Marco Cedolin
Da ieri ha preso il via l’operazione “Strade sicure” che contempla lo schieramento nelle principali città italiane di 3 mila soldati impegnati in compiti di ordine pubblico. I soldati saranno impiegati nella vigilanza di postazioni fisse, nel controllo dei Centri per immigrati e nel pattugliamento congiunto con le forze di polizia delle aree ritenute più a rischio.
La decisione di mandare i militari nelle strade delle città, come già prima di oggi quella di schierare l’esercito a “difesa” delle infrastrutture, ha scatenato nell’arena politica un vespaio di polemiche fra chi sostiene la scelta nel “nome dei cittadini” e chi la considera una mera operazione di facciata a fini propagandistici. Anche l’opinione pubblica nel valutare il provvedimento sta mostrando profonde divisioni, sostanzialmente fra coloro che con i militari nelle strade dichiarano di sentirsi più sicuri e coloro che non gradiscono le città militarizzate o più semplicemente ritengono che l’intera operazione sia controproducente.
Entrambe le posizioni sono naturalmente legittime, così come è legittimo che qualunque cittadino possa esternare le proprie perplessità di fronte alla militarizzazione delle aree metropolitane, senza per questo venire etichettato in malo modo da un ministro della Repubblica al quale la canicola ha in tutta evidenza dato alla testa.
Il ministro della Difesa canicolato è tale Ignazio La Russa che contrariato per le proteste a cui è andata incontro la scelta di usare “impropriamente” l’esercito, ed evidentemente incapace di articolare una giustificazione plausibile che dimostrasse la bontà dell’operazione, ha dichiarato con fare concitato “Oltre ai delinquenti, agli stupratori, a chi fa furti e rapine, sono contrari alla presenza dei militari per garantire la sicurezza solo i post sessantottini”.
Personalmente non ho mai partecipato a furti, stupri o rapine, né posso essere considerato un delinquente non avendo mai infranto la legge, né mi sento parte di quella fantomatica schiera di post – sessantottini cui allude l’invasato La Russa, dal momento che in quegli anni frequentavo a malapena le elementari e anche successivamente non mi è mai accaduto di caldeggiare l’operato dell’estrema sinistra.
Nonostante ciò considero l’operazione “Strade sicure” una misera commedia di cattivo gusto, messa in piedi da un governo che sta maldestramente tentando di mostrare i muscoli, laddove ci sarebbe invece necessità di usare un cervello del quale non esiste traccia all’interno di questo esecutivo.
La criminalità e la microcriminalità vanno combattute facendo rispettare la legge, anche in fase giudiziaria, utilizzando le forze dell’ordine che dovrebbero essere preposte a questo compito, anziché destinate a servire gli interessi particolari di una moltitudine di personaggi della politica, dell’imprenditoria, dello sport e dello spettacolo, che dispongono di polizia e carabinieri a proprio uso e consumo.
L’esercito dovrebbe essere usato per difendere il territorio nazionale da eventuali aggressioni esterne (come previsto dalla Costituzione) anziché essere utilizzato per portare la guerra in giro per il mondo, come avviene da molti anni, e perfino per militarizzare le città italiane.
La farsa costituita dai soldati che pattugliano le città, oltre che risultare fortemente offensiva nei confronti degli stessi agenti di polizia, si palesa tanto inutile quanto pericolosa, dal momento che costringerà i militari ad espletare compiti per i quali non sono stati addestrati, con il rischio di aumentare ulteriormente la confusione ed il potenziale di pericolo presenti nelle nostre strade.
Mi dispiace dovere contraddire il ministro La Russa, probabilmente rimasto vittima di un colpo di calore, ma per essere contrari alla presenza dei militari nelle strade non occorre essere delinquenti o post – sessantottini, basta semplicemente usare il buon senso e recuperare un minimo di raziocinio, evitando di limitarsi a cavalcare, come fanno lui e la sua coalizione, la crescente paura che attanaglia i cittadini attraverso grottesche iniziative “pubblicitarie” senza costrutto alcuno.
10 commenti:
Intorno al 1970 Ignazio La Russa era uno studente di giurisprudenza che faceva parte delle organizzazioni giovanili del Msi di Milano. Era il periodo del riflusso dal '68 e dall'"autunno caldo", e in piazza San Babila stazionavano appunto degli esponenti dell'estrema destra milanese, pronti a rivolgere frasi intimidatorie e aggressioni fisiche a chiunque avesse un aspetto che potesse far pensare a una contiguità con la sinistra. Il tutto sotto lo sguardo benevolo delle camionette della polizia.
A quell'epoca, secondo una testimonianza in un articolo del Corriere della Sera 'Gnazio La Russa girava con un dobermann piuttosto cattivo al guinzaglio.
Pertanto, nel Sessantotto e nel post-sessantotto egli era parte in causa... "Digiamogelo!!!"
Eppure, non so se si tratti solo di un'operazione di facciata. Mi chiedo se i governanti non abbiano in mente la possibilità di una crisi piuttosto pesante per il futuro prossimo, con tumulti di piazza e assalti in stile sudamericano, e non voglia cominciare a tenersi pronti i soldati per tenere a freno le sommosse, magari anche sparando.
Luca
A parte il fatto che chi si preoccupa della nostra sicurezza, per la maggior parte sono condannati in via definitiva, seduti al parlamento invece di essere dietro le sbarre ed io comunque nella mani di questa gente NON mi sentirò mai al sicuro....
Volevo segnalare il fatto che alcuni sindacati della polizia sono stai costretti a "comprare" uno spazio su alcuni giornali (La Stampa e L'Unità) per protestare all'affiancamento dell'esercito alla polizia, anche perchè i poliziotti fanno un corso abbastanza duro per "imparare" il mestiere (qualcuno ne abusa certyo ma le mele marce sono ovuoque) ed ora devono essere affiancati da "gente inesperta" a cui comunque sarà data in mano una pistola, senza che abbiano nessuna nozione di ordine pubblico. Questo è solo uno dei punti della protesta, comunque dicevo nonostante abbiano "pagato" uno spazio sui giornali citati prima, il testo scritto NON è stato pubblicato per intero, ma "tagliato" in alcuni punti...
W la democrazia e la libertà di parola!
Io penso che l'opinione della polizia doveva essere esposta dai giornali "gratuitamente" per dovere di cronaca, ma non l'hanno fatto nemmeno pagando...
Vi rendete conto che i giornali NOn dicono la verità nemmeno a pagarli?
Anch'io non sono un delinquente, nel '68 non ero nemmeno in progetto, visto che sono nato 13 anni dopo, eppure sono contrario all'esercito sulle nostre strade.
Il problema è che piano piano ci stanno rinchiudendo, con la scusa della sicurezza, in una prigione con sempre meno diritti e libertà.
Ciao Marco passo anche per salutarti. Vado un po'in ferie per cercare di smaltire la stanchezza di un anno ricco di lavoro e battaglie contro questo sistema.
Grazie per i tuoi articoli.
Un caro saluto.
Caro Luca,
credo che l'ipotesi da te ventilata sia molto concreta.
Sicuramente il progredire del disfacimento economico attualmente in atto (non esiste azienda pubblica o privata che nel proprio piano industriale concernente il prossimo triennio non preveda corpose riduzioni del personale)creerà una pesante crisi con milioni di disoccupati e tumulti di piazza, per cui l'esercito nelle strade risulterà molto utile per mantenere "l'ordine costituito".
Ciao
Marco
Alba kan,
le proteste dei sindacati di polizia (alle quali anche io ho accennato nell'articolo)dimostrano inequivocabilmente che lo scontento nei confronti dell'operazione Strade Sicure non è appannaggio solo di delinquenti e post sessantottini, come La Russa vorrebbe far credere.
In quanto ai giornali, basta osservare quali sono le società che li possiedono per avere la certezza che non diranno mai la verità, neppure a pagarli.
Un caro saluto
Marco
Schiavi o liberi,
buone vacanze e un abbraccio.
A presto
Marco
buone vacanze anche a te...
Jenny
Buone vacanze e un abbraccio Jenny.
Marco
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