venerdì 21 maggio 2010

Ogm: organismi geneticamente mortificati


Simone Boscali
Non ho alcun pretesto per parlare proprio ora di ogm, organismi geneticamente mortificati. Non ho appena sentito alcuna novità sul tema in televisione, non ho letto notizie sulla Rete o sui giornali, nessun amico mi ha dato spunti, semplicemente il tema è ormai così radicato nella nostra quotidianità che ogni momento è valido per parlarne e non è mai troppo presto per lanciare l'allerta.

Sono naturalmente contrario (e il richiamo alla naturalità è quanto mai essenziale) a questo genere di prodotti per una serie di ragioni talmente logiche da sfiorare l'essenza del sillogismo aristotelico.


Tanto per cominciare non capisco nemmeno perché gli ogm esistano, a chi sia venuta in mente l'idea così balzana di mettersi a giocare coi geni di piante e animali per ricavarne qualcosa di nuovo, un essere vivente mortificato. Le principali argomentazioni di carattere pratico sostenute dai ricercatori e dai loro finanziatori non reggono il confronto con la realtà. Per esempio non si può affatto giustificare la ricerca sugli ogm con il pretesto di aumentare la produttività di cibo dei paesi in via di sviluppo per il semplice motivo che già oggi la popolazione tutta umana gode di una sostanziale sufficienza alimentare, il problema è il modo in cui il cibo viene distribuito dato che una gran parte delle calorie non va laddove ve n'è bisogno, ma semplicemente dove ci sono i soldi per acquistarle e magari nutrirsene in abuso. A ciò si aggiunga la grave dispersione di calorie nel passaggio tra i vari livelli energetici (prodotti agricoli che diventano mangime, mangime distribuito agli animali d'allevamento, animali consumati dall'uomo) specialmente nel nordamerica, cosa che prova lo spreco inutile di buona parte del cibo prodotto. Infine si consideri la volontaria e scientifica distruzione delle derrate alimentari da parte di grandi compagnie che, limitando la quantità di prodotti agricoli sul mercato, mirano a tenerne alti i prezzi.

Un'altra serie di ragioni è invece di tipo eugenetico ed ecologico. I sostenitori della mortificazione genetica affermano che in fin dei conti l'uomo ha sempre applicato la selezione dei geni da quando ha iniziato a praticare l'agricolitura e l'allevamento sedentari. Infatti, dicono gli ogmmisti, nel momento in cui gli uomini individuano una coppia di animali maschio e femmina per ottenere esemplari più forti o quando selezionano determinate semenze piuttosto che altre per avere piante più robuste o ancora quando incrociano specie diverse animali e vegetali, questa sarebbe una ricerca genetica primordiale, poi evoluta negli attuali sistemi tecnologici.
Io giudico questa visione una scemenza per due motivi essenziali.
Prima di tutto ci vuole un bel coraggio a mettere sullo stesso piano una pratica di selezione-incrocio fondata sulla ragionevolezza e sull'intuito con l'attuale manipolazione di laboratorio. Nel primo caso si cerca la miglior combinazione possibile tra specie già esistenti in natura e si ottiene un risultato solo se la natura stessa lo permette, ad esempio facendo accoppiare un esemplare di mucca di una certa specie con quello di una specie diversa, mentre sarebbe impossibile incrociare la medesima mucca con un varano di Komodo. La mortificazione genetica attuale invece non solo non agisce più sull'accoppiamento-incrocio, ma va direttamente sulle cellule impiantando i geni di un essere vivente in quelli di un altro che sarebbe del tutto incompatibile allo stato naturale, come appunto i geni del varano nella muca da latte per trasferire alla seconda una particolare proprietà del primo.
Inoltre nel paragonare le pratiche tradizionali e quelle tecnologiche gli ogmmisti tralasciano (e in questo non può che esserci malafede perché non possono ignorare il dettaglio) un particolare fondamentale. Vale a dire, gli incroci tra animali, la selezione degli esemplari d'allevamento da accoppiare, la scelta delle semenze e gli innesti tra vegetali hanno sempre prodotto un arricchimento genetico. Sostanzialmente l'essere che nasce e si sviluppa da una pratica tradizionale ha un numero di geni superiore a quello dei genitori, raccoglie quasi tutte le migliori caratteristiche di entrambi ed è più forte. Banalmente qualsiasi veterinario vi spiegherà che ogni cane "bastardino" è sempre più sano e robusto dei due genitori.Al contrario la pratica di mortificazione genetica attuale tende irreversibilmente (sottolineo, irreversibilmente) all'impoverimento del patrimonio delle specie. Nella ricerca delle perfezione (che sempre più si delinea come una perfezione ad uso commerciale) la selezione di laboratorio produce piante e animali con un numero di geni sempre inferiore rispetto agli esseri viventi di partenza. Le conseguenze rischiano di essere gravissime, per esempio in agricoltura. Una pianta agricola ogm creata per resistere ad una condizione ambientale avversa, poniamo la grande presenza di un certo tipo di parassita, può svilupparsi e crescere in modo rigoglioso in una fase iniziale, ma non appena quel parassita mutasse (cosa che in natura accade a ritmo velocissimo) o un nuovo parassita prendesse il suo posto, la pianta ogm non avrebbe alcuna difesa contro la nuova minaccia e il raccolto fallirebbe. Le piante naturali invece, pur disponendo di difese specifiche più basse rispetto a un certo organismo, possono resistere meglio alle avversità generali e alla capacità di adattamento dei parassiti che le attaccano.
Infine un'ultima considerazione di carattere squisitamente economico fugherà ogni dubbio sullo scopo esclusivamente economico di questa ricerca. C'è un dettaglio importantissimo che riguarda le piante ogm create dalle grandi multinazionali, un dettaglio tanto invisibile all'occhio quanto potente per tenere per la gola l'intera umanità in futuro. Le piante agricole create dalla Monsanto, dalla Dupont, dalla Novartis sono tutte quante sterili, ossia non sviluppano una semenza o un sistema di riproduzione naturale che permetta agli agricoltori di riseminare di anno in anno il prodotto. A ciò si aggiunga che uno degli obiettivi di queste compagnie è proprio il brevetto sul seme e sul patrimonio genetico che hanno sviluppato in laboratorio e che ne fa le uniche titolate a consentire la produzione e riproduzione di esseri viventi persino a scopi alimentari, e molti di questi brevetti sono già stati depositati soprattutto negli Stati Uniti ma anche in Europa.
Ne consegue che i coltivatori di tutto il mondo che fanno uso di ogm sono costretti ogni anno ad acquistare le sementi brevettate dalle multinazionali, ovviamente a prezzi elevati. Nei paesi poveri, dove i raccolti sono ancora oggi a rischio in caso di condizioni avverse, è già capitato e sempre più capiterà che i contadini si ritrovino completamente rovinati per il fallimento di una stagione (leggasi la debolezza dell'agricoltura ogm di cui sopra) e incapaci di acquistare il prodotto per riseminare, non avendo più denaro.
Le conseguenze economiche e alimentari sono spaventose, come si può immaginare, e la dannosità generale degli ogm è a questo punto sillogisticamente dimostrata, come scrivevo all'inizio.
Non può che seguirne altrettanto logica presa di posizione dell'opinione pubblica, una posizione di reazione e rifiuto a una mortificazione genetica che è un capitolo della mortificazione civile cui siamo generalmente sottoposti.

8 commenti:

Unknown ha detto...

Ciao, a parte qualche confusione sul numero di geni ( penso che il numero di geni non cambi ma che avvenga solo una sostituzione di alcune parti con DNA ricombinante) sono totalmente d'accordo con te, la cosa che è ancora più inquietante è leggere commenti di scienziati come Veronesi o addirittura la Montalcini (di cui ho grande stima) entustiasti e favorevoli all'uso degli OGM in ambito agricolo, con le seguenti motivazioni: piante che curano il cancro e ovviamente la fame del mondo. Ma ci fanno o ci sono?

Anonimo ha detto...

ciao,
quello che scrivi è molto superficiale.
Io sono contrario agli ogm ma la ricerca genica è fondamentale anche per alcune cosette come malattie ereditarie. Inoltre sapere come si trasfericono i geni è utilissimo per il miglioramento genetico delle nostre piante. Non per fare ogm ma per sapere quando fai un incrocio quello che puoi ottenere. Incroci, si incroci, come quelli che l'uomo ha fatto dal giorno dopo che ha inventato la semina.

Simone ha detto...

@ Meltuzed
Sono l'autore del testo pubblicatomi da Cedolin, da quello che ho letto la questione seull'impoverimento genetico è confermata, tra l'altro ricordo che anche a un corso di PResitoria all'università ce ne parlarono, proprio evidenziando come la mortificazione genetica stia andando nella direzione opposta a quella sin qui tracciata dalla natura. Per il resto mi fa piacere vedere che sei d'accordo con quanto detto.

Simone ha detto...

@ anonimo
Non condivido quanto dici. Ti chiedo innanzitutto di evidenziare gli aspetti che ti sono sembrati superficiali per approfondirli.
Questo detto parli dell'importanza della ricerca genenica, su quello posso essere d'accordo all'essenza, ma mi spieghi cosa c'entra una simile ricerca con animali e piante ogm?
Nella parte finale del tuo commento fai proprio quel tipo di paragone deprecabile che i sostenitori degli ogm fanno tra incrocio tradizionali e pratiche di laboratorio, proprio quel genere di paragone che credo di aver smontato nel testo, per cui su questo non intendo aggiungere altro, invitandoti al più a rivedere quel paragrafo.

Mattia Paoli ha detto...

Quello che mi fa paura è il sondaggio sul sito linkato.

"Abolizione del Signoraggio e recupero sella Sovranità Monetaria" sarebbe il primo cambiamento da attuare per ribellarsi all'Occidente?

Il signoraggio, quella immensa bufala? Non fatemi ridere.
E qual è si scrive senza apostrofo.
Affidatevi a siti un po' più seri, per pubblicizzare le vostre opinioni.

Scusate per l'OT.

marco cedolin ha detto...

Gentile Mattia,
quello che lei definisce il "sito linkato" è il sito gestito dall'autore dell'articolo, dal quale lo stesso è stato prelevato. Il linkarlo non è finalizzato a pubblicizzare alcun tipo di opinioni, bensì semplicemente a seguire la buona prassi per cui allorquando si pubblica un articolo se ne cita la fonte.

In merito al signoraggio ciascuno è libero di mantenere le proprie opinioni (possibilmente senza offendere quelle degli altri)ma non è certo la posizione di un sito in merito al signoraggio a farne un buon o cattivo veicolo d'informazione, nè tanto meno il refuso di un accento a determinare la serietà dello stesso.

Buona giornata
Marco Cedolin

Mattia Paoli ha detto...

Per quanto mi riguarda, sì.

Ciao, Mattia.

Simone ha detto...

@ Mattia
Vorrai perdonarmi ma il refuso sull'apostrofo non è questione chiusa... in tre anni di studi letterari all'università ho scoperto un sostanzioso partito di insegnanti secondo cui non sarebbe un errore l'utilizzo dell'apostrofo dopo ogni parola tronca. Ovviamente non ho sposato le tesi di quel partito per ribellarmi all'Occidente perché, come accennava Cedolin, non è questione importante.
Sarò ad ogni modo lieto di conoscere la tua opinione sull'argomento in questione e di rimediare alle lacune che sapari individuare, mentre se non condividi le mie posizioni su altri temi sei liberissimo di criticare sul "sito linkato", possibilmente nei post a tema e attenendoti ai dati di fatto.
Un saluto