martedì 17 marzo 2009

L'acqua della Banca Mondiale


Marco Cedolin
Nel mondo globalizzato governato dai grandi organismi mondiali, si susseguono gli incontri ai massimi livelli. Riunioni, summit, forum, conferenze, G7, G8, G20, continuano a riproporre a latitudini diverse la medesima congrega di premier, ministri, magnati dell’industria e della finanza, impegnati a plasmare il futuro di alcuni miliardi di esseri umani e di un intero pianeta nella maniera che risulta più funzionale ai propri interessi. Si tratta degli stessi individui, degli stessi organismi e delle stesse multinazionali che hanno creato la crisi economica, la crisi finanziaria e la crisi ambientale ed ora stanno tentando di vendere, come tanti piazzisti, la cura miracolosa consistente nel farne pagare il conto a quei miliardi di persone che già stanno subendone le pesanti conseguenze all’interno del proprio quotidiano.

S’inserisce perfettamente in questa logica il Forum dell’acqua, apertosi ieri ad Istanbul e organizzato dal Consiglio Mondiale dell’acqua, una sorta di think – thank privato, diretta emanazione della Banca Mondiale e delle grandi multinazionali che proprio speculando sull'acqua
costruiscono i propri profitti. All’incontro prenderanno parte 3000 organizzazioni, circa 20 capi di stato e 180 ministri dell’ambiente di altrettanti paesi del mondo, fra i quali l’Italia rappresentata dal ministro Stefania Prestigiacomo.

I partecipanti hanno iniziato a discutere delle questioni relative alla disponibilità e alla sicurezza dell'acqua, partendo dall’allarme lanciato dall’ONU riguardo al fatto che nel 2030 la metà della popolazione mondiale si ritroverà a fare i conti con la penuria d’acqua a causa dei cambiamenti climatici, dell’aumento di popolazione, della crescente domanda di energia, e dell’incapacità politico-gestionale della classe dirigente mondiale.

Sono stati in molti a vedere un cortocircuito logico nel fatto che ad affrontare lo spinoso argomento fosse delegata proprio quella classe dirigente che ha contribuito a creare i presupposti della crisi idrica globale. Sono stati in molti (alcune centinaia secondo i pochi giornali che hanno dato la notizia) a protestare ad Istanbul contro l’apertura del quinto Forum internazionale dell’acqua, prima di venire caricati e manganellati dalla polizia (vedi foto) ricevendo il trattamento standard che le democrazie occidentali riservano abitualmente a chiunque osi dissentire.
Sono state 118 organizzazioni facenti capo a 33 paesi a sottoscrivere una lettera indirizzata al segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, all’interno della quale gli estensori della stessa domandano al capo dell'Onu di ritirare il proprio sostegno al Consiglio Mondiale dell'Acqua, mettendone in dubbio la legittimità e la trasparenza.Saranno in molti ad organizzare, proprio in questi giorni ad Istanbul, un Forum alternativo composto da tutti coloro che non riconoscono la legittimità del Consiglio Mondiale dell'Acqua, avendo ben compreso la reale natura dell’incontro, finalizzato a discutere la spartizione della risorsa acqua in funzione d’interessi assai lontani da quelli della collettività.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

L’acqua è un bene in via di estinzione, non a caso le grandi multinazionali con l’appoggio delle banche centrali, hanno fiutato il grande business, la parola d’ordine è “privatizzare”. Non a caso anche il Trattato di Lisbona scritto di pugno dalla BCE, prevede che l’acqua sia privatizzata. La gente non se ne rende conto, ma quando lo farà avrà l’esempio di Cochabamba!!!!!
E lasciamo stare le ricette anticrisi dei G7, G8, G20 ecc...
non vi lascia perplessi il fatto che ""tutte le misure adottate sono esattamente il contrario di quello che la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale (FMI) hanno raccomandato ai paesi poveri in momenti di crisi!!!""

marco cedolin ha detto...

Cara Alba,
sono moltissime le cose che mi lasciano perplesso.
A iniziare dal fatto che la congrega di malfattori auto postasi al governo del mondo, si dica "disposta a tutto" pur di tornare a quella "crescita" che ci ha portati fino a questo punto.
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.

Ferro e Seta ha detto...

Purtroppo penso che questi loschi figuri non sappiano bene quel che stanno smuovendo.
Finchè si accaparrano le risorse energetiche e decidono dell'economia, un'alternativa per sopravvivere c'è...ma se toccano l'acqua, bene primario per la stessa sopravvivenza (il copro è composto del 70% circa di acqua), non c'è scampo e allora anche il disinformato si troverà a dover combattere per la sopravvivenza.
Vedo un futuro a tinte fosche per questo pianeta se nessuno gli da una raddrizzata in tempo utile, purtroppo.

marco cedolin ha detto...

Caro Alex,
senza dubbio quando i tempi saranno maturi per la battaglia intorno all'acqua si tratterà di qualcosa di tragico.