi che comunque riesce a vivere e sopravvivere senza patemi materiali ha il DOVERE di colmare le lacune mediatiche e la conoscenza delle persone, anche delle più disperate senza colpevolizzarle, in questo caso.

marco cedolin ha detto...

Ciao menici,
la doppiezza è sempre e comunque un gioco sporco che mi rende allergico.
Grazie per il link :-)

Ciao Simone,
io non mi considero assolutamente ad un livello superiore al tuo o agli altri lettori, ci mancherebbe, oltretutto la mia sopravvivenza materiale è fortemente minata, al punto che rientro a pieno titolo nel novero dei disoccupati.
Semplicemente alcuni di noi, senza presunzione, hanno sviluppato, anche facendo esperienza sulla propria pelle le coordinate per orientarsi nell'intrico delle strumentalizzazioni, mentre molti altri no.
Proprio per questa ragione non mi sfiora neppure l'idea di colpevolizzare i precari che protestano ed accettano con piacere partiti e sindacati che si manifestano con loro sodali e disposti a sotenere i loro diritti. Molti sono giovani e molti non hanno ancora consapevolezza dei "lupi" con i quali si troveranno a camminare.
Mi limito a cercare di fare informazione, offrendo una lettura oggettiva della questione, nella speranza che questo lavoro sia di una qualche utilità.

Marco Schanzer ha detto...

Il lavoro part time etc. non e' un problema in se , ma un opzione molto utile .
Demonizzarla , aggiunge confusione ad un paese confusissimo .
Molte delle persone piu' felici e piu'creative che ho conosciuto ( in altre parti del mondo ) usavano questo tipo di inserimento nella societa' .
E' un problema per chi ancora crede che il potere debba dispensare stipendi.....o redditi di cittadinanza.....2 cose contrarie alla filosofia dei pirati che hanno il potere .
Se poi un normale imprenditore ,non politicizzato , che deve fare i conti , dovesse pagare tutte gli aggiuntivi del full time....non ce la farebbe .
Insistendo su quel tipo di costo dell'impiego , si uccide l'imprenditoria onesta .
Non mi pare un difetto da poco .
La soluzione non e' di prostrarsi di piu' a quei vermi , ma di abbandonarli e crearsi un economia basata sulla produzione gratuita dei beni primari incluse pensioni e malattia .
Non e' affatto difficile....molto meno difficile che continuare a cercare un senso in un sistema che non ne ha .

marco cedolin ha detto...

Ciao Marco,
la tua ultima frase:

"La soluzione non e' di prostrarsi di piu' a quei vermi , ma di abbandonarli e crearsi un economia basata sulla produzione gratuita dei beni primari incluse pensioni e malattia .
Non e' affatto difficile....molto meno difficile che continuare a cercare un senso in un sistema che non ne ha ."

mi sembra indicare una via senza dubbio degna di essere presa in considerazione.