sabato 6 dicembre 2003

Vessati ed usati

Marco Cedolin

Bella la manifestazione indetta dai sindacati oggi a Roma, contro la finanziaria e la riforma delle pensioni.
Oltre un milione di persone in piazza, (250.000 secondo la questura, ma è cosa consaputa che i tutori dell'ordine non sanno far di conto, essendo ben altre le loro qualità) le bandiere che garriscono al vento, i fischietti, i tamburi, gli striscioni, gli slogan.
Bello ritrovare i sindacati nuovamente uniti, in una piazza, davanti alla gente, a manifestare per i diritti dei lavoratori e non nel “buio” di un palazzetto dello sport, davanti a pochi intimi a manifestare contro l'ologramma di un terrorismo che non c'è.
Importante che stamani in Piazza San Giovanni ci fossero tutti i rappresentanti dell'opposizione, da Fassino a Rutelli a D'Alema, fino a Bertinotti che le piazze in verità non ha mai avuto problema a calcarle.
Straordinario il fatto che il Tg1 abbia dedicato all'evento quasi dieci minuti di servizio, con una ricchezza d'interviste ed una dovizia di particolari alle quali non eravamo in verità più da tempo abituati.
Ma lo sguardo non ha potuto prescindere dall'insinuarsi giocoforza nelle pieghe dell'animo della gente comune, nella realtà di quel milione d'italiani che hanno ritenuto giusto far sentire la propria voce ed il proprio pensiero.

Persone amareggiate, preoccupate, in difficoltà. Persone costrette a convivere ogni giorno con una realtà fatta di precarietà, di salari che non bastano più ad arrivare alla fine del mese, di posti di lavoro in pericolo, di diritti annientati, di pensioni inadeguate a mantenere almeno un minimo di dignità.
Persone costrette a guardare un futuro che trasuda solamente incertezza per sé stessi e per i propri figli, un futuro fatto di lavoro interinale, di ricatti chiamati “flessibilità”, di pensioni che arriveranno (forse) solo nell'età della vecchiaia avanzata, d'insicurezze vissute con lo spettro della disoccupazione e della miseria.

Senza dubbio il malessere nel paese esiste ed è palpabile, fra i lavoratori come fra i pensionati, fra i giovani come fra gli anziani ed è un malessere transgenerazionale ed interclassista, nel senso che coinvolge una massa di persone quanto mai variegata per età, stato sociale ed ideologia politica, tutta la massa di coloro (ed ogni giorno sono di più) che si stanno rendendo conto di come la strada intrapresa e perseguita dal governo non può fare altro che condurci sempre più in basso nel baratro della recessione, della precarietà e della soppressione del diritto.

Nell'osservare la bella manifestazione di oggi ho però percepito una sensazione che non mi è piaciuta affatto.
Ho avuto l'impressione che i leader sindacali e quelli politici dell'opposizione stiano cercando di appropriarsi del malcontento dilagante e di quei milioni d'italiani che stanno prendendo coscienza della realtà, unicamente nel tentativo di mostrare i muscoli ed avere maggiore considerazione nella distribuzione del potere.
Tutti insomma sono pronti a scendere in piazza con sguardo fiero, quando si tratta di arrogarsi il merito di aver portato in piazza un milione di persone, ma tutti fino ad oggi sono stati pronti a defilarsi allorché si è trattato di difendere realmente e non a parole i diritti di quei lavoratori.
Proprio i sindacati e buona parte di quei leader della sinistra oggi in grande spolvero erano al mare quando si è trattato di votare il referendum sull'astensione dell'articolo 18. Forse i lavoratori delle imprese con meno di 15 dipendenti sono a loro avviso dei paria i cui diritti non valgono la pena di essere tutelati?
Avete visto voi i sindacati indire (ed i partiti del centrosinistra appoggiare) uno sciopero generale ad oltranza contro la riforma Biagi? Mai successo, eppure la riforma Biagi è quanto di più grave sia accaduto nella storia recente del nostro paese in tema di soppressione dei diritti dei lavoratori e precarizzazione degli stessi.
Sono mai stati indetti degli scioperi “seri” nel senso che mirino realmente a far ritirare un provvedimento e a mettere il governo realmente in difficoltà? Giammai!

Ecco, la mia impressione nel vedere salire sul palco Pezzotta e Angeletti (firmatari del famoso Patto per L'Italia) e tutti gli altri leader è stata purtroppo quella di una classe sindacale e politica pronta più ad usare per i propri fini l'indignazione di lavoratori e pensionati, piuttosto che disposta a tentare di dar loro una risposta con i fatti.
Temo davvero che chi vorrà ottenere sul serio qualcosa dovrà imitare i vituperati (dagli stessi sindacati che oggi pontificavano) tranvieri di Milano, perchè quando si fa uno sciopero o una protesta, se la cosa non crea disagio a nessuno, si rischia di essere stati si folkloristici ma completamente ignorati da tutti e da tutto.

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