L’uomo moderno conduce la propria esistenza immerso sempre
più profondamente all’interno di un vero e proprio mare di campi
elettromagnetici della più svariata natura. Da quelli a bassa frequenza generati
dagli elettrodotti, dagli impianti elettrici delle abitazioni e da qualsiasi
apparecchiatura elettronica domestica o industriale, fino a quelli ad alta
frequenza riconducibili ai telefoni cellulari, al WI- FI, ai cordless, al bluetooth,
a qualsiasi dispositivo lavori “senza fili”, alle stazioni radio base, ai
ripetitori televisivi, ai radar e molto altro ancora....
Le conseguenze sul corpo umano a lungo termine di una simile
immersione all’interno di questo mare elettromagnetico non sono al momento
note, mancando per forza di cose l'ausilio di studi attendibili ed esaustivi in
materia. Ho scritto per forza di cose, dal momento che sarebbe materialmente
impossibile produrre studi di questo genere, dal momento che se è pur vero che
gli elettrodomestici e le antenne televisive esistono da quasi un secolo, è
altrettanto vero che l'incremento esponenziale all’esposizione ad ogni sorta di
campi elettromagnetici riguarda esclusivamente gli ultimi vent'anni, un tempo
assolutamente troppo breve per prendere coscienza delle conseguenze a lungo
termine sulla salute umana.
In linea generale l’esposizione all’inquinamento
elettromagnetico è stata messa in relazione con larga parte delle “malattie del
progresso”, dai tumori alle malattie autoimmuni, a quelle neurologiche
degenerative, alle allergie, fino all’infertilità, ma si tratta ovviamente di
supposizioni che pur possedendo solide basi scientifiche non sono supportate da
studi e ricerche che abbiano prodotto risultati incontrovertibili.
Quello che invece sappiamo con sicurezza è che una minoranza
di noi, circa il 3% della popolazione mondiale secondo l’OMS, soffre di elettrosensibilità
e manifesta in maniera più o meno grave una sorta di allergia nei confronti dei
campi elettromagnetici. I disturbi più frequenti, che possono comparire con
diversi livelli di gravità e scompaiono qualora il soggetto si allontani dalla
fonte elettromagnetica, sono cefalea, insonnia, debolezza, riduzione della
memoria e deficit di concentrazione, sindromi dolorose, eruzioni cutanee, disturbi
uditivi, visivi e dell’equilibrio, alterazioni dell’umore, sbalzi pressori e
tachicardia.
I sintomi in questione possono manifestarsi in forma lieve
ed essere per questo tollerabili, ma anche in forma grave, fino al punto da
compromettere seriamente l’efficienza fisica e la qualità della vita
costituendo un vero e proprio handicap. Le terapie farmacologiche, oltretutto
mirate semplicemente a lenire i sintomi e non certo a risolvere il problema, si
sono rivelate del tutto inefficaci e l’unica vera cura sembra essere costituita
dall’evitare l’esposizione ai campi elettromagnetici, un’alchimia che per il
malato sta diventando più difficile ogni giorno che passa, all’interno di un mondo
sempre più “wireless”.
La OMS e la comunità scientifica si sono fino ad oggi
rifiutate di riconoscere l’elettrosensibilità come una vera e propria malattia,
preferendo considerarla una sorta di suggestione psicologica, privando in
questo modo i soggetti colpiti da questa patologia di qualsiasi tutela e
trattandoli alla stessa stregua di un malato psichiatrico. Nonostante ciò il
Consiglio D’Europa in una risoluzione del 2011 ha raccomandato agli stati
membri di “"prestare un'attenzione particolare alle persone
elettrosensibili che soffrono di una sindrome di intolleranza ai campi
elettromagnetici e di introdurre specifiche misure per proteggerli, inclusa la
creazione di aree wave-free, non coperte dalle reti wireless” ed in Svezia la
sindrome, pur non essendo riconosciuta come malattia, è riconosciuta dal
governo come causa d’invalidità funzionale.
Per chi soffre di elettrosensibilità e molte volte si trova
nella condizione di vedere compromessa la propria vita, il lavoro e gli affetti
familiari, si tratta insomma di un calvario senza fine e adesso che sta per
dilagare la nuova tecnologia 5G un nuovo “mostro” si affaccia spaventoso
all’orizzonte.
1 commento:
Cresce la sensibilità per il problema. Non sarà facile vedere questo film.
https://www.lastampa.it/2019/06/04/scienza/elettrosensibilit-e-diritto-di-disconnettersi-se-ne-parla-a-cinemambiente-HLp8nOOnVFkHotM0If072H/pagina.html?fbclid=IwAR3UkFk92dxGVNcTZTQnRMNArRxAFSZlBpcSNUOJdnAmErxzLILkyCMUmq8
Posta un commento