Marco Cedolin
Si è appena concluso il referendum che ha consegnato l'Italia nelle mani di Confindustria.
Maroni e D'Amato hanno già estrapolato dai risultati dell'urna la realtà oggettiva che a tre italiani su quattro dell'articolo 18 non importa assolutamente nulla.
Tirato fuori il vestito della festa non hanno mancato di esternare le proprie considerazioni, con l'entusiasmo che deriva loro dal fatto di avere la via completamente libera per perseguire l'agognata politica di sistematica soppressione dei diritti dei lavoratori.
Ma la vera sorpresa arriva da sinistra, dove Rifondazione Comunista ha dato il via libera all'avvio di un accordo con quell'Ulivo che solo due giorni fa ha immolato i “sacrificabili” che ancora credono in un mondo migliore, sull'altare del capitalismo.
Per battere il governo Berlusconi l'unica strada che gli imborghesiti e ottusi leader della sinistra riescono a vedere è quella di sciommiottare pateticamente la casa delle libertà, il tutto naturalmente sulle spalle degli italiani.
Fausto Bertinotti sceglie di accodarsi a tutta la serie di partiti che anzichè rappresentare un'alternativa al cavaliere sono pronti semplicemente a sostituirlo adottando ovviamente la stessa linea politica.
A nessuno fra i tanti ligi figuri che occupano le loro giornate “scaldando le poltrone” è balenata nel cervello l'idea di battere Berlusconi conducendo un'opposizione basata sul sociale, magari portando in piazza le masse contro i giornalieri insulti alla costituzione e alla dignità dell'individuo.
Probabilmente dialogare con il popolo ed accreditarsi la sua fiducia risulta impresa improba per chi non conosce altra ideologia che quella dell'utilitarismo.
Disquisire di destra e sinistra di fronte a individui che perseguono semplicemente interessi di potere, svuotati di ogni minima parvenza ideologica è semplicemente ridicolo.
La sinistra nostrana (ma perchè ci ostiniamo a chiamarla sinistra?) sta preparando, con l'apporto di Rifondazione un "polpettone" tanto disomogeneo quanto senza senso nell'illusione di ripetere i risultati di qualche settimana fa.
In base a quale logica perversa si pensa che gli elettori possano prendere sul serio un simile coacervo di visioni diverse quando non antitetiche del modo di stare in politica.
Cosa mai accomuna i comunisti di Bertinotti e Diliberto ai sinistroidi imborghesiti e asserviti al capitalismo di Fassino, ai democristiani di Rutelli, ai socialisti tangentisti di Boselli, per non parlare dei vetero scudo crociato di Mastella?
Assolutamente nulla, come il nulla che traspare da una simile manovra già perdente in partenza.L'elettore italiano già da tempo in stato confusionale fra il capitalismo "doc" di Silvio Berlusconi e quello fotocopiato del figliol prodigo Romano Prodi altro non potrà fare che scegliere il primo che perlomeno è l'originale.
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