Se c'è una questione che più di ogni
altra divide da quasi 20 anni in due gli italiani fra favorevoli e
contrari, questa è senza dubbio l'opportunità della costruzione di
una nuova linea per i treni ad alta velocità in Val di Susa,
generalmente identificata con l'acronimo TAV.
Ma se la maggior parte di coloro che
non vogliono la costruzione del TAV hanno assunto la propria posizione
studiando un minimo in profondità l'argomento, generalmente
attingendo a pubblicazioni e studi indipendenti, la stragrande
maggioranza di chi si dichiara favorevole all'opera lo è diventato
facendo proprie le informazioni diffuse dai media mainstream che
spesso risultano essere fuorvianti, quando non addirittura vere e
proprie fake news totalmente disancorate dalla realtà.....
Proviamo a fare un minimo di chiarezza
sui punti più importanti:
I media e la politica sostengono come
la costruzione del TAV sia necessaria per movimentare una maggior
quantità di merci, spostandole dalla gomma alla rotaia. Nulla di più
falso, dal momento che in nessuno dei Paesi nel mondo dove esiste
l'alta velocità (compresa l'Italia che già possiede oltre 1000km di
linee) l'infrastruttura viene usata per movimentare le merci, ma solo
ed esclusivamente i passeggeri. Se in Val di Susa la nuova linea
venisse usata per le merci, significherebbe che non si tratta del TAV
ma di una comune linea ferroviaria, che oltretutto esiste già e
risulta sottoutilizzata per mancanza di traffico.
Politici e media millantano la bontà
del progetto TAV Torino-Lione, come parte integrante di un
fantomatico corridoio ad alta velocità che attraverserebbe l'Europa.
Non è assolutamente così, non esiste neppure in nuce il progetto
di un corridoio che attraversi l'Europa ed allo stato attuale delle
cose l'unico progetto approvato in via definitiva è quello di un
tunnel di 57 km che passa attraverso le montagne della Val di Susa,
al cui sbocco non sono previste linee ad alta velocità né in
Italia, né in Francia verso Lione.
I media e la politica inducono
l'opinione pubblica a credere che il TAV in fondo lo paghi l'Europa.
In realtà la galleria (quella che impropriamente viene chiamata TAV)
ha un costo previsto di 8.5 miliardi di euro,di cui 3,5 finanziati
dall'Europa, 3 dall'Italia e 2 dalla Francia. Tenendo conto del fatto
che per quanto riguarda le linee ad alta velocità già costruite in
Italia, i costi sono incrementati rispetto alla previsione mediamente
del 300% in corso d'opera.
Per finire chi gestisce nel Paese
l'informazione e la politica ha affermato, sapendo di mentire, che in
caso di rinuncia alla costruzione dell'opera l'Italia sarebbe stata
costretta a pagare miliardi di euro di penali. Non è affatto così,
gli unici costi a carico dell'Italia nel caso di rinuncia all'opera
sarebbero quelli relativi allo smantellamento del cantiere e la
restituzione all'Europa della quota già anticipata che in questo
caso non verrebbe spesa, a fronte di un risparmio di 3 miliardi di
euro, o molto di più se gli incrementi di costo in corso d'opera si
rivelassero simili a quelli del passato.
Il nuovo governo Conte, nella persona del ministro delle
infrastrutture Toninelli, ha recentemente nominato una commissione di
esperti indipendenti, capitanata dall'architetto Marco Ponti (fra i
maggiori esperti di trasporti a livello europeo), incaricata di
operare una seria analisi costi/benefici concernente 10 grandi opere
che dovrebbero essere costruite in Italia, fra le quali il
controverso TAV in Val di Susa.
Se una volta portata a termine l'analisi risulterà realmente seria (e conoscendo la professionalità di Marco Ponti non abbiamo ragione di dubitarne) costituirà senza dubbio una pietra tombale per uno dei progetti più assurdi ed antieconomici che il nostro Paese abbia mai conosciuto.
Se una volta portata a termine l'analisi risulterà realmente seria (e conoscendo la professionalità di Marco Ponti non abbiamo ragione di dubitarne) costituirà senza dubbio una pietra tombale per uno dei progetti più assurdi ed antieconomici che il nostro Paese abbia mai conosciuto.
Fonte DolceVita online
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