sabato 3 ottobre 2020

Un chip nella nostra testa: l’ultima visione di Elon Musk

 

Marco Cedolin

Quando si pensa a Neuralink, l’azienda fondata nel 2016 dal miliardario “visionario” Elon Musk con lo scopo dichiarato di mettere in collegamento il cervello umano con il computer, vengono immancabilmente alla mente i racconti di Asimov o le serie tv come “Black Mirror“, in un universo dove l’uomo e la macchina si fondono fra loro fino ad ingenerare una serie di futuri inquietanti che si perdono nell’imponderabile....

In realtà nel guardare a Neuralink, azienda che attualmente occupa un centinaio di dipendenti, e più in generale al progetto di Elon Musk che mira a rendere possibile una sorta d’interfaccia fra la mente umana e l’intelligenza artificiale, occorre fare un netto distinguo fra quella che è la realtà allo stato attuale delle cose e quelle che sono le “visioni”, destinate a concretarsi o meno in tempi che comunque anche nelle previsioni più ottimistiche (o pessimistiche fate voi) non potranno che risultare piuttosto lunghi.

Partendo dalla realtà, il nuovo chip N1, presentato in diretta streaming alla fine dello scorso mese di agosto dallo stesso Elon Musk, con un diametro di 23 mm ha le dimensioni di una monetina (risultando notevolmente più piccolo di quello creato un anno fa) e anziché venire posizionato dietro l’orecchio come accadeva nella versione precedente potrà essere impiantato direttamente nella scatola cranica, per mezzo di un intervento della durata di un’ora che verrà eseguito da un robot chirurgo, senza la necessità di anestesia generale. Il dispositivo si interfaccia con il cervello tramite 1024 sottilissimi fili flessibili ricoperti di elettrodi che raccolgono i dati provenienti dai neuroni, è alimentato da una minuscola batteria che può essere ricaricata in modalità wireless e comunica con l’esterno attraverso un sistema bluetooth che può inviare le informazioni a un computer o a uno smartphone.

Per la propria presentazione Musk ha utilizzato tre maiali, dal momento che Neuralink non ha ancora ottenuto i permessi per la sperimentazione sugli esseri umani che, a detta dello stesso Musk, dovrebbero comunque arrivare entro la fine dell’anno. Uno dei maiali era privo del chip, poiché gli era stato estratto dopo averlo mantenuto innestato per oltre due mesi, a dimostrazione del fatto che si tratta di un’operazione totalmente reversibile senza alcuna conseguenza per il soggetto che subisce l’innesto.
Il vero protagonista della serata è stato un maiale battezzato Gertrude, il cui chip era collegato alla parte del cervello che elabora i segnali inviati dal naso (organo sensoriale importantissimo negli animali) e non appena il suino ha iniziato a grufolare nella paglia il computer ha registrato attraverso suoni e immagini l’attività cerebrale dell’animale.
Neuralink è riuscito, in parole povere, a leggere l’attività cerebrale dell’animale fornendo indicazioni sulla stessa, quasi come si trattasse di un fitbit al polso di uno sportivo, ma non è stato in grado in alcun modo d’interagire con l’attività dello stesso o influenzarne i comportamenti.


Il chip N1 nella sua grandezza

Se questa è la realtà, allo stato attuale delle cose, tutto sommato si rivela ben poco fantascientifica, anche alla luce del fatto che già dal 2006 esistono tecnologie che hanno ottenuto risultati similari, al contrario ben diverse e sicuramente più inquietanti sono le “visioni” che Elon Musk prefigura per Neuralink nel prossimo futuro.
L’eccentrico miliardario si dice infatti convinto del fatto che il chip possa negli anni a venire diventare un prodotto di massa, in una realtà nella quale l’intelligenza umana e quella artificiale s’intrecciano all’interno di un rapporto simbiotico. Un rapporto che sarà in grado non solamente di aiutare le persone paraplegiche o tetraplegiche nel riacquistare la capacità di movimento, ma anche diventare un coadiuvante nella cura di molti disturbi neurologici come perdita di memoria, dell’udito e perfino depressione e insonnia. Ma nella visione di Elon Musk, Neuralink non dovrebbe limitarsi in futuro alla cura delle malattie, bensì diventare un oggetto utile per chiunque e con un costo alla portata di qualsiasi tasca, un po’ come accade oggi per i cellulari, un oggetto attraverso il quale sarà possibile salvare i propri ricordi per poterli poi rivedere in un secondo tempo, navigare su internet o manovrare il personaggio di un videogioco con il solo ausilio della mente.

Tali visioni, come abbiamo ribadito in precedenza, sono ben lontane dal concretarsi nella realtà, dal momento che oggi Neuralink non possiede ancora neppure in nuce le potenzialità per ottenere risultati di questo genere. Ma se il futuro dimostrerà che Elon Musk ha ragione ci troveremo sicuramente di fronte a una delle innovazioni più rivoluzionarie che la storia umana abbia conosciuto.
Una innovazione che da un lato potrebbe migliorare la qualità di vita di milioni di persone, mentre dall’altro potrebbe rappresentare un incubo per l’intera umanità. Basti pensare agli effetti devastanti di un chip che sia in grado di controllare la volontà delle persone, influenzando le loro azioni, i loro gusti e i loro comportamenti, oppure leggere all’interno dei pensieri più reconditi di ciascuno di noi.
Insomma, se l’esistenza di un progetto come Neuralink, oggi non dovrebbe sicuramente inquietarci più di tanto, le sue potenzialità future al contrario risultano essere spaventose ed è impossibile ascoltare le “visioni” di Musk senza che un brivido corra lungo la schiena.

Fonte: Dolcevita online

1 commento:

catalyicsecritye ha detto...

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