Marco Cedolin
E’ di ieri la notizia, resa nota dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui le autorità canadesi stanno procedendo ad accertamenti in relazione alle gravi reazioni allergiche determinate dai vaccini contro l'influenza suina della GlaxoSmithKline, dopo avere già ritirato dalla distribuzione un intero lotto del prodotto.
Nello scarno comunicato diramato dal portavoce dell’OMS Thomas Abraham, non viene reso noto il numero delle persone che sono state oggetto delle reazioni allergiche, né la gravità dei sintomi riscontrati, né tanto meno lo stato di salute attuale dei soggetti vittima dell’allergia. In compenso Abraham, pur dichiarando di non avere ancora compreso cosa sia accaduto in Canada, si sente comunque in dovere d’insistere nel raccomandare la vaccinazione, dichiarando che per quanto riguarda la gran parte dei 30 decessi finora riscontrati in seguito all’inoculazione del vaccino, non è ancora stata dimostrata una sicura correlazione. Ed aggiungendo che in ogni caso tali decessi rappresentano una frazione infinitesimale assolutamente nella media, in proporzione alle 65 milioni di dosi di vaccino finora somministrate.
Quello che più induce a riflettere, oltre allo stillicidio attraverso il quale vengono “balbettate” le notizie sull’argomento, spesso prive di numeri, dati e coordinate per orientarsi è il pressappochismo con cui le autorità sembrano affrontare la questione. Quando infatti si è disquisito intorno all’eventuale pericolosità del vaccino contro l’influenza H1N1, ventilando la possibile insorgenza di problemi ad esso correlato, così come abbiamo fatto in molti negli ultimi mesi, non si è mai paventata un’immediata moria dei soggetti vaccinati, come mosche poste di fronte al DDT. Al contrario si è tentato di analizzare le conseguenze del medicinale e la sua eventuale nocività per la salute umana, non tanto nell’immediato quanto piuttosto nel medio e lungo termine. E si è contestato a più riprese (come ha fatto anche il ministro della Salute polacco) il fatto che la sperimentazione messa in atto dalle case farmaceutiche non offra garanzie adeguate anche e soprattutto in relazione al ristrettissimo asse temporale preso in considerazione.
Nello scarno comunicato diramato dal portavoce dell’OMS Thomas Abraham, non viene reso noto il numero delle persone che sono state oggetto delle reazioni allergiche, né la gravità dei sintomi riscontrati, né tanto meno lo stato di salute attuale dei soggetti vittima dell’allergia. In compenso Abraham, pur dichiarando di non avere ancora compreso cosa sia accaduto in Canada, si sente comunque in dovere d’insistere nel raccomandare la vaccinazione, dichiarando che per quanto riguarda la gran parte dei 30 decessi finora riscontrati in seguito all’inoculazione del vaccino, non è ancora stata dimostrata una sicura correlazione. Ed aggiungendo che in ogni caso tali decessi rappresentano una frazione infinitesimale assolutamente nella media, in proporzione alle 65 milioni di dosi di vaccino finora somministrate.
Quello che più induce a riflettere, oltre allo stillicidio attraverso il quale vengono “balbettate” le notizie sull’argomento, spesso prive di numeri, dati e coordinate per orientarsi è il pressappochismo con cui le autorità sembrano affrontare la questione. Quando infatti si è disquisito intorno all’eventuale pericolosità del vaccino contro l’influenza H1N1, ventilando la possibile insorgenza di problemi ad esso correlato, così come abbiamo fatto in molti negli ultimi mesi, non si è mai paventata un’immediata moria dei soggetti vaccinati, come mosche poste di fronte al DDT. Al contrario si è tentato di analizzare le conseguenze del medicinale e la sua eventuale nocività per la salute umana, non tanto nell’immediato quanto piuttosto nel medio e lungo termine. E si è contestato a più riprese (come ha fatto anche il ministro della Salute polacco) il fatto che la sperimentazione messa in atto dalle case farmaceutiche non offra garanzie adeguate anche e soprattutto in relazione al ristrettissimo asse temporale preso in considerazione.
Proprio in virtù di ciò le rassicurazioni di Abraham, che si dichiara ancora all’oscuro di cosa sia accaduto in Canada, imperniate sul fatto che le morti fulminanti eventualmente determinate dal vaccino sono tutto sommato percentualmente trascurabili e rientrano nella media, ci paiono fuori luogo e non ci rassicurano affatto. Al contrario ci sembra altamente scorretto l’atteggiamento dell’OMS che di fronte ad un virus influenzale la cui pericolosità continua a manifestarsi oggettivamente molto bassa, si sente in dovere di raccomandare l’utilizzo di un vaccino le cui conseguenze immediate e soprattutto future continuano ad allignare nel regno dell’imponderabile.
Pubblicato su Terranauta
6 commenti:
L'unica soddisfazione in tutto questo è vedere che stavolta la gente comune non si è bevuta la storiella della pandemia ecc....forse stavolta l'hanno fatta davvero grossa?
Sempre a proposito di salute...
Chi ha sentito parlare della notizia sui "preti in corsia"?
Secondo qualcuno, dovrebbero essere "assunti" dagli ospedali come qualsiasi infermiere.
Io non credo che l'operato dei preti in ospedale possa essere paragonato al lavoro degli infermieri, ma a parte questo, se io fossi ammalata in lìun letto di ospedale, preferirei che nella stanza entrasse un'infermiere con una flebo, piuttosto che un prete pronto a darmi l'estrema unzione!
Un grido di aiuto dai nativi canadesi che nessuno ascolta!!
http://www.nativiamericani.it/?p=1625#more-1625
A morirne di più sono i bambini!!
Cara Alba,
come giustamente hai sottolineato tu, questa volta (caso più unico che raro)la gente non si è bevuta la storiella e quando si parla in giro con le persone quasi nessuno si mostra preoccupato dalla pandemia, ma quasi tutti sono preoccupati dal vaccino e non intenzionati a farlo.
Quella dei preti ancora mi mancava, ma la trovo allucinante, se fossi un degente penserei a un brutto sogno.
Mapi, grazie per il link di sicuro interesse, il cui approfondimento consiglio a tutti.
caro Marco, sono Alessandro dal Canada.E' da un po' che non ti leggevo , perche' sono stato incasinatissimo(e lo sono tuttora).
Ti volevo solo dare un paio di opinioni. Riguardo alla gente che riflette qui in Canada, io vivo in British Columbiae ho la netta sensazione che lo sgretolamento di certe fanfalucche sia dovuto al fatto che la gente si informa e passaparola via internet.
Riguardo invece ai nativi e all'ipotesi di sterminio, a parer mio non c'entra niente...ci sono problemi enormi che i nativi si trascinano dietro(e si trascineranno) da generazioni.Indiscutibilmente solo e soltanto responsabilita' dell'uomo bianco, ma le morti per influenza da quel poco che so sono dovuto a terribili carenza igienico-sanitarie.
Saluti
Ciao Alessandro, bentornato sul blog!
Ti ringrazio per il prezioso contributo "dal vivo" che ci offri in merito all'argomento.
Grazie anche per avere trovato un attimo, nonostante tu sia oberato d'impegni.
A presto
Marco
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