Ascoltando
la cacofonia schizofrenica dell'universo massmediatico in queste
ultime settimane, continua a ronzarmi nella testa il gingle di uno
sciocco carosello degli anni 70 "Il paese dell'incontrario, dove
sia non si sa, io lo so ma non lo dico", dal momento che proprio
in un "paese dell'incontrario", assai meno idilliaco di
quello della pubblicità di 40 anni fa, ho la sensazione di
ritrovarmi a vivere in questo mio presente ricco di tinte fosche e
scampoli di realtà dai toni drammatici....
Gli
Usa e la Ue, nel bel mezzo di una crisi economica che sta
scarnificando la dignità delle famiglie e violentando il futuro
delle nuove generazioni, fingono che non sia successo nulla e si
dedicano ad altri problemi, secondo loro più impellenti. Dopo avere
distrutto e gettato nella barbarie l'Afghanistan, l'Iraq e la Libia,
violentato la Siria e ridotto in miseria buona parte dell'Africa, gli
stessi "distruttori di mondi" si scoprono improvvisamente
"amici" degli africani, degli afgani, degli iracheni, dei
siriani, ma soltanto qualora gli stessi abbandonino il proprio paese,
per correre in occidente sotto forma di migranti che anelano ad un
futuro migliore. Il tutto senza considerare minimamente il fatto che
costoro un futuro migliore lo avevano già in patria, prima che le
"volenterose" bombe della Nato lo mandassero in frantumi.
Nè il fatto che nella maggior parte dei paesi occidentali il futuro
sta diventando un incubo per le stesse popolazioni locali, anche
grazie al dumping sociale che la politica dell'immigrazione
indiscriminata senza dubbio favorisce.
Nel
delirio dell'elitè mondialista e dei suoi figli che si tolgono per
un paio d'ore le Tods per marciare a piedi scalzi contro Orban e
tutti coloro che si oppongono all'immigrazione (o deportazione che
sarebbe più corretto) in Europa di milioni di persone, il nemico
principe è quello che ancora resta degli stati sovrani. Le identità,
le tradizioni, le peculiarità dei singoli popoli, sono mostri che
vanno espiantati, all'insegna di un mondo nuovo, senza frontiere, ma
anche senza diritti. Il mondo McDonald's, una distesa appiattita di
"sopravviventi" apolidi, deprivati di qualsiasi identità e
costretti a lavorare e consumare come ossessi per riuscire a tirare
avanti la propria esistenza.
A
Monaco ed a Vienna migliaia di profughi entrano trionfalmente in
città fra gli applausi della popolazione, reggendo in mano la foto
della Merkel, senza che a nessuno dei giornalisti impegnati ad
immortalare l'evento venga in mente di domandarsi chi ha creato quei
profughi e per quale ragione lo abbia fatto. Al largo delle coste
siciliane, spesso più vicino a quelle africane che all'Italia, quasi
quotidianamente naufragano barconi carichi di migranti, i più
fortunati dei quali vengono tratti in salvo dalla marina nostrana,
evitando di annegare come invece accade a molti altri. La "buona
stampa" altrettanto quotidianamente documenta le tragedie con
dovizia di particolari, senza però mai chiedersi chi stia inducendo,
per ingrassare il proprio tornaconto, masse sempre più cospicue di
disperati a salire sui quei barconi, alla ricerca di un Eldorado che
non esiste, nè esisterà mai.
Come
se tutto questo teatrino dell'assurdo non fosse già abbastanza
disperato e disperante di suo, i professionisti della comunicazione,
mai come oggi specializzati nell'orientamento del pensiero, non
lesinano di condire il tutto con lo sciacallaggio sulle foto di
bambini morti e sui migranti deceduti nelle circostanze più
raccapriccianti, additando chiunque osi mostrare scetticismo verso la
globalizzazione mondialista come il depositario di una colpa
universale.
Gli
economisti che attraverso la propria professionalità ci hanno
condotti nel baratro di una crisi irreversibile, ci informano che nei
prossimi 40 anni l'Europa dovrà accogliere 250 milioni di migranti
che alla luce di un curioso ragionamento cervellotico dovrebbero
servire (così come serve una merce) a pagare le pensioni degli
europei. Ma nessun giornalista in carriera ha pensato bene di
domandare a costoro quali prospettive di lavoro avranno gli europei
nei decenni a venire, nè cosa ne sarà dei paesi di provenienza
dell'immigrazione di massa.
Il
bestiario politico non si mostra certo migliore del reparto
orientamento del pensiero. Matteo Renzi afferma di ritenere una
bestia chiunque non condivida il pensiero del PD e alla luce dei
risultati elettorali del suo partito trasforma l'Italia in un paese
di animali. La Merkel si trasforma da satanasso in fatina buona. Il
premio Nobel Obama dimentica le proprie responsabilità nella
distruzione di almeno una mezza dozzina di stati sovrani, continua a
coccolare l'Isis e si scaglia contro il presidente Assad, uno dei
pochissimi leader che sta davvero combattendo il terrorismo.
Il
paese dell'incontrario, dove i carnefici si trasformano nei "buoni"
da ammirare, le bestie da macello vengono addittate come lupi
assassini ed i radical chic marciano scalzi in segno di protesta,
mentre chi scalzo lo è per davvero si suicida compostamente, senza
che il circo mediatico ed i radical chic lo ritengano meritevole
della propria attenzione.
7 commenti:
Grande articolo scritto da uno spirito indomito. Grazie Cedolin
“Tenendo conto del tuo dharma, non devi tentennare. Per un guerriero, non c’è niente di meglio che combattere il male. Il guerriero che affronta una guerra siffatta dovrebbe essere contento, Arjuna, perché essa si presenta come un cancello aperto per il cielo. Ma se non partecipi a questa battaglia contro il male, subirai l’onta, violando il tuo dharma e il tuo onore.” (Bhagavad Gita II, 31-33)
buona sera,
ho letto con molto interesse il suo articolo. lo condividerò con i miei amici/che
grazie
Marco sei sempre il numero "1"....
Condivido buona parte l'articolo del sig. Cedolin, però non credo si possano definire "positivi" dei regimi dittatoriali quelli che c'erano prima in Afganistan, Iraq, Libia etc. Quel che è certo, secondo me, è che prima non si è fatto nulla da parte dell'Occidente per contrastare i vecchi regimi e poi si è creato una situazione caotica che facilita l'attuale situazione drammatica delle popolazioni che sono ora spinte all'espatrio.
Piccola provocazione: ma siamo cosi sicuri che in Italia ci sia una devastante crisi economica? Infatti non riesco a capire come si possa sopportare tutto questo bailame da parte di politici eletti e non, vedi rappresentanti sindacali e di categoria, quando alla fine sarebbe opportuno abbassare la guardia e cercare di dialogare veramente e soprattutto con l'opinione pubblica vigile.
Bye da Luca
Marco, come non condividere e sottoscrivere ogni tua parola? Già condiviso ed ora lo farò anche in alcuni Gruppi. Grazie sempre!
Per il Sig. Luca: anche in Cina e a Dubai ci sono dei regimi dittatoriali (a meno che non mi sia perso la notizia che da quelle parti votano per le elezioni o i referendum), ma non mi pare che a qualcuno importi qualcosa del regime politico di questi Paesi: lì ci sono i denari, così tanti che si sono comprati un bel po' delle nostre aziende, per cui sono diventati in quota parte anche i nostri padroni: di conseguenza, da bravi Arlecchini, noi i padroni li serviamo tutti e la democrazia la esportiamo solo dove vuole lo zio Sam.
Sulla crisi economica: il fatto che non abbia ancora devastato lei personalmente non vuol dire che non ci sia, ma se avrà la pazienza di aspettare probabilmente prima o poi verrà anche il suo turno. Mi perdoni se sono un po' ruvido, ma in tempi di guerra non è il caso di guardare tanto per il sottile.
Per Marco: ti sto pubblicando, così il regime avrà una piccola occasione in più per ricordarsi di te! :-)
Ma il Sig. Maurizio 59 ha letto bene le parole che ho scritto sul commento a riguardo della crisi? Comunque, se le fa piacere, la informo che sono stato in cig per 2 anni e in mobilità per 1 per poi trovare un lavoro pagato il 30% in meno di prima.
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