Diciamocela
tutta, da un governo disposto ad imporre coercitivamente nonostante
le proteste, l'inoculazione di dieci vaccini nel corpicino di un
bimbo di 6 mesi, ci si aspetterebbe come minimo un'attenzione
maniacale a 360 gradi per la salute dei cittadini. Invece al
contrario laddove finisce la parola vaccino, con tutto il suo
corollario di giri di affari miliardari nelle mani delle case
farmaceutiche, sembra finire assai miseramente anche l'interesse del
Ministero della Sanità per la salute degli italiani.
In
Veneto in modo particolare, ma anche in Piemonte, Lombardia e
Toscana, le falde acquifere di zone vastissime sono pesantemente
inquinate dai Pfas, sostanze chimiche usate per
l'impermeabilizzazione, la cui presenza nel sangue dei ragazzini di
14 anni raggiunge livelli preoccupanti, nonostante il Ministero di
cui sopra, impegnato con il morbillo e la scarlattina non si sia mai
preoccupato d'individuare una soglia di pericolo per la
concentrazione nel sangue di questi veleni....
Il
Pfas, composto chimico originato dalla fusione di solfuro di
carbonio e acido floridico creato nel 1938, viene usato
industrialmente per impermeabilizzare di tutto, dai giacconi agli
smartphone, alle padelle, alla carta da pizza, agli sci e le aziende
che lo utilizzano sono concentrate nelle regioni summenzionate dove
gli scarichi degli impianti chimici vengono riversati nei fiumi ed
entarno così nel circolo alimentare.
Dai primi risultati che
emergono dai controlli clinici iniziati a gennaio su ragazzi e
ragazze di 14 anni residenti nel triangolo dei veleni veneto le
concentrazioni di Pfas e Pfoa variano da 70 fino a 300 nanogrammi per
grammo e sarebbero senza dubbio preoccupanti, se gli organismi
preposti alla tutela della salute avessero dedicato la loro
attenzione all'argomento e si fossero premurati di fissare delle
soglie limite per questo genere di veleni.
Il governo invece, impegnato
nella vaccinazione di massa senza dubbio più redditizia, non solo
non si è preoccupato di affrontare i risvolti medici del problema,
ma non ha neppure ancora ritenuto necessario mettere a bilancio gli
80 milioni necessari per i primi interventi strutturali sulle reti
idriche.
La Regione Veneto, assalita
con tempismo quando ventilò di prorogare l'inamissibilità a scuola
dei bimbi non vaccinati, ma ignorata bellamente qualora si tratti di
affrontare problemi concreti, sta pensando (come ventilato dal
governatore Zaia) di emanare in proprio una legge che fissi i limiti
nella concentrazione degli inquinanti, dal momento che lunedì scorso
il Ministero della Salute (nonostante l'invito a provvedere da parte
del ministero dell'Ambiente) ha respinto la proposta di realizzare
una direttiva nazionale e un conseguente monitoraggio in tutto il
Paese, sostenendo che il problema Pfas sarebbe concentrato solo nelle
quattro province di Vicenza, Rovigo, Venezia e Padova, mentre in
realtà non è affatto così.
Insomma quando non c'è un
vaccino da testare o una multinazionale farmaceutica da compiacere,
la salute degli italiani diventa un fattore trascurabile, soprattutto
qualora ci siano in gioco gli interessi di altre multinazionali, come
la ICIG che ha sede in Lussemburgo e distribuisce veleni in Italia,
insabbiandone le conseguenze, con l'aiuto di un governo compiacente.
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