Uno dei tratti salienti che hanno
caratterizzato l'ultimo decennio é senza dubbio l'esportazione della democrazia occidentale, omologata secondo il modello americano e
veicolata ovunque sia stato possibile, spesso in maniera coatta e con
l'ausilio delle bombe.
Dopo la "democraticizzazione"
dell'Europa dell'Est, intervenuta come corollario del crollo
dell'Unione Sovietica e del mito del comunismo, per realizzare la
quale é stata necessaria solamente qualche "spinta" data
al momento giusto nel luogo più consono (da Ceausescu a Milosevic
sarebbero molte le storie da raccontare e sulle quali riflettere) da
parte dell'amministrazione USA, dei suoi padroni e dei suoi servi é
maturato il convincimento che si dovesse proseguire sulla strada
intrapresa raddoppiando gli sforzi e sostituendo le spintarelle con
veri e propri schiaffoni.
Prima é toccato all'Afghanistan di Bin Ladin, reo
di essere stato scelto come caprio espiatorio degli auto attentati
dell'11 settembre, assaporare il dolce gusto delle bombe e della
democrazia....
Poi all'Iraq di Saddam Hussein, reo di
possedere armi di distruzione di massa tanto ferali quanto
inesistenti, venire investito da una tale dose di democrazia quale
era sufficiente a riportare indietro il paese di almeo un secolo.
Poi alla Libia di Gheddafi, accusato di
sterminare il proprio popolo, come accuratamente documentato nei
filmati girati ad Hollyvood e nel Qatar, subire una democratica caccia all'uomo, portata con l'ausilio dei missili Tomahawk che hanno
distribuito la democrazia in maniera equanime radendo al suolo buona
parte del paese.
Infine alla Siria di Assad, dove
fortunatamente la democrazia fatica ad affermarsi e per ora alligna
solamente fra le orde di mercenari che massacrano donne e bambini,
aiutati nel proprio lavoro dagli uomini dei corpi speciali dei paesi
occidentali e dall'arsenale di armi di distruzione di massa che
l'Occidente distribuisce loro in maniera più o meno ufficiale.
Mentre nel frattempo la democrazia
sbocciava anche nella Tunisia di Ben Ali e nell'Egitto di Mubarak,
fortuntamente in maniera meno impetuosa, grazie alla disponibilità
dimostrata dai due "dittatori" a lasciarsi deporre senza
combattere, nell'ambito di quelle che sono state veicolate
nell'immaginario collettivo come rivolte popolari.
Oggi nell'Afghanistan democratico si vota come negli USA (e come negli USA occorre qualche mese per
portare a termine lo spoglio delle schede), ma le donne, sia quelle
che non hanno più il burka sia quelle che ancora lo portano, vengono
regolarmente sterminate dai droni statunitensi mentre vanno a fare la
legna o quando partecipano ad un matrimonio o quando devono recarsi
all'ospedale a partorire. In Afghanistan la democrazia si specchia
quotidianamente nella guerra permanente, nelle stragi di civili, in
un paese ancora più devastato di quanto non lo fosse prima, dove
l'unica novità sono i centri commerciali nuovi fiammanti dedicati
agli operatori occidentali e all'elitè al servizio degli USA ed il
rifiorire delle coltivazioni di oppio che gli anti democratici
talebani avevano eliminato.
Oggi nell'Iraq democratico, che si é
ormai lasciato alle spalle gli "anni bui" di Saddam Hussein, quando il paese era all'avanguardia nella regione, sia sotto
il profilo tecnologico ed economico, sia sotto quello dei diritti
umani e delle donne, come testimoniato dagli stessi rapporti
dell'ONU, si vive in una sorta di polveriera senza senso nè
costrutto. Composta da città stato dominate da bande tribali e da un
governo fantoccio eletto dall'amministrazione a stelle e strisce.
Senza che esistano più un tessuto industriale e una capacità
produttiva degne di questo nome. Senza che il paese abbia più un
qualche peso economico, con la popolazione costretta a vivere fra le
macerie di un tempo che fu ed a morire alla disperata ricerca di cibo
all'interno di qualche mercato dove quotidiamente deflagrano
autobomba prive di pietà ma sempre molto ricche di democrazia.
Nella Libia democratica e libera non
c'é più il petrolio "di Gheddafi" a sostenere una
politica socialista attraverso la quale garantire una vita dignitosa
alla gran parte dei cittadini. Ci sono solo macerie condite con
l'uranio impoverito, intorno alle quali aggirarsi con la speranza di
riuscire a mettere insieme il pranzo con la cena, lotte intestine,
morti ammazzati ed un futuro da declinare nel segno della miseria.
Come si può evincere da una semplice
osservazione della realtà, depurata dalla mistificazione dei media
mainstream che inseriscono ogni paese "liberato"
all'interno di una bolla di oblio mediatico dalla quale nulla filtra
più, la democrazia é allo stato attuale delle cose l'unica vera
arma di distruzione di massa, della quale l'Occidente fa un uso
smodato, ben conoscendone le devastanti potenzialità.
6 commenti:
Della serie , quando la democrazia è una feroce dittatura paracula.
Guardi Tommaso..che non e' un telefilm....la cosa la riguarda ...
Aggiungerei che l'IRAQ aveva anche persone di primordine nel govwerno ....che sono state cancellate o uccise da chi scrive la storia sui media .
Ma la sensazione generale e' che
il potere viene usato per l'autodistruzione .
Ciao Marco,
la vera arma di distruzione di massa è l'uso delle parole, se spacciano da una vita il termine democrazia, come tanti altri vocaboli (lista infinita), non è detto che il significato sia quello che noi pensiamo sia.
Hanno distrutto/alterato il senso comunicativo cioè la base della società, per i soliti fini di controllo e manipolazione. Se tutti continuano a dormire il potere sarà così centralizzato che 1984 di Orwell diventerà realistico al 100%, a che percentuale siamo già ora???
I media dicono il contrario, usano un linguaggio orwelliano, sarebbe ora che lo capiscano tutti quanti che vi stanno prendendo in giro, ma le persone finchè non sono toccate sul personale se ne fregano, intanto la dittatura (oh pardon la democrazia!) avanza a fuoco lento...
Saluti
La parola DEMOCRAZIA , usata a sproposito , anzi come un arma minacciosa.....e' arrivata con gli USA , vincitori della guerra nel 1943 .Facevano un uso similmente grottesco anche di LIBERTY .A me la parola LIBERTY , faceva paura , da bambino...perche' la associavo ai sentimenti in relazione aiquali veniva brandita ( frequentavo bambini statunitensi ) .Mi pare , pero' , che convenga resistere , e continuare a usare quwesta parola in modo diverso . Anche se ,qualche equivoco lo genera.....Gheddafy , diceva che demo-crasi vuol dire il potere di chi e' seduto....e noi siamo confusi su quale sia la gente a cui si riferisce . Propongo di cercare una parola migliore per definire un governo in positivo . Poi potremmo rimpiazzare CRIMINALE .
* Gheddafi , ovviamente , e' colui che spiego bene , per iscritto , perche' la democrazia rappresentativa non e' affatto Democrazia .
40 anni fa .
Ciao Marco,
basta guardare ciò che sta succedendo qui da noi, non solo con questo governo alieno, ma anche con quelli precedenti, democraticamente eletti, che hanno dichiarato guerre a paesi che non rappresentavano alcuna minaccia per noi. Guerre che nessun cittadino voleva!
Hans-Hermann Hoppe ha scritto un saggio sul tema molto azzeccato: Democrazia, il dio che ha fallito.
Michele
Posta un commento