Marco Cedolin
A New York è scoppiato ieri un gigantesco parapiglia all’interno della nutritissima folla che stava attendendo di partecipare ai provini del reality "America's Next top Model", provocando l’immediata sospensione delle audizioni che stavano avvenendo all’interno di un famoso hotel di Manhattan. Secondo il resoconto delle autorità non è risultato chiaro cosa abbia contribuito a generare il caos fra le migliaia di aspiranti, gran parte delle quali erano rimaste in fila per tutta la notte al fine di garantirsi il diritto all’audizione. Stando ad alcune ricostruzioni il fumo proveniente da un veicolo in sosta con il motore acceso potrebbe avere creato la psicosi del pericolo di un incendio innescando i disordini, o più semplicemente gli animi delle persone in coda in strada da moltissime ore si sarebbero surriscaldati fino al punto da dare il via ad una maxi rissa che gli agenti presenti hanno faticato non poco a contenere.
Quale che ne sia stata l’origine, e quali le responsabilità che sembrano pesare in larga parte sull’organizzazione delle selezioni, il bilancio definitivo degli scontri parla di 6 feriti trasportati in ambulanza all’ospedale, 3 persone arrestate e la strada antistante l’albergo ridotta ad un campo di battaglia, dove sono rimasti abbandonati dalle persone in preda al panico decine di sacchi a pelo che erano serviti alle aspiranti concorrenti per passare la notte, insieme a sedie, scarpe e vestiti. Il network Cw, deputato a mandare in onda la tredicesima edizione del reality, ha fatto sapere che le audizioni, finalizzate a scegliere fra migliaia di contendenti la decina di ragazze che alla fine parteciperanno al programma, sono state definitivamente cancellate per quanto riguarda New York, ma continueranno a Chicago, Dallas e Los Angeles. Si spera all’interno di scenari molto meno movimentati rispetto a quello della grande mela.
La vicenda, ben poco edificante, offre lo spunto per volgere uno sguardo disincantato fra le pieghe di una società che ormai incapace di offrire alle nuove generazioni concrete prospettive di futuro, preferisce dispensare illusioni, attraverso le quali incanalare le ambizioni dei giovani verso sogni di successo televisivo tanto improbabili quanto carichi di effimero appeal.
Quale che ne sia stata l’origine, e quali le responsabilità che sembrano pesare in larga parte sull’organizzazione delle selezioni, il bilancio definitivo degli scontri parla di 6 feriti trasportati in ambulanza all’ospedale, 3 persone arrestate e la strada antistante l’albergo ridotta ad un campo di battaglia, dove sono rimasti abbandonati dalle persone in preda al panico decine di sacchi a pelo che erano serviti alle aspiranti concorrenti per passare la notte, insieme a sedie, scarpe e vestiti. Il network Cw, deputato a mandare in onda la tredicesima edizione del reality, ha fatto sapere che le audizioni, finalizzate a scegliere fra migliaia di contendenti la decina di ragazze che alla fine parteciperanno al programma, sono state definitivamente cancellate per quanto riguarda New York, ma continueranno a Chicago, Dallas e Los Angeles. Si spera all’interno di scenari molto meno movimentati rispetto a quello della grande mela.
La vicenda, ben poco edificante, offre lo spunto per volgere uno sguardo disincantato fra le pieghe di una società che ormai incapace di offrire alle nuove generazioni concrete prospettive di futuro, preferisce dispensare illusioni, attraverso le quali incanalare le ambizioni dei giovani verso sogni di successo televisivo tanto improbabili quanto carichi di effimero appeal.
Il tronista, la velina, l’allievo di “amici”, il partecipante al grande fratello, a x factor o alla fattoria, sono diventati i nuovi punti di riferimento per intere generazioni di ragazzi costretti a muoversi su un piano inclinato destinato a traghettarli dalla scuola all’università ad un lavoro precario che molto spesso non avrà alcuna attinenza con l’oggetto degli studi fatti. Ragazzi figli di una realtà che cammina come un gambero, deprivandoli della possibilità di “costruirsi un futuro” assimilabile a quello delle generazioni che li hanno preceduti.
Tutti in fila a migliaia per un posto in TV, a sgomitare per un metro quadro del regno dell’effimero, dove la crisi non esiste, i soldi sono facili e si conquista l’ammirazione di tutti coloro che diventeranno adulti inseguendo un “posto al sole” che non arriverà mai, condannati a vivere nella realtà, fatta di lavoro precario e giocate “sfortunate” al superenalotto.
7 commenti:
Caro Marco, certo la societa` dei consumi e la pubblicita` fanno la loro parte, ma, secondo me, i maggiori responsabili sono i genitori che non insegnano i giusti valori ai figli, almeno nella maggior parte dei casi.
Un bellissimo articolo!
In fila per un "posto al sole" dove uno vi accederà e altri mille resteranno a guardare in attesa della prossima selezione, rimanendo in un limbo tra sogno e realtà.
E quell'uno avrà la stessa luminosità di una cometa e anche la stessa velocità, non lasciando nessuna traccia alla società che lo acclamava, nessun arricchimento economico, sprituale o altre ...NIENTE!
@Roberta
I genitori hanno colpa, ma pure loro, accerchiati dalla una nuvola di inconsistenza che la società offre, non riescono più a vedere i veri ideali per dare una vita VERA ai loro figli e allora li nutrono a Tv e illusioni (perchè la realtà è più dura da affrontare....ma prima o poi ci si fa i conti)
Dare a ognuno la propria droga, per far si che l'attenzione venga meno verso quello che conta veramente! Trucco alla Wanna Marchi, usato dagli stessi politici ma che ha origini in tutte le dittature della nostra storia. Un solo appunto debbo fare....la crisi caro Marco arriverà anche li, in quel mondo effimero basato sulle nullità socioculturali.... quando non ci sarà più da mangiare per tutti, sarà difficile convincere le persone che la TV sia anche commestibile!
Un saluto a tutti, Ceci
Cara Roberta,
sicuramente anche i genitori fanno la loro parte, come hai detto tu, ma tieni conto che molti fra i genitori di oggi fanno già parte della generazione dei "gamberi" e vivono nello stesso clima di precarietà dei loro figli, destinati a non potere avere una "carriera" ed una pensione come avveniva un tempo.
Cambiando discorso quali nuove dall'Australia?
Caro Alex,
molto bella la metafora della cometa, avrebbe calzato a pennello all'interno dell'articolo.
Caro Ceci,
il tuo appunto mi trova pienamente in sintonia, prima o poi la crisi arriverà anche nel dorato mondo della TV e non ci sarà più spazio per le comete, prendendo in prestito la metafora di Alex.
Ammazza... al confronto i provini del Grande Fratello dovevano essere un mortorio!
Caro Marco, novita` dall'Australia?
La crisi economica e` arrivata anche qua, anche se meno cruenta che in molti altri Paesi.
Il Governo laburista ha gia` dato una cifra una tantum ai pensionati e ad ogni bambino (con genitori con reddito medio-basso) per passare un buon natale e incrementare le vendite, tanto che le vendite sotto le feste sono aumentate di oltre il 30%. Comunque non basta.
Ora, ad aprile, tutti i lavoratori con un reddito medio-basso avranno un'altra cifra una tantum. Una per ogni singola persona.
Stanno cercando anche di incrementare la ricerca per le fonti energetiche alternative, ma siamo solo agli albori. (I laburisti sono al Governo da solo 1 anno e si sono trovati tantissimin problemi, compresi incendi e allagamenti)
Qui l'assegno di disoccupazione esiste da tantissimi anni.
Non mi sembra che la situazione sia ancora drammatica, ma vedremo in seguito, dal momento che i Paesi in crisi hanno diminuito gli acquisti di materie prime (che sono quelle che ci rendono di piu` in esportazioni). Essendo il dollaro australiano in ribasso, e` conveniente per gli altri comprare da noi,ma non per il nostro import.
Altre notizie: sono tornati i grandi squali nella baia di Sydney, da quando e` stata vietata la pesca anni fa per presenza di diossina. Adesso l'acqua e` piu` pulita e ci sono molti piu` pesci, per cui sono tornate di attualita` le reti anti-squalo per nuotare nella baia.
Non so che altro dirti, percio`, se vuoi sapere qualcosa di particolare, chiedi pure e io, se potro`, rispondero`.
Caro Luca,
il grande fratello nostrano ha ancora molta strada da fare :-)
Cara Roberta,
ho molto apprezzato lo spaccato di realtà australiana che ci hai raccontato,davvero estremamente interessante. Sarebbe bello se tutti i lettori del corrosivo che vivono all'estero, mi vengono in mente ad esempio il Brasile ed il Canada :-) facessero come te, dandoci modo di condividere informazioni di prima mano e non filtrate dai media, sulla realtà che si vive in questi paesi.
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