Quando
si guarda all'operato dell'elité mondialista che gestisce le sorti
del pianeta, facendo si che l'uno per cento della popolazione globale
goda di una quantità di ricchezze pari a quelle a disposizione del
restante 99%, non si può prescindere dall'andare con la mente al
pensiero di Thomas Sankara, un uomo eccezionale che 40 anni fa aveva
già intuito la maggior parte delle dinamiche che hanno mosso e
muovono il processo di alienazione dell'uomo moderno, volto a
renderlo schiavo e succube di un pugno d'individui che di fatto
governano l'intera specie umana.....
Partendo
dalla sua Africa, dove nel 1983 divenne presidente dell'Ato Volta, da
lui trasformato in Burkina Faso, Sankara intuì con estrema lucidità
la potenza dirompente della grande finanza internazionale, più
devastante di quanto mai avrebbe potuto esserlo qualsiasi esercito di
occupazione. Mise a nudo i meccanismi attraverso i quali organismi
sovranazionali come la Banca Mondiale ed il Fondo Monetario
Internazionale costringono (dopo averli deprivati della propria
sovranità monetaria) gli Stati ad indebitarsi per cifre enormi che
mai saranno in grado di ripianare, se non cedendo progressivamente
parti sempre più cospicue della propria sovranità.
Un'operazione
che in Africa così come in quasi tutti i paesi definiti "in via
di sviluppo" è stata resa possibile stravolgendo in profondità
le economie locali in larga parte autosufficienti, basate
sull'autoproduzione e su un'industria manufatturiera di piccola scala
e trasformandoli in produttori di monocolture intensive destinate
all'esportazione, nella sede degli allevamenti intensivi e in
terminali per la predazione delle risorse di cui erano ricchi, salvo
poi abbandonarli al proprio destino nel momento dell'esaurimento
delle risorse stesse.
In
Occidente invece, nel solco di uno sviluppo declinato attraverso il
miraggio della crescita infinita, l'uomo moderno è stato
progressivamente spogliato della propria umanità, immolato
sull'altare di quella sfrenata competitività che proprio Sankara per
tutta la vita aveva osteggiato, in favore della cooperazione e
collaborazione fra le persone.
La
grande finanza, attraverso il proprio immenso potere è ormai
diventata l'unica vera proprietaria delle nazioni e delle vite dei
cittadini. La truffa del debito pubblico ha ristretto sempre più il
margine di manovra della politica, fino a renderne l'operato in tutto
e per tutto funzionale agli interessi finanziari. Le guerre
finanziarie mietono ormai più vittime di quanto non facciano i
conflitti armati, mentre gli Stati non sono più altro che linee
prive di costrutto tracciate sulle cartine geografiche.
Lo
"schiavo moderno" è privo di qualsiasi identità, sempre
più solo all'interno della moltitudine, perennemente alla ricerca di
un posto di lavoro che gli consenta di percepire un reddito
sufficiente a sopravvivere, educato esclusivamente a competere
anziché a collaborare e assolutamente incapace di autoprodurre
qualsiasi cosa. Individuo atomizzato, sradicato o sradicabile dal
proprio paese di origine, attore non protagonista di una vita ad
interim, con affetti ad interim, facilmente collocabile nel Paese
globale laddove ci sia bisogno del suo operato ed altrettanto
facilmente ricollocabile altrove ogni qualvolta sia necessario farlo.
Thomas
Sankara immaginava una "rivoluzione" che potesse portare
gli uomini a vivere agiatamente nella felicità, un agio ed una
felicità che potessero essere patrimonio di tutti e non solo di una
ristretta cerchia di persone.
A 30
anni dal suo assassinio purtroppo bisogna prendere atto del fatto che
con la sua morte è morto anche il suo sogno. L'agio e la felicità
continuano ad essere appannaggio di pochi e alla stragrande
maggioranza dell'umanità è impedito di goderne. Il potere della
grande finanza è ancora cresciuto nel tempo e la predazione delle
risorse si è fatta se possibile perfino più sistematica e feroce.
Gli
spazi per una "rivoluzione" come quella auspicata da
Sankara si sono fatti ancora più esigui, ma se c'è una cosa che lui
ci ha insegnato è a non arrendersi mai, a non diventare schiavi
dell'ineluttabile, a non perdere il coraggio di denunciare lo scempio
che la grande finanza sta facendo dell'umanità. Solo così ci sarà
possibile ricordarne ogni giorno la memoria con l'onore che merita.
4 commenti:
Non conoscevo questo personaggio e il tuo articolo mi ha spinto alla ricerca. Grazie. Anche se commento pochissimo ti leggo sempre.
Grazie a te, anche io ne conobbi la storia solamente qualche anno fa e più la studiai più mi entusiasmò.
E mi permetto di segnalare il famoso discorso che tenne a Addis Abeba, Etiopia, durante la 25° Conferenza Summit dei paesi membri dell'OUA il 29 luglio 1987, tre mesi prima della sua uccisione. Lo pubblicai anni fa, sia in versione audio che in versione trascritta. E' sempre e più che mai attuale ... :)
https://crepanelmuro.blogspot.com/2012/04/thomas-sankara-il-discorso-sul-debito.html
Buongiorno
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