Fonte DolceVita online
Molti
esponenti della politica, dall'alto dei propri scranni dorati, li
hanno etichettati come "bamboccioni", oppure "choosy",
o più genericamente "neet", dando sfoggio di
quell'insensibilità che appartiene a chiunque viva lontano dal Paese
reale e guardi senza comprendere il mondo che lo circonda, sempre
pronto ad esprimere giudizi lapidari su tutto ciò che non comprende.
Ma al
di là delle esternazioni di cattivo gusto di un Padoa Schioppa o di
una Elsa Fornero, le giovani generazioni stanno vivendo senza dubbio
un periodo di forti contraddizioni all'interno della società
occidentale fondata sul mito della crescita e del progresso, ma ormai
totalmente incapace tanto di crescere quanto di progredire.....
In
Giappone, dove il fenomeno esiste e progredisce fin dalla metà degli
anni 80, oltre un milione di giovani fra i 14 ed i 25 anni,
etichettati come hikikomori (coloro che stanno in disparte) vivono
completamente avulsi da qualsiasi contesto sociale praticamente
reclusi nelle proprie abitazioni. Non lavorano, non studiano, non
praticano sport e passano le proprie giornate dormendo, giocando ai
videogiochi o navigando su internet, a malapena consumano i propri
pasti e spesso trascorrono anche la notte appiccicati ad una console
o nei meandri di un social network. La questione ha assunto nel tempo
connotati di una tale gravità da indurre perfino il governo ad
interessarsene, studiandone a fondo le dinamiche ed allargando il
censimento alle fasce di età superiori, dove il fenomeno ha
dimostrato di esistere comunque, anche se con un'incidenza minore.
In
Italia gli hikikomori, secondo le ultime stime sono almeno 100mila ed
il loro numero risulta in costante aumento, di pari passo con il
livello di disgregazione di una società all'interno della quale il
giovane finisce per ritrovarsi ad essere un corpo estraneo, deprivato
della propria identità e del proprio diritto ad avere un futuro
sulla falsariga di quello che hanno avuto le generazioni precedenti.
Secondo
un sondaggio portato a termine dall'Università Cattolica nel 2017,
in Italia i giovani fra i 15 ed i 29 anni che risultano disoccupati,
non studiano, non fanno corsi di aggiornamento ed hanno perfino
smesso di cercare lavoro (etichettati con l'acronimo Neet) ammontano
a 2,2 milioni, costituendo un dato fra i peggiori in Europa, dove
comunque la situazione non è molto differente.
Fortunatamente
non tutti sono destinati a diventare hikikomori, ma senza dubbio si
tratta dell'humus ideale perché la "patologia" abbia modo
di proliferare in maniera preoccupante.
Abbiamo
parlato di patologia, perché molto spesso la condizione
dell'ikikomori riveste un carattere di tale gravità da travalicare
l'ambito dei disturbi comportamentali, per entrare in quello della
malattia mentale vera e propria, pregiudicando seriamente la vita dei
giovani e quella dei familiari costretti a farsene carico.
Ma
perché mai un giovane nel fiore degli anni dovrebbe estraniarsi
dalla società, per richiudersi in un bozzolo dove condurre una vita
ascetica, in assenza di qualsiasi elemento mistico o contemplativo e
con la sola compagnia del proprio disagio interiore?
Naturalmente
questa domanda non si presta ad una risposta univoca, dal momento che
entrano in gioco molti fattori, ma senza dubbio le responsabilità
preponderanti sono quelle di una società come quella occidentale,
basata sulla competizione sfrenata, sul culto dell'immagine, sul mito
del vincente, all'interno della quale troppo spesso il giovane
finisce per rimanere schiacciato, fra un presente vissuto nella
sensazione d'inadeguatezza ed un futuro fatto di speranze destinate a
venire regolarmente disattese.
L'hikikomori
insomma decide di autoescludersi da un contesto sociale che non sente
proprio e ritiene lo abbia già escluso da tempo, ritenendolo
inadeguato a tenere il passo. Il suo per molti versi è un rifiuto
verso un mondo che non capisce e che non lo capisce, attraverso il
rifugio all'interno dell'unica realtà che sente propria e di cui
comprende le dinamiche, cioè sé stesso.
Per
quanto possa sembrare banale, il fenomeno degli hikikomori dovrebbe
rappresentare lo spunto per una riflessione, non soltanto nel merito
della patologia che affligge troppi giovani, ma anche sulle
dinamiche una società che ha nella competizione sfrenata,
nell'ipercinetismo, nell'individualismo di massa le proprie
caratteristiche salienti e rischia di perdere per strada i propri
figli migliori, ai quali sta dimostrando ogni giorno di più di non
essere in grado di garantire un futuro.
1 commento:
Salve... io ho beneficiato di un prestito di 15.000€ in 60 mesi presso un prestatore sig.ra Angela Villano che presenta offerte di prestito a ogni persona nella necessità. Quindi se siete interessato o avete una persona che è nella necessità di prestito, contattarla per maggiori informazioni:
E-mail: villano4219@gmail.com
Cordiali saluti
Posta un commento