lunedì 26 agosto 2019

Pioggia artificiale: la manipolazione delle nuvole contro incendi e siccità

Marco Cedolin


La vera domanda non è se l’uomo controlli o meno il meteo, perché in tutta evidenza già lo fa, ma in quale misura e su quale scala con le potenzialità attualmente in suo possesso sia in grado di controllarlo.
A livello locale ormai da oltre 40 anni viene sperimentata con alterne fortune l’irrorazione delle nubi con sostanze che favoriscano le precipitazioni e con il passare del  tempo le tecniche si sono notevolmente affinate a tutto vantaggio dei risultati.
L'Ansa (non proprio un sito complottista) lo scorso primo agosto ha reso noto che nel tentativo di combattere i disastrosi incendi in Siberia, il governo russo avrebbe proceduto ad azioni di ingegneria climatica, tentando d’indurre le precipitazioni con aerei Antonov An-26 modificati per spargere ioduro d'argento....
I tentativi sarebbero stati compiuti nel territorio di Krasnoyarsk e nella regione di Irkutsk e la nota riportata dall’Ansa e diffusa dall'impresa federale Avialesokhrana sottolinea come attraverso la creazione di piogge artificiali si speri di riuscire a combattere gli incendi nella zona.

Sky tg24 (un altro sito che non si dedica abitualmente alle scie chimiche) in un articolo dello scorso maggio ha descritto con dovizia di particolari come la Cina si stia preparando a mettere in atto quello che viene definito “il più grande progetto di nuvole artificiali della storia” che dovrebbe interessare un’area grande quanto tre volte la Spagna, riconvertendo ad uso civile una tecnologia militare all’avanguardia.
Il progetto cinese che dovrebbe avvenire in Tibet, riguardare un’area di 1,6 milioni di chilometri quadrati e generare 10 miliardi di metri cubi di pioggia l’anno (il 7% del fabbisogno idrico nazionale) prevede l’installazione sull’altopiano di un complesso sistema di camere di combustione che bruceranno del carburante solido, “in maniera ecosostenibile” al fine di produrre particelle di ioduro d’argento e creare dal nulla le nuvole. Una volta createle entreranno in gioco gli aerei che le insemineranno con sostanze chimiche utili ad appesantirle e provocare la pioggia.
Lei Fanpei, presidente della China Aerospace Science and Technology Corporation, ha affermato che "modificare il clima in Tibet è una innovazione cruciale per risolvere il problema della carenza d'acqua in Cina". Aggiungendo che “Sarà un contributo importante non solo allo sviluppo della Cina e alla prosperità del mondo, ma anche al benessere dell'intera razza umana".

A Dubai, come descritto da Dubaitaly, che pubblica anche un video della BBC dove si documenta un’operazione di cloud seeding in diretta, l’irrorazione delle nuvole per ottenere la pioggia non è certo una novità e viene abitualmente compiuta dal 2015 per mezzo dei Beechcraft King Air C90 a due eliche che sparano al loro interno dei piccoli razzi contenenti cristalli di sale.
Gli Emirati stanno investendo ingenti cifre in progetti concernenti la modificazione del clima fin dal 1990 ed è allo studio perfino la “costruzione” di una catena montuosa artificiale che dovrebbe favorire la formazione delle perturbazioni. Gli investimenti nell’inseminazione delle nubi vengono giustificati con il fatto che rappresenterebbero un metodo notevolmente più economico (addirittura 60 volte) di approvvigionamento dell’acqua rispetto ai desalinizzatori attualmente in uso.

Perfino in Italia nel 2005, come documentato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, l’allora governatore della Puglia Raffaele Fitto stanziò 3.615.000 euro provenienti dal Ministero dell’Ambiente per stimolare artificialmente la pioggia, affidando l’appalto dell’operazione alla Aerotech di Lugano in collaborazione con l’Aeronautica Militare.

In Israele, dove la penuria di acqua è da sempre una realtà, la stimolazione artificiale delle nuvole tramite irrorazioni di ioduro d’argento viene praticata fin dal 1961 e le tecniche si sono notevolmente affinate nel corso di 60 anni, ad un punto tale da avere provocato a più riprese polemiche con le autorità iraniane che metterebbero sotto accusa, come documentato dal Giornale lo scorso luglio, proprio le operazioni d’ingegneria climatica israeliana ritenendole la causa della sempre più marcata siccità nel proprio Paese.

In buona sostanza è ufficialmente documentato (e non si tratta di fantasie da complottisti) come l’uomo stia effettuando e progettando svariate operazioni relative al controllo climatico, generalmente su piccola scala ed in aree relativamente ristrette del globo. Operazioni fino ad oggi portate a termine ottenendo risultati altalenanti e non sempre soddisfacenti. Esistono anche progetti di ben altra portata, oggi ancora in nuce, destinati ad operare su scala globale e in una prossima occasione parleremo anche di questi.

Quello che preoccupa maggiormente è la possibilità che interferendo artificialmente all’interno di meccanismi complessi e non conosciuti nella propria interezza come quelli che regolano il clima si possano innescare delle conseguenze potenzialmente disastrose ed attualmente non prevedibili, alla luce delle conoscenze scientifiche parcellari che sono attualmente in nostro possesso.

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