La giornata di sciopero del trasporto
pubblico loocale che ieri ha paralizzato le principali città
italiane sembra avere provocato di tutto e di più. Orde di cittadini in preda al panico in fuga nelle gallerie del metrò milanese come
fossero inseguiti dagli zombies di Resident Evil, ressa in ogni dove,
malori, tensioni e perfino manipoli di "eroi" disposti ad
immolare il proprio corpo strisciamdo sotto le saracinesche in
chiusura, pur di riuscire a prendere l'ultimo treno prima dello stop
alla circolazione. Orde di pennivendoli pronti a sbavare rabbia
dichiarando che "uno sciopero così non è da paese civile"
e addirittura il garante sugli scioperi nei servizi pubblici
essenziali Roberto Alesse che con un tempismo da orologio svizzero si è affrettato ad aprire un'inchiesta sull'astensione dal lavoro in
oggetto.
Comprendiamo bene come nell'Italia
governata dai banchieri lo sciopero somigli sempre più ad una
creatura mitologica alla cui vista inorridire e darsi alla fuga
pervasi dal panico....
E lo stesso pensiero che qualcuno possa
scioperare, in un momento storico in cui qualsiasi lavoro da schiavo
viene considerato alla stregua di un privilegio inarrivabile sembri
ai più esercizio di pura follia.
Così come comprendiamo la frustrazione
e la paura delle molte persone il cui imperativo è quello di
arrivare al lavoro comunque con ogni mezzo, perché se non ci
arrivano nessuno pagherà loro la giornata e malauguratamente il
lavoro potrebbero anche perderlo, dal momento che i contratti da
schiavo sdoganati dalla legge Biagi fra i plausi generali non
contemplano più alcuna tutela.
E ancora comprendiamo la ferocia degli
scribacchini da guardia tenuti generalmente a catena, qualora in
occasioni speciali come questa venga loro concessa dal padrone
libertà di ringhiare, azzannare e sfogarsi come meglio credono,
purchè naturalmente si tratti delle gambe giuste. Ed anche lo zelo
con cui si è mobilitato il garante, dal momento che il suo mestiere
consiste proprio nel far si che gli eventuali scioperi non arrechino
danno a nessuno e possibilmente neppure si vedano.
Quello che invece fatichiamo a
comprendere é la presunzione ostentata da tutto il carrozzone
mainstream nel presentare uno sciopero generale alla stessa stregua
di una calamità naturale, sfruttando per avvalorare la propria tesi
l'isteria collettiva dei forzati da pendolarismo e la paranoia
modello americano che ormai si è impadronita di molti italiani.
Dimenticando completamente di
ragguagliare il lettore/ascoltatore sul motivo che ha indotto i
lavoratori del trasporto pubblico locale a scioperare. Cioé il fatto
che il loro contratto non viene rinnovato dal 2007, abominio
realmente indegno di un paese civile e anche di quelli che nella
nostra supponenza siamo usi considerare scarsamente ricchi di
civiltà.
L'unico fatto realmente inaccettabile è
proprio quello che l'informazione, primo gurdaspalle dei banchieri,
anzichè rispondere alla domanda "ma perchè questi
scioperano?"che ieri milioni di cittadini si saranno posti,
preferisca focalizzare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla
calca, i disagi, gli svenimenti.
Si trattava di uno sciopero, il cui
scopo precipuo è proprio quello di creare disagi, per attirare
l'attenzione su un problema, in questo caso anche di una certa
gravità.
Non di un ciclone tropicale, anche se
di questi tempi nel nostro paese è certo più alta la probabilità
d'imbattersi nel secondo piuttosto che nel primo.
2 commenti:
Sto ancora aspettando che gli statunitensi si chiedano..." ma cosa hanno gli arabi contro di noi ? " .
Questo articolo andrebbe corredato di disegni .
Le immagini sono quasi visibili .
Uno sciopero per definizione deve creare disagi, altrimenti non serve a nulla.
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