L'unica
ragione plausibile che possa spiegare l'entusiasmo incontenibile con
il quale gli italiani hanno accolto la vittoria elettorale di Alexis
Tsipras (una specie di nichi Vendola greco, ma senza orecchino) è il
gravissimo stato di astinenza da voto in cui versa il nostro
disgraziato paese. Dopo avere avuto in successione ben tre governi
non eletti da nessuno, partendo da Monti, per arrivare a Mr. Bean
Renzi, attraverso l'interregno di Enrico Letta, è comprensibile che
ci si accalori (magari oltremisura) per qualcuno che viene eletto
altrove, dal momento che l'idea di un governo che esca da elezioni,
rappresenta ormai per noi un mito inarrivabile....
Appurata
questa ragione, di spiegabile non c'è più nulla, dal momento che i
motivi di entusiasmo terminano proprio qui dove sono iniziati. Non
dovrebbe avere ragione di esultare il PD, dal momento che Tsipras in
Grecia ha vinto andando alle urne, cosa che Matteo Renzi si guarda
bene dal fare, dimostrando inequivocabilmente che fra i due esiste un
solco profondo.
Non
dovrebbero avere ragione di esultare gli arnesi residuali della
sinistra radicale, poiché Tsipras, pur appartenendo come loro alla
sinistra al caviale che incensa le banche e la politica della
globalizzazione, ha raggiunto in Grecia il 36% dei voti, mentre loro,
anche sfruttando il suo nome, hanno faticato assai, perfino a
raggiungere la soglia di sbarramento alle elezioni europee e comunque
la si voglia guardare, una ragione di questo solco profondo ci sarà.
Men che
mai dovrebbero esultare coloro che si dichiarano anti europeisti come
i leghisti di Salvini o coloro come i pentastellati che sulla UE e
sulla BCE un'idea precisa ancora non ce l'hanno, pur manifestando un
certo scetticismo. Tsipras non ha la benché minima intenzione di
portare la Grecia fuori dalla UE e dall'euro, dal momento che se così
fosse probabilmente starebbe in galera come buona parte della
dirigenza di Alba Dorata e non certo sulle prime pagine dei tabloid
più trend, di proprietà di quelle famiglie che la UE e la BCE le
dirigono e le coccolano, mentre mettono alla fame i popoli europei.
Insomma
in questo freddo lunedì di fine gennaio, dopo essere stati per
oltre una settimana Charlie Hedbo, siamo tutti Tsi qualcosa, senza
avere assolutamente alcuna ragione di esserlo, che precinda da quel
poco d'invidia per i paesi dove ancora si fanno i governi andando a
votare e mettendo la scheda nell'urna. Una farsa anche quella,
beninteso, ma almeno l'illusione, quella no, non avrebbero dovuto
togliercela.
1 commento:
Mi tropo in linea con te, Marco. Anche io sono della stessa idea che se Tsipras fosse stato effettivamente dalla parte del popolo e per l'uscita della Grecia dall'Euro, molto probabilmente sarebbe stato ospite delle patrie galere greche. Oltre ad avere una vita politica travagliata fatta di imboscate e pistolettate come quelle accadute a due militanti di Alba Dorata.
Ma a lui ( per sua fortuna ) nulla è successo e la sua carriera politica è filata via liscia come l'olio. Strana come cosa per uno che viene dipinto come un ribelle e dalla parte della gente, vero?
Ed è per questo, e anche per tutta questa popolarità mass mediatica che mai un VERO partito per il popolo ha MAI avuto, non l'ho mai visto di buon occhio. E mi sembra anche palese la falsità che si cela dietro di lui.
Non so chi ci stia, ma son sicuro che le sue spalle stanno al sicuro. Quando si è troppo sfacciati un motivo c'è.
Per la Grecia non so cosa succederà - mi auguro che le povere persone possano riprendersi, questo lo spero - ma non avverrà nulla di "rivoluzionario".
Anzi, non vorrei che Tsipras sia una sorta di cavallo di Troia da usare per certi scopi.
Per quanto concerne l'euforia della sinistra italiana e di chi si compiace della vittoria di Tsipars, hai descritto bene tu il tutto. Non aggiungo altro.
Luca D'Amico
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