Marco Cedolin
Siamo tutti consci di quanto sia gravoso il mestiere di coloro che siedono nei banchi dell'opposizione, dopo essere stati fino a qualche anno fa accoccolati in quelli del governo e con la speranza neppure troppo segreta di tornare a breve a barbagliare degli antichi lustri.
Si può apprezzare appieno fra le fila dei barbassori che compongono il centrosinistra, un certo barcollio, una propensione smodata a barellare come vecchi barbogi, tremanti ed ubriachi, ogni qualvolta le circostanze li chiamino in causa per svolgere quel lavoro di opposizione che dovrebbe essere di loro competenza.
In effetti lo schierarsi, il prendere posizioni, il proporre alternative riguardo ai mille problemi seri e drammatici che compongono la realtà politica del nostro paese, presupporrebbe grande sfoggio di serietà e coerenza, attributi dei quali, per quanto ci si sforzi, non si riesce a trovare traccia
dentro alle file del centrosinistra.
Ecco allora che Rutelli e Fassino, con l'atteggiamento che da sempre è proprio dei veri leader, preferiscono non parlare dei soldati in Iraq, del mondo del lavoro, delle pensioni, dell'istruzione, delle ferrovie, delle compagnie aeree in estinzione, né di qualunque altra piaga fra quelle che stanno lacerando l'Italia dei nostri giorni.
Loro amano bettolare, darsi alle ciancerie, alle bagole, alla cavillazione e lo fanno riguardo ad un problema senza ombra di dubbio esiziale per il futuro del nostro paese.
Quale sarà il nome della nuova federazione riformista? Laddove in verità non si comprende cosa ancora vi sia da riformare, dal momento che il governo D'Alema e quello Berlusconi hanno praticamente riformato tutto.
Meglio usare due acronimi come "GAD" e "FED" oppure ricercare un termine che abbia più ampio respiro e riesca a suggellare le reali intenzioni di questa camarilla di uomini sull'orlo di una crisi di nervi alla ricerca della poltrona perduta?
Per riuscire nell'intento di accomunare in un solo nome, fra tutti quelli presenti nell'abbecedario, personalità così istrioniche e diverse fra loro quali il riccioluto Rutelli, il catriosso Fassino, il pingue e bonario, ma anche un po' beota Romano Prodi, nonché lo stuolo di feudatari minori che li contorna, ci voleva senza dubbio un termine nuovo ed in grado d'ingenerare entusiasmo nell'elettorato.
Scartati dunque gli "amanti del Brunello di Montalcino" "l'Unione delle casalinghe di sinistra" "Il partito degli automobilisti FIAT" "La confraternita dei consumatori Coop" ecco apparire all'orizzonte l'unico neologismo intriso di belluria, in grado di rappresentare coloro che si proporranno con fare belligero per governare l'Italia del futuro.
Alleanza! Non ci è ancora dato sapere (e certo consumeremo le nostre notti nel rovello di scoprire come andrà a finire) se si tratterà di "Alleanza democratica del centrosinistra" o più semplicemente "Alleanza Democratica" ma certo già a priori si può percepire la sensazione del nuovo che avanza, quell'emozione un po' rubata al Sabato del Villaggio di un futuro diverso, foriero di novità, impalpabile ma già così presente, che ci sta correndo incontro.
Anche il camerata pentito Fini Gianfranco, all'acme della propria apostasia, se ben ricordo era giunto a simili conclusioni, ma questo ha poca importanza, l'essenziale è sempre distinguersi, parlare di cose serie e manifestarsi nella propria unicità.
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