Se c'è
una cosa che nel nuovo millennio, imbevuto di progresso e sviluppo
come un babà al rum, sta diventando sempre più complessa ed
inarrivabile, questa è l'apirazione di riuscire a mettere insieme il
pranzo con la cena, possibilmente senza svuotare il portafoglio nelle
prime due settimane del mese, senza avvelenarsi e mantenendo in vita
almeno un embrione di quella sottile linea che separa il gustare il
cibo dall'ingurgitarlo semplicemente per mere ragioni di
sopravvivenza.
Del
problema di allestire il desco dal punto di vista economico abbiamo
già dissertato spesse volte su queste pagine, arrivando alla
conclusione che il progresso e lo sviluppo sono ipocalorici e assai
poco funzionali al sostentamento del corpo, prima ancora che
dell'animo.
Sul
problema di non avvelenarsi riteniamo valga la pena di spendere
qualche parola, alla luce della campagna di terrore messa in atto
dall'universo mediatico, dopo che l'OMS ha inserito le carni rosse e
lavorate nel novero delle sostanze cancerogene, alla stessa stregua
del fumo e dell'alcool.....
Ammesso
e non concesso che gli esperti ed i soloni della medicina siano in
grado d'individuare con sicurezza le cause di una malattia che
fondalmentalmente non conoscono e non sono in grado di curare,
dovrebbe essere evidente a tutti che il problema non riguarda la
carne in quanto tale, dal momento che gli uomini la mangiavano fin
dalla notte dei tempi, quando il cancro (malattia della modernità
per eccellenza) neppure esisteva. Il problema semmai è costituito
dalle sostanze che vengono usate per alimentare il bestiame, dallo
stato d'inquinamento in cui versano i pascoli e dagli adittivi
utilizzati per conservare le carni e gli insaccati, al fine di
renderli fruibili per il sistema di grande distribuzione al quale il
progresso ci ha ormai abituato.
Alla
luce di questa considerazione, senza dubbio le carni e gli insaccati
presenti all'interno degli ipermercati (e non solo) tossici lo sono
sicuramente, ma senza ombra di dubbio non solamente le carni rosse e
gli insaccati, bensì anche quelle bianche, le verdure, la frutta, i
vini, le bevande, fino ad arrivare all'acqua
del rubinetto che in molti casi è più tossica di tutto il
resto.
Questo
non perché gli alimenti succitati siano tossici o cancerogeni in
quanto tali, bensì in quanto i mangimi con cui viene allevato il
bestiame sono tossici, i terreni in cui vengono coltivate le verdure
e la frutta o gli animali brucano risultano pesantemente inquinati,
gli adittivi chimici usati per la conservazione e l'insaporimento dei
cibi contengono elementi ad alta tossicità e via discorrendo.
Ad
essere tossico è cancerogeno, con buona pace delle diatribe stantie
fra vegetariani e carnivori, è il modello di sviluppo che ci è
stato imposto ed abbiamo abbracciato in fondo senza farci troppe
domande. Gli isterismi collettivi come quello attualmente in atto
(una caduta nelle vendite di carni rosse ed insaccati del 20% in soli
2 giorni) sono semplicemente parte del disegno dell'elite mondialista
che ha in progetto di cambiare gli orientamenti alimentari della
popolazione, indirizzandoli dove può ottenere i maggiori profitti,
magari inducendo il "popolo bue" a credere che cibarsi di
bacarozzi o escrementi riciclati possa rappresentare un'esperienza
maggiormente salutare ed edificante.
A
prescindere dal fatto che si sia carnivori o vegani, a meno di
possedere un conto in banca con davvero tanti zeri, si continuerà ad
allestire (quando ci si riesce) un desco infarcito di alimenti
tossici e probabilmente cancerogeni, quale che ne sia il suo
contenuto, così come si continuerà a respirare aria pesantemente
inquinata e con tutta probabilità altrettanto cancerogena, anche se
un giorno non esistesse più la Volkswagen.
2 commenti:
Più chiaro di cosi.....
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