Marco Cedolin
Prima la SARS, poi l’influenza aviaria, infine la febbre suina. Dall’inizio del secolo l’incubo della pandemia continua a riproporsi evocando i fantasmi di un lontano passato fatto di pestilenze e bubboni marcescenti, da leggere attraverso le lenti del presente che parla il linguaggio della guerra batteriologica, degli esperimenti con virus mutanti, dei laboratori segreti all’interno dei quali gli agenti virali vengono manipolati.
Come accaduto con la SARS e con l’influenza aviaria, anche l’epidemia di febbre suina che avrebbe già fatto un’ottantina di vittime in Messico e contagiato alcune persone negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda, si manifesta fenomeno estremamente difficile da interpretare. Sia per quanto riguarda le conseguenze che l’epidemia potrebbe avere a livello mondiale, sia per quanto concerne gli intrecci politici ed economici che sempre si muovono sullo sfondo di “allarmi globali” come questo, destinati a traumatizzare pesantemente l’opinione pubblica.
Stando alle ultime notizie la situazione a Città Del Messico, dove l’epidemia avrebbe avuto inizio, risulta piuttosto grave. Le vittime accertate sarebbero 81 e le autorità hanno deciso la chiusura delle scuole e delle università, oltre alla sospensione delle messe in tutte le parrocchie cittadine a tempo indeterminato. Il Messico ha inoltre stanziato un fondo di 450 milioni di dollari per fare fronte all’emergenza.
Anche negli Stati Uniti, dove ancora non ci sono vittime ma si riscontrano 11 casi accertati di contagio, la questione sembra venire affrontata molto seriamente, dal momento che nel pomeriggio è stato dichiarato lo Stato di emergenza sanitario nel corso di un briefing convocato alla Casa Bianca per valutare l’evolversi della situazione.
La Commissione Europea ha finora negato la presenza di casi di contagio all’interno della UE, anche se alcuni casi sospetti sono stati riscontrati in Spagna e in Francia.
In Italia la Farnesina si è finora limitata a sconsigliare i viaggi in Messico e il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio ha rassicurato gli italiani dai microfoni di Radio Capital, affermando che il nostro paese ha dosi di farmaci antivirali in misura sufficiente per fare fronte a qualsiasi sviluppo dell’epidemia.
Sul fronte degli intrecci politico/economici che potrebbero nascondersi dietro l’epidemia, le ipotesi che stanno prendendo corpo, non solo sul web, sono svariate. Molti leggono nella vicenda la volontà si scatenare un’ondata di allarmismo ingiustificato, finalizzato a sostenere l’acquisto di farmaci e vaccini a beneficio del fatturato delle grandi industrie farmaceutiche. Altri mettono sotto accusa le ricerche militari sui virus nell’ambito delle quali l’epidemia di febbre suina potrebbe essere un banco di prova. Altri ancora, soprattutto negli Stati Uniti, guardano ad un’eventuale pandemia come ad un mezzo che potrebbe essere usato dal governo per imporre lo stato d’emergenza, ormai inevitabile di fronte al crollo economico che sta facendosi sempre più grave.
Senza dubbio la connessione fra le presunte pandemie (si pensi alla SARS e all’influenza aviaria) e le fortune finanziarie delle grandi industrie farmaceutiche è qualcosa di assodato al di là di ogni ragionevole dubbio. A questo riguardo risulta quanto mai interessante focalizzare per un attimo l’attenzione sulla multinazionale francese Sanofi - Aventis, presente in più di 100 paesi nei cinque continenti, che nel 2007 ha realizzato un fatturato di 27 miliardi di euro. Sanofi – Aventis risulta essere in Italia la prima azienda farmaceutica a livello nazionale, con un centro di ricerca a Milano e 5 stabilimenti (di cui uno a Scoppito in provincia dell’Aquila) sul nostro territorio ed è risultata fra le multinazionali del farmaco che maggiormente hanno incrementato i propri profitti in conseguenza dell’epidemia d’influenza aviaria. Basti pensare che nello scorso mese di aprile 2008 ha ricevuto dal governo USA un ordinativo di vaccino contro l’aviaria per il valore di 192,5 milioni di dollari.
Per una strana ironia del destino la multinazionale Sanofi – Aventis, lo scorso 9 marzo 2009 ha annunciato, tramite un comunicato stampa, la decisione d’investire 100 milioni di euro nella costruzione di un nuovo impianto per la produzione di vaccini contro l’influenza stagionale e pandemica, che verrà situato proprio in Messico, in virtù di un accordo firmato a Mexico City alla presenza del Presidente francese Nicolas Sarkozy. Nel comunicato si fa inoltre espressamente riferimento alla “preparazione a possibili pandemie influenzali.” Questo scherzo del fato non è però rimasto isolato, dal momento che neppure un mese dopo, lo scorso 2 aprile 2009, la multinazionale Sanofi - Aventis ha annunciato di avere acquistato il produttore di farmaci generici messicano Laboratorios Kendrik, con un giro d’affari annuo di 26 milioni di euro, al fine di migliorare la propria posizione nei paesi emergenti. Acquisizione che consente oggi a Sanofi - Aventis di controllare circa il 15% dell’intero mercato dei farmaci generici messicano.
Come accaduto con la SARS e con l’influenza aviaria, anche l’epidemia di febbre suina che avrebbe già fatto un’ottantina di vittime in Messico e contagiato alcune persone negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda, si manifesta fenomeno estremamente difficile da interpretare. Sia per quanto riguarda le conseguenze che l’epidemia potrebbe avere a livello mondiale, sia per quanto concerne gli intrecci politici ed economici che sempre si muovono sullo sfondo di “allarmi globali” come questo, destinati a traumatizzare pesantemente l’opinione pubblica.
Stando alle ultime notizie la situazione a Città Del Messico, dove l’epidemia avrebbe avuto inizio, risulta piuttosto grave. Le vittime accertate sarebbero 81 e le autorità hanno deciso la chiusura delle scuole e delle università, oltre alla sospensione delle messe in tutte le parrocchie cittadine a tempo indeterminato. Il Messico ha inoltre stanziato un fondo di 450 milioni di dollari per fare fronte all’emergenza.
Anche negli Stati Uniti, dove ancora non ci sono vittime ma si riscontrano 11 casi accertati di contagio, la questione sembra venire affrontata molto seriamente, dal momento che nel pomeriggio è stato dichiarato lo Stato di emergenza sanitario nel corso di un briefing convocato alla Casa Bianca per valutare l’evolversi della situazione.
La Commissione Europea ha finora negato la presenza di casi di contagio all’interno della UE, anche se alcuni casi sospetti sono stati riscontrati in Spagna e in Francia.
In Italia la Farnesina si è finora limitata a sconsigliare i viaggi in Messico e il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio ha rassicurato gli italiani dai microfoni di Radio Capital, affermando che il nostro paese ha dosi di farmaci antivirali in misura sufficiente per fare fronte a qualsiasi sviluppo dell’epidemia.
Sul fronte degli intrecci politico/economici che potrebbero nascondersi dietro l’epidemia, le ipotesi che stanno prendendo corpo, non solo sul web, sono svariate. Molti leggono nella vicenda la volontà si scatenare un’ondata di allarmismo ingiustificato, finalizzato a sostenere l’acquisto di farmaci e vaccini a beneficio del fatturato delle grandi industrie farmaceutiche. Altri mettono sotto accusa le ricerche militari sui virus nell’ambito delle quali l’epidemia di febbre suina potrebbe essere un banco di prova. Altri ancora, soprattutto negli Stati Uniti, guardano ad un’eventuale pandemia come ad un mezzo che potrebbe essere usato dal governo per imporre lo stato d’emergenza, ormai inevitabile di fronte al crollo economico che sta facendosi sempre più grave.
Senza dubbio la connessione fra le presunte pandemie (si pensi alla SARS e all’influenza aviaria) e le fortune finanziarie delle grandi industrie farmaceutiche è qualcosa di assodato al di là di ogni ragionevole dubbio. A questo riguardo risulta quanto mai interessante focalizzare per un attimo l’attenzione sulla multinazionale francese Sanofi - Aventis, presente in più di 100 paesi nei cinque continenti, che nel 2007 ha realizzato un fatturato di 27 miliardi di euro. Sanofi – Aventis risulta essere in Italia la prima azienda farmaceutica a livello nazionale, con un centro di ricerca a Milano e 5 stabilimenti (di cui uno a Scoppito in provincia dell’Aquila) sul nostro territorio ed è risultata fra le multinazionali del farmaco che maggiormente hanno incrementato i propri profitti in conseguenza dell’epidemia d’influenza aviaria. Basti pensare che nello scorso mese di aprile 2008 ha ricevuto dal governo USA un ordinativo di vaccino contro l’aviaria per il valore di 192,5 milioni di dollari.
Per una strana ironia del destino la multinazionale Sanofi – Aventis, lo scorso 9 marzo 2009 ha annunciato, tramite un comunicato stampa, la decisione d’investire 100 milioni di euro nella costruzione di un nuovo impianto per la produzione di vaccini contro l’influenza stagionale e pandemica, che verrà situato proprio in Messico, in virtù di un accordo firmato a Mexico City alla presenza del Presidente francese Nicolas Sarkozy. Nel comunicato si fa inoltre espressamente riferimento alla “preparazione a possibili pandemie influenzali.” Questo scherzo del fato non è però rimasto isolato, dal momento che neppure un mese dopo, lo scorso 2 aprile 2009, la multinazionale Sanofi - Aventis ha annunciato di avere acquistato il produttore di farmaci generici messicano Laboratorios Kendrik, con un giro d’affari annuo di 26 milioni di euro, al fine di migliorare la propria posizione nei paesi emergenti. Acquisizione che consente oggi a Sanofi - Aventis di controllare circa il 15% dell’intero mercato dei farmaci generici messicano.
Il mese di aprile 2009 non è ancora terminato e proprio a Città Del Messico l’epidemia di febbre suina ha iniziato a mietere le prime vittime, scatenando il panico fra la popolazione, resta solo da decidere se credere o meno alle coincidenze.
9 commenti:
Ma guarda che coincidenza...
Il 9 marzo, annunciano l'investimento di 100 milioni di euro per la costruzione di un impianto per la produzione di vaccini contro l’influenza stagionale e pandemica...proprio in Messico...2° coincidenza...
Dopo un mese acquistano un produttore di farmaci della zona, per controllare il mercato...3° coincidenza...
E voilà: scoppia l'epidemia...
Io non credo alle coincidenze (specialmente se ci sono di mezzo le multinazionali), penso che sia poco probabile questa tempistica...
E noi, tanto per essere originali, non abbiamo neanche più il Ministro della Sanità! Alleluja!
Enrica
E basta!
Bastaaaaa!
L'ho scritto alle 18 anch'io (anche se ha data successiva)! Non è possibile!
:P
La gemella misteriosa
Cara Alba,
le coincidenze in effetti fanno sempre riflettere e anche la mancanza di un ministro della Sanità, giustamente messa in evidenza da Enrica, credo rientri nel novero delle casualità.
Cara gemella misteriosa, se la cosa può esserti di conforto anche io intorno alle 18 lo stavo scrivendo.
Vuol dire che abbiamo fatto progressi e adesso stiamo sintonizzando anche i tempi :-)
Articolo diffuso attraverso www.fabionews.info....
Grazie come al solito per i tuoi importanti contributi!
L'Africa e l'India hanno pagato pedaggi mostruosi ai test farmacologici sull'uomo, se non ricordo male si e' discusso parecchio anche sull'HIV e la sua origine (inizialmente chiamata Sindrome del Legionario), alla coincidenza credo tanto quanto all'asino che vola, quasi 11 milioni di abitanti in una sola citta' narcotizzano anche la coscienza di dio e ammortizzano l'investimento iniziale comprando un blister di antistaminici a testa accompagnati dalla mascherina filtraniente.
Quantomeno non hanno sbagliato nome, febbre suina, generata dai porci a due zampe, mi sorge il dubbio che le manipolazioni geniche sui maiali destinati agli xenotrapianti, abbiano trovato l'uscita secondaria verso i profitti il cui tetto e' il cielo.
Tina
Grazie Fabio per la diffusione dell'articolo.
Un grazie anche a Tina per i commenti sempre molto interessanti ed incisivi.
Bravi ! mi è piaciuto l'articolo ! ma il Ministro della Salute non si vede mai ? chi è ? ce lo siamo dimenticato. Si vergogna ?
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