L'Italia che esce dalle urne del 4 marzo magari non sarà così facilmente governabile (o forse no) come speravano a Bruxelles, ma sicuramente dimostra di avere le idee più chiare di quanto in molti supponessero.
Il M5s vola ed arriva a sfiorare il 32%, nel momento in cui archiviato Grillo, i vaffa e un certo piglio "rivoluzionario" proprio dei primi giorni si mette in giacca e cravatta e sfodera uno spirito più conciliante con la UE e con i mercati.
La Lega di Salvini fa altrettanto bene, ridicolizza Berlusconi e con il 18% s'impone come primo partito del centrodestra che è la coalizione vincente, nel momento in cui lo stesso Salvini stempera i propri toni nei confronti della UE e dell'euro e si pone su una posizione più morbida.....
I piccoli partiti come Casapound o il PCI di Rizzo, che reclamano la sovranità monetaria e rifiutano radicalmente l'euro e la UE, vengono compresi solo da pochi intimi e finiscono per cozzare irrimediabilmente contro la soglia di sbarramento.
Il PD della famiglia Renzi che ha governato l'Italia negli ultimi anni per conto di Bruxelles, riuscendo nel difficile compito di peggiorare lo stato di un Paese che già versava in condizioni disastrose, prende una sberla talmente secca da farlo scendere sotto il 20% e condurlo verso una probabile scissione.
Un Berlusconi assai imbolsito ed a corto di verve, raccoglie faticosamente il 14% e si ritrova secondo partito della coalizione, costretto almeno per il momento a mettere in naftalina quel Tajani che sicuramente Bruxelles avrebbe oltremisura gradito.
La sinistra dell'antifascismo militante, delle maestre urlanti e dell'immigrazione selvaggia che paventava il ritorno del fascismo, spalleggiata dal Gruppo Espresso, conclude la propria parabola discendente e raccoglie risultati paritetici a quelli dei partiti "fascisti" che ha combattuto nelle piazze, tentando senza successo di tacitarne la parola.
L'esperta in pompe di bicicletta stipendiata da Soros per sostenere l'Europa, raccoglie forse ancora meno consensi di quanti ne stia riscuotendo la UE di questi tempi, mentre LEU di Grasso ottiene la metà dei voti vaticinati nei sondaggi.
Insomma vincono senza ombra di dubbio Di Maio e Salvini, "populisti" ma non troppo e solo vagamente euroscettici e fa bella figura anche la Meloni sintonizzata sulle stesse corde, mentre perdono tutti gli altri. A questo punto toccherà a loro, fra le pieghe di una scellerata legge elettorale, tentare in qualche modo di governare il Paese, non scontentando Bruxelles e neppure gli italiani, anche se siamo convinti che non si tratterà di un'impresa semplice .
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