venerdì 18 maggio 2012

Cani e porci

Marco Cedolin

I primi sono i cuccioli che vivono con noi ed allietano le nostre giornate con la loro compagnia. I secondi la congrega di banchieri che senza averne diritto governa questo disgraziato paese e lo prosciuga di ogni risorsa, attraverso l'imposizione di una tale marea di tasse che avrebbe fatto impallidire perfino un professionista come il povero Padoa Schioppa. Fidando naturalmente sulla capacità degli usurai di Equitalia di estorcere denaro anche a chi ormai sta letteralmente morendo di fame.
Per la seconda volta si sta infatti tornando a parlare di un progetto di legge, mirato a tassare i possessori di animali domestici, finalizzato dal "nobile proposito" di rimpinguare le casse comunali, finanziando una migliore gestione del randagismo.
Stando alle pagine di Repubblica, leader indiscusso fra i giornalacci mainstream, la proposta di legge in oggetto avrebbe in un primo tempo riscosso i favori del governo, che si sarebbe poi però affrettato nel prendere le distanze, per bocca (o meglio tastiera) del sottosegretario all'Economia Gianfranco Polillo, che esprimendosi nel merito nel luogo deputato a discutere le leggi, cioè twitter, avrebbe definito l'appoggio precedentemente dato al provvedimento solamente una "battuta"....


Riteniamo giusto, per amore di decenza, non entrare nel merito dell'atteggiamento ambiguo con il quale il governo ormai da alcuni mesi introduce e poi ritratta l'argomento, dal momento che probabilmente si tratta solamente di "salti mortali" finalizzati a trovare la strada giusta per meglio indorare la pillola.

Ci preme invece soffermarci un attimo sulle conseguenze lapalissiane che verrebbero ingenerate dall'approvazione di un qualsivoglia disegno di legge che preveda la tassazione degli animali domestici presenti nelle nostre case, anche qualora l'introito venisse destinato a gestire il fenomeno del randagismo.
In primo luogo verrebbero colpiti dalla nuova tassa proprio quei soggetti (i possessori di animali domestici) che prendendosi cura di cani e gatti contribuiscono a ridimensionare il problema del randagismo, devolvendo agli amici a quattrozampe una parte del loro reddito.
In secondo luogo la tassazione provocherebbe una vera e propria escalation degli abbandoni, da parte dei soggetti meno sensibili, determinando un incremento esponenziale proprio di quel randagismo che la legge si proporrebbe di combattere.

Insomma un vero cortocircuito logico o se preferite una porcata, in conseguenza della quale gli animali domestici verrebbero ulteriormente vessati ed equiparati ad un'auto di lusso o ad una barca da diporto.
Con tutta probabilità, di fronte alle molte alzate di scudi che questa notizia ha provocato, la tassa verrà per il momento accantonata, per ricomparire entro breve tempo una terza volta, magari già approvata e pronta per l'uso, unitamente ad un nuovo disegno di legge che preveda di tassare le proteste un tanto a parola, naturalmente per finanziare il diritto a protestare, sancito dalla costituzione.

2 commenti:

marco schanzer ha detto...

Certamante questa metodologia del governare/sfruttare finisce qui . Ha raggiunto il capolinea .Bisogna pero' vedere se e' disponibile qualche energia alternativa . Abbiamo una Societa' ? Una Societa' che possa rilevare le funzioni governative necessarie dalle varie bande che si alimentano ancora dello "stato" conseguente alla seconda guerra mondiale ? Nel frattempo , la creatura di Grillo e' riuscita a instillare il dubbio in una parte della popolazione . Non la piu' talentuosa , ma la piu' perbenista . Non hanno mai smesso di esistere chiazze di realta' in cui la gente insiste a pensare che quel che fa ha un senso compiuto e che la situazione e' piu o meno sotto controllo . Nel tracollo , costituiranno una colonna di sostegno ? Riuscira' il popolino a trovare la forza di ammettere che pagare le tasse non e' da persone perbene ? Qualche testa calda nei ranghi della alleanza "globalizzatrice" dara' ordini stragisti ai militari o ai chimici ? Non sara' uno scontro alla pari , ma " the game is on " .

Anonimo ha detto...

Fa parte di una precisa strategia di controllo delle masse, quel che è grave è che non si tratta nemmeno della più complessa. Infatti è facile fare accettare provvedimenti impopolari: 1) facendoli credere indispensabili; 2) posticipandone l'entrata in vigore nel tempo; 3) applicandoli gradualmente (vedi IVA al 23% che si mangerà le poche tredicesime di quest'anno)...