Abbandonate ormai da tempo tutte le
lotte pregnanti portate avanti (troppo spesso senza l'ausilio della
buona fede) nel corso dell'ultimo mezzo secolo, dalle battaglie
operaie degli anni 70/80, all'anti globalizzazione di fine anni 90,
alle cause ambientaliste o pseudo tali (No TAV, No Dal Molin, No
Mose, No Muos) del primo decennio del nuovo secolo, la cosiddetta
sinistra antagonista (probabilmente solo di sé stessa) si ritrova
ormai allo sbando, incapace di proporsi con un minimo di credibilità
nell'inferno della globalizzazione mondialista alla cui creazione
essa stessa ha contribuito.....
Senza possedere più argomenti forti
attraverso i quali aggregare le nuove generazioni, senza uno spirito
antagonista che prescinda dalla sassaiola concordata con la polizia o
"dall'epica" contesa con una vetrina, ormai orfana di
qualsivoglia ideologia, la "sinistra antagonista" diventata
ormai globalista e mondialista si ritrova oggi sempre più alla
deriva, priva di ogni punto di riferimento e funzionale solamente
agli interessi di quell'elite che per cinquant'anni ha fatto finta di
combattere.
Gli unici argomenti "forti" a
cui ormai tentano di ancorarsi gli orfani di Che Guevara, delle
bandiere rosse e di un insincero spirito no Global, sono un
antistorico antifascismo in mancanza di fascismo e la difesa ad
oltranza della tratta di esseri umani perpetrata dalla politica
globalizzatrice di un'elite che persegue la colonizzazione e il
dumping sociale. Il tutto condito con la velleità d'impedire la
libera espressione di pensiero a chiunque osi esternare idee e
posizioni differenti dalle loro (bollato come fascista per
antonomasia) e con un odio viscerale nei confronti del proprio paese
e della bandiera che lo rappresenta.
È con questo spirito che la "sinistra
radicale" in grado di portare nel 2001 proprio a Genova
centinaia di migliaia di persone contro il G8, di ottenere il 13% dei
consensi alle elezioni del 2006, di chiamare a raccolta centomila
manifestanti a Vicenza contro l'ampliamento di una base statunitense
e di radunare in Val di Susa altre centomila persone nel 2011 per
impedire la costruzione del cantiere del TAV, ha raccattato a Genova
5 mila persone per condurle in "rivoluzionario" corteo
antifascista funzionale alla neonata campagna elettorale e finito
con qualche vetrina rotta a casaccio e un ragazzo disabile mandato
all'ospedale poiché picchiato selvaggiamente in quanto colpevole di
portare al collo un vessillo tricolore.
Quanta confusione, ma soprattutto quanta tristezza e quanta pena per
coloro che dopo avere illuso e usato svariate giovani generazioni con
l'unico scopo di ottenere per sé qualche poltrona nel Palazzo, oggi
come ultima ratio non trovano di meglio che riaccendere l'odio
sociale per tentare di mantenere intatti i propri privilegi
acquisiti.
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