martedì 15 marzo 2011

Solo l'orchestra italiana suona sul Titanic che affonda

Marco Cedolin
La tragedia delle centrali atomiche fuori controllo che in questi giorni sta dilaniando il Giappone, mette una pietra tombale sulla fallimentare esperienza costituita dall'utilizzo del nucleare a scopo di produzione energetica.
Se infatti i termini della catastrofe giapponese, tuttora in corso e in continua fase di aggravamento, non sono ancora definiti e le informazioni si accavallano in maniera schizofrenica nella confusione più totale, alcune evidenze appaiono al contrario di una chiarezza adamantina.
Il gravissimo incidente di Chernobyl aveva dimostrato come eventuali guasti tecnici o errori nella gestione di un reattore nucleare potevano determinare disatri di enorme grandezza, la cui portata difficilmente era quantificabile sull'asse del tempo. Nessuno sarà mai in grado di raccontarci quante persone in Europa si sono ammalate di cancro e si ammaleranno nei decenni a venire, sono diventate sterili o lo diventeranno, sono state vittima di malformazioni fetali o lo saranno, a causa del disastro di Chernobyl. Molte sicuramente, ma la radioattività è un assassino che colpisce in silenzio, spesso a decine di anni di distanza e senza manifestarsi come carnefice.
L'impatto sull'opinione pubblica fu enorme e per la tecnologia nucleare iniziò la parabola discendente. Nonostante ciò riuscì a sopravvivere, in quanto i morti risultavano dispersi nell'imponderabile e la causa del disastro allignava in un deficit tecnico. Sarebbe bastato promettere miglioramenti tecnici e misure di sicurezza di alta tecnologia, per scongiurare almeno in una parte dell'opinione pubblica il rifiuto radicale nei confronti dell'atomo.
Fortunatamente in Italia questo escamotage non funzionò e un plebiscito popolare disse no al nucleare in maniera ferma e definitiva, prima che a riesumarlo in maniera fraudolenta arrivasse il caramogio di Arcore, con la banda di barbassori che gli fanno da contorno, nel tentativo di riportare in vita un cadavere ormai mummificato.....

La tragedia giapponese, a differenza di Chernobyl, coinvolge molti reattori e più di una centrale su un territorio estremamente vasto, e non è stata causata da un guasto tecnico, bensì da una catastrofe naturale di enorme grandezza, un terremoto ed uno tsunami. Ma in tutta evidenza conseguenze simili sarebbero state determinate da una colossale alluvione, da un incidente aereo che avesse coinvolto una centrale, da un attentato terroristico, da un missile fuori bersaglio in un conflitto bellico e da molti altri eventi sui generis.
La tragedia giapponese mette impietosamente in evidenza l'impotenza e l'incapacità da parte di chi gestisce le centrali nucleari, di controllare in maniera soddisfacente situazioni di grave emergenza. Non perchè i tecnici e gli scienziati giapponesi siano incompetenti (a differenza dei russi liquidati al tempo come scarsamente capaci sono considerati unanimamente fra i migliori al mondo) ma in quanto tecnologicamente non esistono i requisiti per far fronte ad emergenze di questo genere. Si può solo sperare che non accadano, ma quando accadono si brancola nel buio e si tratta di tenebre che potenzialmente possono fare calare il sipario sull'intera storia del'umanità.
In questo caso servono a poco le patetiche promesse di nuove mirabilie tecnologiche e le proiezioni oniriche di centrali super sicure a prova di....a prova di cosa?

La produzione di energia tramite le centrali nucleari, già economicamente deficitaria a causa del problema delle scorie e già perdente di fronte all'alternativa delle fonti energetiche rinnovabili come il solare e l'eolico, sta incontrando a Fukushima il suo stop definitivo.
Tutti i paesi con cospicue presenze di centrali atomiche sul proprio territorio stanno interrogandosi profondamente sull'opportunità di proseguire su questa strada. Sicuramente si tratterà di un processo graduale, essendo impossibile smantellare decine di centrali dall'oggi al domani e ci vorrà del tempo per spostare in altra direzione gli investimenti della politica energetica, ma la strada sembra chiaramente tracciata.
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha deciso immediatamente lo stop di 7 reattori nucleari ed ha congelato il provvedimento, da lei stessa redatto, che prolungava la vita degli impianti in scadenza.
Il presidente francese Sarkozy (la Francia è in assoluto il paese europeo più legato all'atomo) ha deciso minuziosi controlli su tutte le centrali presenti nel paese, oggetto negli ultimi anni di continui piccoli incidenti, mentre i movimenti ecologisti stanno avviando una campagna per indire un referendum sull'atomo.
In Svizzera il governo federale sospenderà la procedura per autorizzare tre nuove centrali, dichiarando che solo dopo una radicale revisione dei sistemi di sicurezza il progetto potrebbe andare avanti.
In Belgio, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia i governi iniziano ad esternare la necessità di pause di riflessione sui programmi nucleari, pause che sembrano essere propedeutiche ad eventuali ripensamenti.
Perfino la UE rende pubblico l'intendimento di riesaminare gli standard di sicurezza delle centrali, dimostrando di avere subito il colpo e di sentire la necessità di un'ampia riflessione sull'argomento.

Solo in Italia, l'unico paese che grazie al popolo e non certo alla politica, dal nucleare si è tirato fuori con il referendum del 1987, pur dovendo continuare a confrontarsi con i retaggi della precedente attività e con le relative scorie gestite in maniera scellerata, il governo non ha bisogno di alcun tipo di riflessioni, essendo in possesso di certezze adamantine e convincimenti così radicati da non potere essere scalfiti da nessuna tragedia nucleare, qualunque sia la sua gravità.
In questi termini infatti si sono espressi in TV e sui giornali in questi giorni i ministri per caso Prestigiacomo e Romani e tanta parte della geniale consorteria politica che sostiene il Cavaliere.
Il governo italiano andrà avanti con il proprosito di costruire nuove centrali nucleari, nonostante il referendum del 1987 e nonostante dopo la tragedia giapponese rischi davvero di ritrovarsi l'unico governo in Europa a credere che la strada nucleare sia una via praticabile per il futuro.
Con tutta probabilità questi vaneggiamenti sono solo di facciata e nessuno tenterà mai di costruire centrali nucleari in Italia, rischiando seriamente un'insurrezione popolare, soprattutto dopo la catastrofe giapponese.
Ma nel caso qualcuno fosse veramente così folle, supponente e incapace di leggere la realtà da tentare di farlo, sarà costretto a confrontarsi anche con la pietra tombale scivolata sulla sua esperienza politica.

15 commenti:

Alba Kan ha detto...

Anche ieri, il ministro Romani continuava a ripetere che le centrali di "ultima generazione" (cioè quelle che saranno terminate solo tra 20 anni...quando saranno già vecchie cme tecnologia) sono sicurissime.
Io mi chiedo dov'è la certezza assoluta che non ci sarà mai un terremoto di magnitudo 10, di quelli che spazzano via tutto?
L'uomo non è in grado di controllare e prevaricare la natura, perchè è solo una minuscola parte di essa.

E' vero che in Giappone il danno maggiore è stato fatto dallo tsunami e non dalla scossa in se, però io ho visto immagini incredibili, quasi da film di fantascienza. C'era una strada dove proprio al centro era spaccata in due da una voragine lasga più di un metro. Se succedesse proprio sotto una centrale, vogliono farci credere che esistono sistemi antisismici capaci di resistere a questo?

Eppoi vogliono propagandare il nucleare come una forma di indipendenza energetica, ma non è assolutamente vero, perchè l'uranio dobbiamo acquistarlo da altri paesi, e tra l'altro dicono che comincia a scarseggiare e quindi aumenterà il prezzo sempre di più.

Ciao Marco, e grazie per quest'altra triste analisi...

kthrcds ha detto...

L’incidente in Giappone offre l’occasione per riflettere sull’impiego del nucleare. Anzi, nel caso dell’Italia la impone, a partire dall’atteggiamento del governo e dei suoi componenti, i quali hanno dimostrato – ma non ce n’era alcun bisogno – di essere totalmente inadeguati a farsi carico delle responsabilità che gravano sulle loro spalle. In una situazione di particolare gravità, come quella attuale, una delle prime emergenze da affrontare è quella di costringere i soggetti succitati ad assumersi la responsabilità delle proprie scelte, come quella, ad esempio, di tornare al nucleare senza avere le competenze per valutare i rischi per la popolazione. La società civile non può risolvere i suoi problemi se è governata da persone senza alcuna competenza, unicamente guidate dal perseguimento del proprio interesse personale, e che credono di poter affrontare le situazioni più drammatiche a suon di slogan, frasi fatte e dati inventati.

Purtroppo l’incompetenza dei politici italiani riguarda tutti gli schieramenti. Nel 2007, infatti, Pierferdinando Casini esortava l’Italia ad imboccare la via dell’atomo, l’allora ministro dello Sviluppo Economico, Bersani, gli faceva eco con dichiarazioni tipo: “entriamo con tutti e due i piedi nella ricerca del nucleare di nuova generazione”, e il ministro dell’Ambiente, Pecoraro Scanio, si mostrava possibilista: “se la ricerca è su un nuovo tipo di nucleare da fusione, quello non radioattivo e senza uranio, ma viva dio”.

kthrcds ha detto...

Dimenticavo, a questo indirizzo:

http://www3.nhk.or.jp/nhkworld/

si può seguire in streaming il succedersi degli avvenimenti in Giappone.

Jas21 ha detto...

Non credevo avessimo un Governo. Cosa ancora più terribile è che non abbiamo una classe politica né a destra né a sinistra per non parlare del centro. Credo siano vaneggiamenti di facciata. Non sapendo cosa dire, magari perché rimasti senza copione sono andati a braccio.

Alba Kan ha detto...

Qualche "esperto" di "centrali sicure di 3° generazione", potrebbe spiegare cosa succederebbe se si verificasse proprio sotto una centrale nucleare un simile scenario?

http://www.lachiacchiera.it/wp-content/uploads/2011/03/giappone-terremoto-asse-terrestre-.JPG

Tina ha detto...

Vediamo di ripetere a giugno il no al nucleare, ma in maniera definitiva.
Marco, abbiamo affaristi al governo, non uomini coscienti, se li sezioni uno per uno, sono legati a qualche società che spilla soldi dalle nostre tasche, la ministra per l'ambiente, con l'azienda di famiglia (smaltimento rifiuti), ha contaminato una buona fetta di territorio tra Ragusa e Siracusa... il ministero per l'ambiente nelle sue mani l'ho trovato una beffa a chi difende lo stesso dalla lebbra rappresentata dalla chimica di ogni genere.
Buona giornata Marco

Anonimo ha detto...

Vorrei fare alcune domande, da cittadino disinformato quale sono, ma preoccupato del molto dire causato dagli eventi giapponesi:
In Italia, in questo giorno (16/03/2011) quante centrali nucleari attive esistono?
Quante centrali attive a rischio esistono?
In Italia, quante centrali nucleari verranno costruite o entreranno in funzione nei prossimi 3 anni e dove? Grazie delle eventuali risposte - Giorgio

Alba Kan ha detto...

Anonimo Tina ha detto...

Vediamo di ripetere a giugno il no al nucleare, ma in maniera definitiva.

Ciao Tina,
ma a te questo referendum non ricorda quello "ad oltranza" dell'Irlanda per il Trattato di Lisbona?
;(

Speriamo nella "definitiva" sovranità popolare!

marco cedolin ha detto...

Cara Alba,
senza dubbio sarà dovere di ciascuno di noi andare a votare si al referendum contro il nucleare.
Ma personalmente (scusa il francesismo) ne ho le palle piene di venire preso per il culo dai mestieranti della politica. NO al nucleare senza se e senza ma lo abbiamo già espresso a larghissima maggioranza nel 1987 e ritengo inaccettabile che possano arrivare il Berlusconi o il Chicco Testa di turno a mettere in discussione la volontà popolare!
Dovremo tornare a votare anche per il divorzio e l'aborto, non appena salirà al governo un qualche psicopatico che vuole abolirli?
Condivido in pieno la tua sensazione di una farsa che somiglia da vicino a quella perpetrata in Irlanda riguardo al trattato di Lisbona: referendum ad oltranza, fino a quando con qualche broglio si riesce ad ottenere il risultato voluto.

marco cedolin ha detto...

kthrcds, grazie per l'interessante commento e il link della diretta giapponese.

I am, non lo credevo neppure io :-)

Cara Tina, quanto hai ragione.....

Gentile anonimo,
in Italia ad oggi non esistono centrali attive, se si esludono quelle piccole per esperimenti scientifici.

Tutte le centrali non più attive ed i depositi di stoccaggio delle scorie, esistenti in Italia, sono comunque a rischio nel caso di catastrofe naturale, dal momento che l'accidentale rilascio del materiale radioattivo presente comporta una contaminazione nucleare.

Nei prossimi 3 anni in Italia non verranno costruite o entreranno in funzione centrali nucleari.
Quelle che per ora allignano nella fantasia malata del governo sono previste entrare in funzione intorno al 2025.

Anonimo ha detto...

http://english.aljazeera.net/watch_now/
se seguite l'inglese, questo link vi da molta piu informazione obbiettiva

Anonimo ha detto...

Marco Cedolin, grazie della risposta.
Nel Libro Sacro della Torà c'è scritto che porre una domanda vuol dire "aprire al senso delle cose".
Dunque se la prima centrale nucleare entrerà in funzione tra ... 14 anni ... come tu scrivi, mi auguro che per alcuni istanti ti sia soffermato a valutare il valore temporale di 14 anni e conseguentemente, anche il valore in senso di ricerca scientifica di un periodo abbastanza lungo. Ritengo che la reazione odierna (in Italia e nel mondo) sia da ascrive al fenomeno definibile di "Panico Collettivo", dovuto ad
una reazione "di pancia" in senso Junghiano all'evento catastrofico giapponese e non ad una consapevolezza razionale ... "di testa". Mi spiego.
A circa 250 Km in linea d'aria da Torino funzionano in territorio francese le centrali nucleari di
TRICASTIN 1,2,3,4 - PHENIX -
CRUAS 1,2,3,4 - BUGEY 1,2,3,4 -
St. ALBAN 1,2
A circa 190 Km in linea d'aria da Milano, in territorio svizzero, funziona le centrale nucleare di
MUHELEBERG8 (dati dip. Protezione Civile). Le Centrali non sono sotto il controllo dello Stato Italiano e in caso di incidente (tenuto presente la tendenza dominate dei venti da Ovest a Est)la ricaduta di materiale radioattivo avverrebbe sul nostro territorio, in zone densamente popolate, coltivate in modo intensivo, con grandi concentrazioni di produzioni industriali ...
Ora mi chiedo: perché i movimenti di opinione (sociali, culturali, ecologisti)non hanno mai chiesto la creazione di commissioni di controllo miste (con la presenza di tecnici italiani) per garantire la sicurezza anche dei territori vicini? Questo è un comportamento razionale. Quello che si sta verificando nel nostro Paese nell'ultima settimana è un comportamento isterico(visto che in Italia di centrali nucleari non ce ne sono e non ce ne saranno per i prossimi 15 anni ... ma ne esistono molte ai confini) condito da molta strumentalizzazione politica.
Giorgio

marco cedolin ha detto...

Gentile Giorgio,
senza alcun dubbio di fronte alla catastrofe nucleare giapponese, tuttora in atto e in fase di continuo aggravamento, l'opinione pubblica esprime una reazione di pancia. Sarebbe impensabile acadesse altrimenti, dal momento che l'essere umano è fatto di emozioni che lo differenziano dalla macchina. Un computer non avrebbe reazioni di pancia.

Credo di essere in grado di valutare serenamente il valore di un lasso di tempo di 14 anni, così come quello di 10.000 anni, quando discorriamo di scorie nucleari. Quello che in tutta onestà non comprendo è il supposto valore di ricerca scientifica di questi 14 anni, dal momento che si sta parlando delle nuove centrali nucleari che dovrebbero venire installate in Italia e si tratta d'impianti basati su un progetto degli anni 90.

Secondo il mio punto di vista i movimenti di opinione (sociali, culturali, ecologisti)avrebbero dovuto domandare a gran voce non solo la creazione di commissioni di controllo, ma anche la messa in cantiere di un programma di smantellamento (quello che con tutta probabilità dopo Fukushima verrà messo in atto nei prossimi anni)di tutte le centrali nucleari presenti al di là delle Alpi.
Le ragioni per cui ciò non è stato fatto purtroppo le ignoro e qualunque mia supposizione sarebbe viziata dalla poca stima che ripongo nei movimenti di opinione sociali, culturali, ecologisti.

Ciò non toglie che personalmente non veda nulla d'isterico nella volontà d'opporsi fermamente ad un'azione di governo che tenta di riportare in vita una mummia ammuffita, facendosi beffa di un referendum popolare che l'aveva rinchiusa eternamente dentro ad un sarcofago.
Poco importa se il rischio di vedere rinascere il mostro sarà differito di 10 o 15 anni, dal momento che le decisioni vengono prese adesso, anzi i primi accordi con la Francia sono già stati firmati un paio d'anni fa.

La strumentalizzazione politica, ne convengo, esiste eccome, ma di fronte ad argomenti di questa valenza, personalmente penso valga la pena di puntare dritti al nocciolo del problema, senza guardare alle farsesche diatribe destra vs sinistra che in tutta sincerità non m'interessano.

Marco

barbaranotav ha detto...

Giorgio, non pensi che proprio la lobby nuclearista agisce per "pancia"?
Come mai la Francia e Finlandia hanno sospeso i progetti del reattore di terza generazione?
Mi chiedo che razza di essere umano possa essere quello che a fronte della gravità del nucleare (a meno che non si ritenga scientificamente provato che prendersi le radiazioni sia salutare come bere una tazza di te verde) continua a sostenerlo PUR SAPENDO che solo le scorie di per sé è un problema non risolto.O lo è? In tal caso illuminaci Giorgio e dicci dove possiamo andare a leggere i dati secondo i quali farsi un bagno nelle scorie trattate e rese interti con il metodo X sia una passeggiata di salute.
Quindi ritieni che quei deficenti di anti nuclearisti che ragionano con la pancia non hanno alcun motivo di temere la radioattività?
Ed inoltre, il fatto che ce l'hanno al di la dei confini italiani, sarebbe una giustificazione/incentivo ad avercele anche noi?
Mah. C'e' tanta droga nel mondo, devo drogarmi anch'io quindi?
Grazie

Anonimo ha detto...

Se scoppia una centrale in un paese confinante almeno gli posso chiedere il risarcimento dei danni, se scoppia una centrale mia sono c...i miei, purtroppo.