venerdì 2 marzo 2012

Non picchiamo l'informazione e neppure i giornalisti

Marco Cedolin
Personalmente ritengo sia sbagliato picchiare un giornalista, per la semplice ragione che non penso le botte costituiscano il giusto mezzo da utilizzare, per insegnare a dire la verità e comportarsi con educazione ad un bambino e neppure ad un adulto.
Al di là della mia opinione personale, resta il fatto che negli ultimi giorni di concitata protesta  in Val di Susa, qualche giornalista è stato suo malgrado coinvolto in colluttazioni fisiche che certo non desiderava, prontamente documentate dal circuito mainstream, con quella dovizia di particolari che avrebbero meritato anche i pestaggi dei manifestanti, troppo spesso figli di un dio minore ed in quanto tali lasciati soggiacere nell’oblio mediatico anche quando manganelli e lacrimogeni si abbattono selvaggiamente su di loro.
I pestaggi gratuiti sono qualcosa di profondamente sbagliato, ma la valenza di questo ragionamento resta immutata a prescindere dal fatto che per “pestare” si usino le mani o piuttosto la penna.
In occasione della drammatica caduta di Luca Abbà dal traliccio dell’alta tensione e delle successive giornate di tensione sociale in Val di Susa, alcuni pennivendoli d’accatto (accettati da tutti i giornalisti come colleghi) hanno ritenuto giusto e doveroso picchiare duro e senza pietà, su un ragazzo che giaceva in coma….


nel letto di un ospedale, sospeso fra la vita e la morte.
Senza alcun rispetto per la tragedia avvenuta, per la persona e per i suoi cari, Luca è stato gettato in prima pagina etichettato come “cretinetti”, mentre altri impavidi eroi del giornalismo ritenevano giusto proporre un sondaggio deputato a sostenere che Luca in fondo la “morte” se l’era andata a cercare.
Oltre a questi due episodi eclatanti e certo meritevoli di un’espulsione dall'ordine, che mai avverrà, le botte sono state tante e dispensate alla rinfusa.
Contro la verità, come avviene da tempo immemorabile, contro i manifestanti, contro le loro ragioni, contro il buon senso, contro un’intera comunità e contro il diritto di tutti gli italiani a fruire di una corretta informazione.

Perché non iniziare ad usare la penna, per raccontare quello che accade realmente, magari riavvicinandosi a quella verità rinchiusa in un cassetto che per ogni giornalista dovrebbe rappresentare il dogma primo? Sono sicuro che non appena iniziassero a raccontare la verità, i giornalisti non li picchierebbe più nessuno, fuori dalle redazioni naturalmente.

1 commento:

Alba Kan ha detto...

Un video interessante...
http://www.youtube.com/watch?v=PBOV_4rExio&feature=socblog_ti