lunedì 15 settembre 2008

Quale strada per l'informazione libera

Marco Cedolin

Beppe Grillo e Antonio Di Pietro sono pronti a scommettere sul fatto che il futuro della “libera” informazione si giocherà sul web e da tempo spendono le proprie energie nella gestione di blog molto popolari fra coloro che frequentano assiduamente internet.
Giulietto Chiesa considera imprescindibile, anche in chiave futura, lo strumento televisivo e punta tutto su Pandora Tv, un canale televisivo finanziato attraverso il contributo volontario dei cittadini che nelle sue intenzioni dovrebbe portare informazione "libera" anche fra tutti coloro che non frequentano la rete.
Massimo Fini continua a credere nella forza della parola stampata ed ha creato "La voce del ribelle" una nuova rivista mensile che si propone di fornire informazione "libera" e spunti di riflessione indirizzandosi ad un lettore attento, non necessariamente internauta e consumatore dei prodotti TV.

Non si può evitare di domandarsi chi fra di loro abbia torto e chi ragione. Esiste veramente un "veicolo d'informazione" che nel prossimo futuro soppianterà tutti gli altri accreditandosi come l'unico in grado di raggiungere la maggior parte delle persone?
Con tutta probabilità no, così come molto probabilmente Grillo ha torto quando afferma che la TV ed i giornali risultano strumenti anacronistici ormai incapaci d'interpretare il futuro in chiave d'informazione, mentre Chiesa è altrettanto in errore nel ritenere che solamente la televisione continuerà ad essere in grado di veicolare l'informazione verso una fetta di cittadini numericamente rilevante.
Nel futuro prossimo, inteso come a medio termine e quantificabile in una quindicina di anni, sicuramente la rete continuerà ad incrementare la propria popolarità attraendo un numero sempre maggiore di lettori, ma nonostante ciò non sarà assolutamente in grado di fagocitare la TV ed i giornali, come Grillo e Di Pietro ritengono accadrà. Al tempo stesso il rilevante incremento del numero di coloro che hanno i mezzi per navigare sul web farà si che diventi sempre meno indispensabile possedere un canale televisivo per nutrire l'ambizione di raggiungere mediaticamente un grande numero di persone, come più volte sostenuto da Giulietto Chiesa.
I giornali al tempo stesso manterranno la propria importanza, dal momento che continueranno a essere complementari tanto all'informazione per "immagini" proposta dalla TV, quanto al tempo reale spesso ipercinetico che contraddistingue buona parte dell'informazione su internet.

il vero problema non è costituito da quale mezzo scegliere per meglio veicolare l'informazione "libera" bensì da quali strumenti usare per far si che questa informazione, libera, risulti esserlo veramente e in merito a ciò, nonostante da più parti si possano apprezzare discreti sforzi e molte buone intenzioni, la strada da percorrere sembra essere ancora piuttosto lunga.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

E cosa si può aggiungere ad un'articolo così?
Nulla: la realtà è quella descritta da te Marco. penso anch'io che internet avrà un ruolo maggiore nell'immediato futuro, "la rete" si espanderà ancora di più... però io credo che Giulietto Chiesa abbia una visone del fututo simile alla mia, per cui si chiede: " quante persone con la crisi imminente si potranno permettere un collegamento ad internet e un pc? certo l'informazione è il pane della mente, ma prima bisogna riempire la pancia, sembra una visione catastrofica del futuro, ma io credo che sia molto vicina a quello che succederà. Poi certo anche i giornali saranno indispensabili...come "coperte" nei gelidi inverni senza riscaldamento!
(Logicamente non ti faccio i complimenti, perchè lo sai che sei da ammirare per quello che fai)

Luca C. ha detto...

Io ricorderei anche Maurizio Blondet e il suo editore Fabio de Fina, che proprio in questi giorni dopo quattro anni di libero accesso sul web hanno deciso di provare la strada del giornale online a pagamento.
Ora tutti i contenuti sono accessibili con nome utente e password, esclusa la libreria di Effedieffe.
Personalmente ero un lettore assiduo di Effedieffe.Com, anche se non sempre ne condividevo le posizioni, ma questa scelta del giornale completamente a pagamento mi ha lasciato molto perplesso, e non ho voluto sottoscriverlo. Mi sembra che in tal modo, consapevoli o no che se ne sia, si nasconda la fiaccola sotto il moggio.
Ciao
Luca

marco cedolin ha detto...

Cara Alba,
per certi versi potrà anche apparire catastrofica, ma trovo la tua visione estremamente lucida e quanto mai aderente alla realtà.
Esiste il rischio concreto che nel prossimo futuro l'uso precipuo dei giornali diventi quello di riscaldare il corpo anzichè la mente, così come anche i computer le TV potrebbero mutare in maniera impensabile la propria destinazione d'uso.

I complimenti più belli sono costituiti dai commenti di persone intelligenti come te e gli altri lettori.

Un caro saluto
Marco

marco cedolin ha detto...

Caro Luca,
grazie per avere inserito nel novero anche Maurizio Blondet che ritengo un ottimo giornalista, pur non condividendo sempre il suo pensiero, soprattutto in tema grandi opere.

Riguardo alla scelta di rendere il giornale online a pagamento comprendo bene come desti più di qualche perplessità.
Al tempo stesso ritengo sia una scelta comprensibile, dal momento che tutti noi siamo abituati a dare come scontato che chiunque tenti di fare informazione in rete abbia credito solamente qualora riesca a condurre la propria attività a titolo gratuito.

Se così fosse (e generalmente così è) solamente chi ha ricevuto una ricca eredità potrebbe dedicarsi a produrre siti e blog d'informazione, dal momento che tutti gli altri (e generalmente così accade) prima o dopo saranno costretti ad abbandonare ciò che fanno per dedicarsi ad un lavoro remunerato che consenta loro di mettere insieme il desco.
Chi disinforma (i media) sugge lauti stipendi e può dedicare alla disinformazione il proprio tempo e le proprie energie.
Chi tenta d'informare correttamente lo fa a titolo gratuito e una volta finiti i propri risparmi sarà costretto a chiudere baracca e burattini (come presto accadrà anche me) e buttare alle ortiche tutto quanto di buono costruito fino a quel momento.

Si tratta comunque di un grosso problema irrisolto in grado d'impedire l'affermazione di qualsiasi esercizio d'informazione libera organizzata e continuativa.

Ciao
Marco

Luca C. ha detto...

Il rischio che tu indichi c'è, Marco. Personalmente, sia chiaro, non sono contrario al fatto che i giornali on line possano essere sostenuti. Recentemente ho sottoscritto una modica somma per Etleboro.
Quello che mi lascia perplesso è che un giornale metta l'abbonamento obbligatorio, e più ancora, il fatto che tutti, ma proprio tutti i suoi contenuti diventino a pagamento. Perché se così avviene mi viene anche da pensare che chi porta avanti questo giornale abbia, diciamo così, ricevuto delle pressioni pesanti, o magari, che so, qualche consiglio di qualche amico ben informato che lo ha avvertito di guai in vista...
E' il caso di Blondet e compagni? Non lo so. Certo è che di nemici devono averne un bel po'.
Luca

marco cedolin ha detto...

Caro Luca,
secondo il mio punto di vista personale anche in presenza di un problema di "sopravvivenza" economica non credo che vincolare ad abbonamento obbligatorio qualunque contenuto di un sito sia una buona idea.
Il contributo deve sempre essere un attestato di stima volontario, magari vincolato a determinate parti del sito, oppure ad un giornale online specifico.

Per il resto sono anche io convinto che Blondet di nemici ne abbia un bel pò e sia costretto a subire forti pressioni, resto altresì dell'idea che si tratti di una persona molto forte (oltre che in gamba)che saprà fare fronte a tutto ciò.

Ciao
Marco

Anonimo ha detto...

Ciao, scusa se mi intrufolo nel tuo blog, ma stavo cercando con Google di trovare qualche buon samaritano che mettesse online username e password per permettere di leggere Effedieffe gratuitamente a tutti. Io non capisco come gli utenti di internet possano accettare questo atto di "oscuramento" da parte di Fabio De Fina. Se esistesse, più che una netiquette, una etica del web, già il giorno dopo l'attivazione del sito a pagamento qualcuno avrebbe regalato la password a tutti gli utenti del web, o almeno avrebbe permesso di leggere alcuni articoli. Il malsano progetto sarebbe crollato all'istante. Invece mi sembra vergognoso che si permetta a Fabio De Fina di proibire la visione degli articoli di Blondet per un fatto di soldi.
Insomma io non ci sto a pagare 50 euro per lo stesso servizio offerto gratis da sempre. Allora a che serve internet? Che si facciano una rivista. Ma se vogliono stare nel web, devono accettare la gratuità. E comunque l'accesso a pagamento per quei quattro articoli che offrono non potrebbero MORALMENTE permetterselo.
Quasi quasi mi iscriverei io solo per regalare le password a tutti.

vabbè ciao!
Vitaliano