Ho sempre pensato che uno dei mali
peggiori delle società moderne sia l'indifferenza. Ne parlò anche
il Papa e mi sentii profondamente d'accordo con le sue parole, pur
non essendo cattolico e per quanto strumentalmente interpretate dai
media e oggettivamente interpretabili in tante diverse maniere.
L'indifferenza verso chi sta peggio di noi, come frutto avvelenato
dell'individualismo e dell'egoismo, di quello strisciante darwinismo
sociale tipico delle società capitalistiche. Eppure, ancor peggiore,
e' l'indifferenza aggravata dal razzismo. Quell'essere indifferenti
all'altro in virtù del suo colore della pelle, della sua religione,
provenienza geografica o cultura.....
Quell'inaccettabile discriminazione, a
parità di condizioni (alle volte, ben peggiori), che tanto avevo
odiato verso i negri americani, i nativi, o altri, anche decenni dopo
l'eliminazione delle norme discriminanti. Per questo, mai avrei
creduto di potermi trovare davanti alla sua "istituzionalizzazione"
de facto verso chi e' della stessa famiglia, razza, nazione e
cultura, proprio nel mio paese natio.
Certo, mai dichiaratamente, sempre
subdolamente e con tutta l'ipocrisia tipica del "buonismo
mondialista" che caratterizza l'involuzione della
socialdemocrazia occidentale e del suo zoccolo duro: il c.d. "ceto
medio semicolto" nazionale - sempre meno medio e sempre meno
colto - destinato a vedere progressivamente crollare il suo status
sociale per via delle politiche che egli stesso propaganda, e la
"nuova borghesia cosmopolita", destinata a sopravvivergli,
per come magistralmente descritta da Preve (1) nei suoi lavori.
Quella che non ha nazione, bandiera, confini o cultura che non sia il
business ed il libero scambio. Quella che ha il cuore che batte alla
"City" e la testa a New York; quella che vuole un mondo
chiamato mercato e un solo Dio chiamato denaro.
Proprio così, per questi soggetti,
marionette inconsapevoli di Elite e poteri veri, non c'è nulla di
peggio che essere bisognosi e della stessa vituperata nazione. E non
c'è nulla di peggio dello zelo servile e giacobino con cui ripetono
e impongono il mantra che gli hanno inculcato,con ben altri fini e
scopi di ingegneria sociale ed economica. Per cui, se un italiano
ruba per fame, viola la legge, non paga il conto o evade le tasse,
non paga l'affitto, sbraitano subito con giustizialismo fermo,
invocano l'atavica tendenza all'Italica furberia e una stretta di
vite della polizia e della finanza, che non lesina manganello e
sanzioni. Se lo fa l'immigrato, il profugo o il clandestino, il Rom,
reclamano compassione, comprensione, tolleranza e assoluzione,
impunità. Perché lui e' diverso.
Nella morsa della crisi, vediamo
migliaia di pensionati anziani, famiglie e genitori, perdere
quotidianamente il lavoro, la casa, il reddito, anche solo per
mangiare, dopo anni di tasse, balzelli e contributi. Vediamo i
suicidi, continui e silenziosi, le mense della Caritas che si
affollano di insospettabili, i vecchi rovistare i cassonetti.. E' il
Mercato, c'è la crisi, non ci sono soldi e non possiamo mantenerli.
Sono parassiti. Addirittura, e' colpa loro, sono choosy e viziati.Va
bene così, purché non se ne parli, purché non pretendano, purché
non protestino e non creino fastidio a chi deve lavorare, perché
ancora può farlo. Non devono esistere, se non nelle statistiche e
nelle campagne elettorali.
Eppure, siamo in grado di accogliere e
salvare mezzo mondo, spendere 35 euro per mantenerli, dargli un
tetto, tre pasti al giorno, le schede telefoniche, e quant'altro, per
milioni di euro di spesa. Eppure, siamo in grado di finanziare guerre
per crearli e spingerli qui da noi, per molti più milioni e milioni
di euro. Guai a mettere in dubbio anche solo la fattibilità o la
ragionevolezza della cosa, viene giù il mondo. Tra un aperitivo e
l'altro, la partita di calcio ed il TG, giù gare di solidarietà,
camminate scalze, sindacati in piazza e appelli all' accoglienza e
alla giustizia divina. Non si pretende che capiscano i limiti e
l'inganno della manovra in atto, ma quantomeno che ciò che
pretendono (e viene fatto) per loro, sia fatto anche per chi, da
italiano, ha bisogno come loro. A casa sua, nella sua terra, per
colpa del suo governo, per il quale paga le tasse e con il quale ha
un credito economico e sociale. Un patto sociale tradito e umiliato,
tra cittadini e rappresentanti. Non si pretende, anche se lo si
auspica ragionevolmente, che vengano "prima gli italiani",
ma non si può nemmeno accettare che vengano sempre dopo, per non
dire mai. Qualcuno lo chiamerebbe "razzismo al contrario",
ma non esiste un razzismo dal giusto verso. Esiste il "razzismo"
e basta. In tutte le sue forme ed evoluzioni orwelliane, di cui
questa e' la più vigliacca e subdola. Anche se fa molto trendy e
radical chic.
1 commento:
Ottimo: anche questo finisce su europadeipopoli.org.
Ciao,
Maurizio
Posta un commento