L'impressione che si ha guardando all'operato del governo in queste sue prime cinque settimane di vita è quella di vedere un bimbetto vispo ed arzillo che in giardino sperimenta il proprio contatto con il mondo circostante, ma ogni qualvolta prenda in mano un oggetto potenzialmente “pericoloso” interviene la mamma a toglierglielo dopo avergli dato uno scapaccione sul culetto.
Non si tratta beninteso di una critica a Salvini e Di Maio, al contrario, loro si stanno impegnando e secondo me pure seriamente, ma piuttosto di una constatazione di come l'humus all'interno del quale sono costretti a muoversi consenta loro sempre meno movimento…..
Salvini sta tentando con ogni mezzo di contrastare la tratta di esseri umani che ha il nostro Paese come terminale, ma trova dinanzi a sé un muro di gomma, costituito da trafficanti di schiavi, professionisti della solidarietà pelosa buona solamente se rende un tanto al chilo, politicanti d’accatto, preti 2.0, magliette rosse e benpensanti in ordine sparso.
Vieta l’attracco nei porti agli scafisti delle Ong ed i trafficanti decidono di usare le imbarcazioni commerciali, blocca pure quelle e la mafia dell'immigrazione selvaggia decide di mettersi in proprio e si presenta in Italia con barche di proprietà, costringendolo ad imbarcare l'intero “carico" sulle navi della Marina (che sono già territorio italiano) per evitare il rischio di una catastrofe umanitaria di cui sarebbe lui il colpevole e non certo i criminali che hanno portato in mezzo al mare centinaia di profughi su un'imbarcazione fatiscente.
E come se non bastasse quando nonostante tutto (con molto coraggio) tenta di essere irremovibile intervengono Mattarella e pure qualche collega di governo a sbloccare la situazione, depotenziando di fatto le sue decisioni.
Di Maio dal canto suo ha un animo assai meno belluino, ma sta tentando con ogni mezzo di porre un qualche rimedio nel sociale e di contrastare la precarietà che, a braccetto con la disoccupazione, rappresenta uno dei peggiori mali del nostro tempo. Ma anche per lui dovunque si giri non si vedono altro che muri di gomma, innalzati con l'accusa infamante di essere colui che sta facendo perdere nel Paese centinaia di migliaia di posti di lavoro, come se i lavori saltuari e sottopagati attraverso i quali vengono vessati gli italiani meritassero davvero una qualifica del genere.
Troppe mamme insomma, troppo poca libertà di movimento e nessuna capacità di arrivare al popolo con strumenti che prescindano da internet e dai social media, dal momento che a 5 settimane dal suo insediamento l'esecutivo ha ancora contro di sé l'intero circo mediatico senza distinzione. Soprattutto su questo ultimo punto il governo dovrà lavorare in fretta ed alacremente, perché senza l'ausilio di una corretta informazione difficilmente si può cullare la speranza di andare lontano.
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