Esauriti
Nerone, Scipione e tutta la carneade di anticicloni africani che
hanno canicolato la nostra estate, il cielo si è fatto cinericcio e
le prime piogge ci hanno trasportato d'imperio all'interno di un
autunno che in molti vaticinano caldo, se non caldissimo, guardandolo
da un'angolazione più sociale che non metereologica.
Almeno
metà degli italiani ha passato le ferie a casa, dividendosi fra il
ventilatore e l'aria condizionata del centro commerciale, ma anche
molti fra coloro che in vacanza ci sono andati hanno fatto timide
toccate e fuga, dal momento che a furia di raschiare il fondo del
portafoglio troppo spesso rimangono solamente la patente e la tessera
sanitaria in cui specchiarsi.
Così
il comparto turistico, intorno al quale un paese "da cartolina"
come l'Italia dovrebbe basare la propria economia ben più che sull'industria siderurgica, ha subito l'ennesimo tracollo nell'ordine
del 15% che tradotto nella vita reale (quella regolarmente
dimenticata dagli economisti di ogni razza che preferiscono occuparsi
di borsa e di spread) significherà migliaia di aziende che
chiuderanno i battenti e centinaia di migliaia di lavoratori che
verranno a fare compagnia a noi disoccupati....
Nonostante
molti benpensanti sostengano che l'effetto taumaturgico delle riforme
portate avanti dal governo di Goldman Sachs non si sia ancora
manifestato, in realtà la "cura" Monti sta uccidendo il
malato con eccellente tempestività e chi ancora promette e
sproloquia riguardo ad immaginifiche riprese economiche e
fantasmagoriche luci alla fine del tunnel, in realtà parla di
fantasmi e fuochi fatui, ma lo fa con la consapevolezza di mentire.
Non
occorre certo essere economisti e neppure avere una laurea, per
comprendere come sia stato ormai superato il punto di non ritorno e
in mancanza di un improbabile radicale sovvertimento del modello
sociale basato sulla crescita, il destino di buona parte di noi non
possa essere che quello di albergare sotto ad un ponte, alla perenne
ricerca di un desco caldo e di qualcosa con cui coprirci.
Quest'ultima
esternazione potrebbe venire stigmatizzata come un mero esercizio di
pessimismo, ma è sufficiente leggere la realtà, dopo averla
spogliata delle sovrastrutture posticce create dalla manipolazione
dei mestieranti finanziari, per comprendere che trattasi
esclusivamente di sano realismo che non necessita neppure di una
capacità di lettura estremamente raffinata.
Il
costo della vita continua ad incrementare in maniera esponenziale (il
superamento dei due euro al litro del costo della benzina è solo la
punta dell'iceberg), mentre la capacità di costruire reddito da
parte dei cittadini diminuisce di pari passo.
Le
retribuzioni dei salariati ed i profitti degli imprenditori si
riducono, i grandi gruppi industriali e non licenziano a ritmo
forsennato, dal momento che si tratta dell'unica via per consentire
dei momentanei successi sul mercato azionario. Le piccole imprese e
le attività commerciali chiudono i battenti (150mila attività
commerciali stimate per il solo 2012) e lasciano a casa i dipendenti,
privi di qualsivoglia ammortizzatore sociale. Il 35% dei giovani sono
senza lavoro e la maggior parte di coloro che hanno trovato una
qualche occupazione, non appena arrivata a 30 anni si aggiungerà al
gruppo, perché una volta terminati gli incentivi verranno mandati a
casa ad alta velocità. Chi perde il lavoro dai 40 anni in su non ha
alcuna speranza di recuperare un'occupazione che prescinda da qualche
lavoretto part time buono forse per comprarsi le sigarette, se i
banchieri non decideranno di aumentarne il prezzo ulteriormente.
Ne
consegue che il gap fra il reddito che gli italiani sono in grado di
realizzare e quello necessario per condurre una vita dignitosa
(pagare mutui, affitto, bollette, riscaldamento, generi alimentari,
mantenimento dell'auto ecc) continua ad approfondirsi sempre più.
Mentre al contempo il governo Monti continua a varare nuove riforme
che di fatto trasferiscono risorse dai cittadini al sistema bancario,
drenando qualsiasi bolla di sopravvivenza ancora esistente.
In
parole povere sempre più cittadini stanno perdendo il lavoro, senza
speranza di recuperare una qualche prospettiva occupazionale, molti
fra coloro che ancora lavorano non realizzano più un reddito
necessario al sostentamento, i consumi di conseguenza si riducono
progressivamente, generando nuove chiusure e nuovi licenziamenti,
mentre al contempo il governo continua a perseguire una politica di
aumento della tassazione, destinando gli introiti (comunque calanti a
causa della riduzione dei consumi e dei contribuenti) a rimpinguare
le casse del sistema bancario, ormai diventato un organismo
autoreferenziale che sta dismettendo le aperture di credito alle
famiglie ed alle imprese. E praticando la progressiva eutanasia dei
servizi al cittadino (sanità, scuola,trasporti pubblici ecc) con
conseguente aggravio dei costi per ciascuno di noi.
La
maggioranza delle famiglie sta ancora riuscendo a sopravvivere grazie
alla stampella costituita dalle pensioni di genitori e nonni, alla
vendita del patrimonio immobiliare privato, al depauperamento di
quelli che usualmente venivano chiamati "risparmi di una vita".
Ma ogni giorno che passa un numero crescente di persone non riesce
più a pagare tutto quello che gli viene richiesto, entra nel novero
degli evasori fiscali (per qualche cartella esattoriale che non può
onorare) ed inizia ad essere perseguitato da Equitalia, che gli
porterà via la casa in cui sopravvive o quel che resta della
pensione, del salario o del conto in banca.
Sarebbero
queste le basi sulle quali poggiare la prospettiva di una ripresa
economica prossima ventura ed i presupposti per sproloquiare su
fantomatiche luci che magicamente comparirebbero in fondo al tunnel?
In fondo al tunnel l'unica luce è quella del bidone con il quale
tenteremo di scaldarci, avvoltolati dentro ad un cartone consunto.
Forse è arrivato il momento di prenderne coscienza ed iniziare a
reagire, anche se potrebbe già essere troppo tardi.
5 commenti:
Ma il lavoro non possono rubarlo , se non rubando prima le menti . Con il lavoro , l'assenza dei loro soldi conta ben poco .Quel lavoro che va indirizzato ad una societa' e non ad un accumulo personale .
Sono 2 le cose da fare :
-cominciare subito a passare a quel lavori che producono le cose che ci servono
-organizzarsi in gruppi di amici che si sostengono tra di loro , integrando le proprie produzioni .
Di monti e compari si passi a parlare solo nelle lezioni di storia o se vengono armati alla porta .
Transition Towns.... ecco l'unica soluzione civile!
Alcune precisazioni :
-se e' vero , come si dice , che la cabala oligarchica ( vedremo in futuro quanto sono coesi ) vuole ridurre la popolazione...be' aiutiamoli....magari con metodi diversi...
-riduciamo anche la dipendenza da tecnologie ingestibili dalle mani e dagli occhi , impariamo come funzionano le cose che usiamo
-chi si dedica ad attivita' di promozione spirituale.....continui....magari , pero' , un metro quadro di piante d'aglio...potrebbe produrlo....per non importare quello bianchiccio dalla Cina ...
D'accordo su tutto caro Marco, l'unica cosa che ci resta da fare è organizzarsi per resistere, sopravvivere e .. magari contribuire a cambiare rotta. E' da tempo che in Puglia sto cercando di fondare una Società Agricola Collettiva. mi servirebbe l'aiuto di un bravo commercialista, un altrettanto bravo avvocato ed un esperto di agricoltura naturale.
Caro Michele,
se fra i lettori del corrosivo c'è qualcuno che possiede le competenze di cui hai bisogno, spero si metta in contatto con te. In ogni caso ti auguro di riuscire a dare seguito al tuo progetto.
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