Marco Cedolin
La nuova manovra economica costituita da un disegno di legge, un decreto legge ed il documento di programmazione economica finanziaria (Dpef) per il triennio 2009-2011, ieri sera ha ricevuto il via libera del Consiglio dei ministri, dopo un dibattito durato, secondo le parole di Giulio Tremonti, solamente 9 minuti e mezzo, il che lascia sottendere una completa identità di vedute da parte dei membri dell’esecutivo.
Ci sarà sicuramente modo di analizzare nel dettaglio i provvedimenti nel corso dei prossimi mesi, mentre ora ritengo importante tentare d’interpretare il vero spirito di una manovra che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi riconduce a tre parole chiave: tagli, semplificazione e sviluppo.
In realtà dopo avere steso un velo pietoso sul concetto di sviluppo che altro non è se non un guscio vuoto privo di contenuti, ed accantonato le semplificazioni alle quali già si sta dedicando il ministro Brunetta con l’ausilio dell’ufficio complicazioni affari semplici, sono senza dubbio proprio i tagli a costituire la spina dorsale di una manovra dai contorni abbastanza confusi che nell’intento di non dare uno “schiaffo” ai cittadini aumentando la tassazione, rischierà di rompere loro tutte e due le gambe privandoli dei servizi sociali e delle prospettive occupazionali.
Il taglio sicuramente più consistente è quello che colpirà la sanità, quantificato in 6 miliardi di euro in tre anni e compensato solo in parte dalla ventilata reintroduzione dei ticket sanitari che graveranno sulle spalle dei cittadini bisognosi di cure. Ciascuno di noi potrà sbizzarrirsi a piacere immaginando le conseguenze di questa emorragia di finanziamenti che andrà ad innescarsi all’interno di un sistema sanitario già oggi drammaticamente inefficiente, come la cronaca giornaliera degli episodi di malsanità sta tristemente a dimostrare. Più in generale verrà comunque tagliata la spesa pubblica con l’ausilio di svariate misure volte a “raschiare il fondo del barile” diminuendo la quantità e la qualità dei servizi al cittadino e ridimensionando notevolmente il numero dei dipendenti pubblici, basti pensare che i tagli ventilati risultano essere 100.000 solamente nella scuola. Per favorire tale ridimensionamento sarà introdotta una nuova norma in virtù della quale potranno essere licenziati i dipendenti pubblici che rifiutano (2 volte in 5 anni) il trasferimento.
In termini di occupazione la nuova manovra, oltre a costruire i presupposti per un corposo taglio del pubblico impiego, tende a rafforzare la precarietà e la flessibilità a tutto detrimento dei diritti dei lavoratori e delle loro prospettive di riuscire ad ottenere un lavoro a tempo indeterminato. Viene riproposto il lavoro a chiamata e sarà possibile prorogare più di una volta i contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi, mentre più in generale le imprese vengono incentivate ad assumere attraverso la de-regolazione della gestione dei rapporti di lavoro.
La manovra presenta anche una sua veste “virtuosa” permeata di populismo e riconducibile alla cosiddetta Robin tax che innalzerà dal 27% al 33% l’imponibile Ires per banche, assicurazioni e compagnie petrolifere. Nello stesso alveo viene proposto un tentativo di sterilizzazione degli aumenti dei carburanti costruito attraverso complesse calcolazioni ma difficilmente in grado d’incidere realmente sul problema. Viene prorogata fino al 31 dicembre l’aliquota agevolata sul gasolio per agricoltura e pesca nel tentativo di tenere calme le categorie in agitazione. Si ventilano agevolazioni per l’acquisto della prima casa, aventi per oggetto giovani coppie a basso reddito. Verrà introdotta una carta di credito prepagata volta a garantire sconti sui beni di prima necessità, destinata agli anziani che percepiscono la pensione minima. Si tenterà di diffondere gli E-book nell’ambito dei testi scolastici al fine di ridurre il peso economico che grava sulle famiglie che mantengono i figli agli studi.
Anche in questo caso, come avvenne nell’ultima finanziaria “redistributiva” del governo Prodi, i provvedimenti sembrano mirare più a costruire nell’immaginario collettivo la sensazione di un governo che si preoccupa di sorreggere le famiglie in difficoltà, piuttosto che non ad incidere realmente nel merito delle difficoltà (precarietà e disoccupazione su tutte) che stanno attanagliando le famiglie, quasi si provvedesse a ricoprire qualche buca nelle strade dissestate del centro, mentre in periferia si continua a scavare voragini senza fine.
Particolarmente interessanti risultano le novità in tema di liberalizzazioni dei servizi pubblici, infrastrutture ed energia.
I servizi pubblici locali di primaria importanza quali acqua, gas e trasporti verranno liberalizzati e la loro gestione sarà affidata a società private o pubblico/private all’interno delle quali il socio privato non detenga una quota inferiore al 30%. Le ricadute determinate da una gestione privatistica di beni e servizi indispensabili per il cittadino sono facilmente immaginabili, come l’esperienza dei cittadini di Latina trovatisi con le bollette dell’acqua aumentate anche del 300% sta tristemente a dimostrare.
Notevoli preoccupazioni sono legate anche alla norma che consentirà alle Università pubbliche ed a quelle legalmente riconosciute di trasformarsi in fondazioni di diritto privato, contribuendo in questo modo ad aumentare il numero dei “professori” compiacenti soggiogati al volere dei grandi poteri industriali ed economici che incrementeranno il loro controllo in un ambito di primaria importanza come quello dell’istruzione.
In attesa del varo di una nuova Legge Obiettivo che consenta di costruire le grandi opere sempre più velocemente in spregio dell’ambiente e del volere delle popolazioni interessate, verrà abrogata la revoca delle concessioni per quanto riguarda le tratte TAV non ancora in costruzione e ripristinati i general contractor precedenti, per la gioia degli azionisti di Impregilo il cui titolo in borsa ha già iniziato a salire.
In tema di energia la nuova manovra attribuisce una delega al governo per l’emanazione entro il 2008 di uno o più decreti legislativi concernenti l’individuazione dei criteri per localizzare le nuove centrali nucleari e stabilire le misure compensative minime da corrispondere alle popolazioni interessate. A questo riguardo ogni commento credo sia superfluo alla luce dell’arroganza con la quale l’esecutivo intende perseguire il progetto nucleare ignorando completamente il pronunciamento popolare che ha bocciato le centrali nel 1987.
Nonostante giornali e TV stiano tentando di presentare questa manovra sotto le mentite spoglie di chi ruba ai ricchi per dare ai poveri, credo ci sia davvero poco Robin Hood nei provvedimenti che la costituiscono, dove appena al di sotto del velo populista si legge con chiarezza la volontà di compiacere tutti i grandi poteri, comprese banche, assicurazioni e petrolieri che in questi giorni, sostenuti dalla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, piangono finte lacrime come il copione impone loro. Non potrebbero fare altrimenti perché se si mostrassero soddisfatti, come in realtà sono, qualcuno potrebbe iniziare a pensare male, insinuando che non si tratta di Robin Hood ma dello Sceriffo di Nottingham.
10 commenti:
Ultimamente, leggendo delle nefandeze di questo governo da operetta, mi prudono sempre le mani....sarà un segnale???
Caro Ferro e seta,
tutto sta a comprendere la natura del segnale nel caso lo sia :-)
Meglio tu di tanti editorialisti strapagati!
Ciao
Luca
Per carità, a me dispiace vedere quanto prendono in giro gli italiani, ma forse, sarebbe ora di puntare il dito contro noi stessi. Quando penso alle ultime elezioni, mi viene da dire: " ma dove hanno la testa?" Come fanno ad essere così ciechi? Sento gente dire che bisognerebbe privatizzare i comuni, ma vi rendete conto? io non mi sento più di essere comprensivo; sono ignoranti? Meritano di essere bastonati. Mi diapiace solo, per quelle persone che ne pagheranno le conseguenze, e non lo meritano.
Ma io non mi stupisco che quell infame, che solo la Storia potra' finalmente condannare, vada li' e si faccia le leggi su misura.. E' ovvio.. Io sono incazzata nera con chi gli permette di distruggere il Paese in questa maniera! Coloro che ci dovrebbero rappresentare, che ci dovrebbero difendere, che dovrebbero OPPORSI, ai quali io ho dato il mio voto, MA DOVE SONO?? sono narcotizzati, ipnotizzati, oppure sono complici!
IO NON CE L HO CON LUI, CE L HO CON CHI GLI STA DI FIANCO E NON LO BUTTA GIU'!
Ho dimenticato di firmare il mio commento; l' anonimo e' Mary, scusate, mi ero fatta prendere dalla fretta dello sfogo..
Luca sei troppo buono, cerco solo di fare informazione con gli scarsi mezzi di cui dispongo, ma almeno l'impegno non manca :-)
Ciao
Marco
Cari schiavi o liberi e Mary,
senza dubbio occorre anche puntare il dito contro noi stessi dal momento che solamente 2 mesi fa siamo corsi in massa alle urne per votare i soliti partiti che ci hanno governato negli ultimi 15 anni e in questo modo abbiamo avallato la costruzione di un parlamento monocolore a sostegno del governo Veltrusconi.
Mary, tu ti chiedi ma dove sono? Temo non ci siano proprio, nel senso che al di là delle finte beghe di facciata quella che abbiamo di fronte è una classe politica assolutamente uniforme ed eterodiretta deputata a portare avanti gli interessi dei grandi potentati finanziari ed industriali, oltre che ovviamente a mantenere pulita la propria fedina penale, come hanno fatto Visco e Mastella qualche mese fa e sta ri-facendo oggi Berlusconi.
Il dramma è che al momento attuale non esiste un'alternativa a questi signori (a meno che la si costruisca)loro sono la politica e non esiste opposizione di sorta.
Un caro saluto a tutti e due
Marco
Ciao Marco,
Mi associo all'elogio dell'amico Luca.
E aggiungo che le questioni privatizzazione acqua e rilancio del nucleare sono delicatissime.
Servirebbe un "contro-immaginario"...
Un caro saluto a tutti,
Carlo
Ciao Carlo,
come Luca sei troppo magnanimo nei miei confronti.
Privatizzazione dell'acqua e questione nucleare, insieme (come hai scritto tu nel tuo blog)alla revisione della legge 30 sono senza dubbio questioni delicatissime.
Servirebbe un "contro immaginario" e servirebbero anche i luoghi e le persone per poterlo costruire....
Un caro saluto
Marco
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