mercoledì 15 aprile 2009

Anno Zero delle libertà


Marco Cedolin
Non sono mai stato un grande estimatore di Michele Santoro, né ho mai considerato le trasmissioni da lui condotte nel corso della sua carriera un esempio da seguire in termini di analisi critica ed obiettiva. Santoro ha sempre fatto giornalismo partendo da un’appartenenza politica ben definita, così come altri in Italia lo hanno fatto e continuano a farlo ispirandosi a posizioni politiche molto differenti, penso a Bruno Vespa, quando non diametralmente opposte, come Emilio Fede.
A prescindere dal livello qualitativo dell’informazione esperita da parte dei vari soggetti, la pluralità di pensiero (che in Italia è sempre stata molto scarsa) dovrebbe stare alla base di qualunque sistema mediatico abbia l’ambizione di considerarsi “libero” e di qualunque formazione politica consideri la “libertà” un valore fondante della propria identità.

Proprio per questa ragione si fatica a comprendere la veemenza con la quale ministri e uomini politici del “popolo delle libertà” si ostinano ad accanirsi contro la trasmissione “Anno Zero” di Santoro, domandandone la chiusura ogni qualvolta all’interno di essa vengono trattati argomenti scottanti, partendo da un’angolazione di lettura differente dalla loro.
Anno Zero non rappresenta sicuramente il punto di arrivo della “buona informazione”, però bisogna riconoscere alla trasmissione di Santoro il merito di avere ricoperto negli ultimi anni il ruolo dell’unica voce dissonante (in comproprietà con Report della Gabanelli che però ha un format totalmente differente) all’interno di un panorama di giornalismo televisivo assolutamente appiattito sulla logica del totale servilismo nei confronti del PDL e del PD. Non è infatti un caso che unicamente nell’ambito di Anno Zero si siano potuti apprezzare servizi e dibattiti sull'argomento rifiuti, sul massacro di Gaza e sulla tragedia del terremoto in Abruzzo, che andassero oltre la cortina di disinformazione portata avanti da tutti coloro che fanno “giornalismo” in televisione.

L’ostinazione a voler cantare fuori dal coro sembra essere costata cara tanto a Santoro quanto al vignettista Vauro, in quanto il direttore generale Rai, Mauro Masi, dando seguito all’indignazione espressa da Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi in merito alla puntata dedicata al terremoto in Abruzzo, ha deciso di prendere provvedimenti.
Vauro sarà sospeso, a causa di una sua vignetta giudicata "gravemente lesiva dei sentimenti di pietà dei defunti e in contrasto con i doveri e la missione del servizio pubblico".
Santoro nella prossima puntata (quella di domani) dovrà in qualche modo condurre una trasmissione che metta in luce le qualità magicali del governo e di Guido Bertolaso, nell’avere gestito al meglio la catastrofe, smentendo di fatto i servizi mandati in onda nella puntata precedente.
Il tutto ovviamente al fine di “riequilibrare” (tacitare sarebbe stato senza dubbio più corretto) il servizio informativo.

Ciò che più stupisce di questa vicenda è come proprio nell’ambito di una tragedia come il terremoto d’Abruzzo, durante la quale è emersa in maniera adamantina la dicotomia fra l'informazione imbavagliata dei grandi media, condita di luoghi comuni, servizi pilotati, assoluta mancanza di senso critico, passerelle politiche e battute di pessimo gusto del Cavaliere e l’informazione libera proposta sul web, dove si sono potute suggere le uniche “notizie” degne di questo nome, con relativi approfondimenti, si sia ritenuto di dover calare la scure della censura proprio nei confronti della sola trasmissione che abbia tentato di avvicinare i due mondi. Uno fatto di plastica e preconfezionato, all’indirizzo di teleutenti che si vorrebbero acritici e supini, l’altro fatto dalla gente e per la gente che vorrebbe capire e comprendere i termini di una tragedia di siffatte proporzioni.
Costringere il conduttore di Anno Zero a mandare in onda una puntata nella quale dovrà dire esattamente quello che in TV dicono tutti gli altri, oltre a manifestarsi come una coercizione assolutamente priva di senso, rappresenta solamente un puerile tentativo di ribadire quale distanza siderale separi ormai l’informazione della TV, dalle persone che i giornalisti televisivi avrebbero la pretesa d’informare pur senza essere in grado di farlo. E a questo riguardo, se si nutrisse la velleità di riequilibrare realmente il servizio informativo, non basterebbero 100 puntate di trasmissioni come Anno Zero, per ottenere qualche risultato in termini di credibilità.

7 commenti:

Alba Kan ha detto...

Penso che il titolo del post precedente andava benissimo: "Senza Vergogna"....Io personalmente ho sempre stimato molto Santoro, non sono in grado di dire SE "parte" da un determinato punto, quale, le sue idee politiche, e in questo contesto, mi sembra inutile chiederselo, perchè se così fosse comunque non basterebbe a creare un equilibrio delle parti...visto che dall'"altra parte"...se la suonano e se la cantano come vogliono. Rimane una sola realtà...come diceva un prof. di Adrian Salbuchi, di cui ora nn ricordo il nome: "Ci sono 2 modi per comandare, o con la polizia ad ogni angolo o con un televisore in ogni casa" Noi abbiamo entrambe le cose...fatevi un pò di calcoli...

alessandro dal canada ha detto...

Finalmente dopo tanto tempo mi trovo in pieno disaccordo con te caro Marco.
Premesso che ho in odio tutta l'oligarchia italiana, credo che Santoro faccia dell'ottimo giornalismo e che abbia dato prova di saper rimestare nella melma di tutta la politica italiana.
Giusto la puntata sulla spazzatura che hai citato tentava di far venire a galla le schifezze dell'espressivissimo bassolino, uomo storico della"sinistra".
Considerato poi il mare in cui si trova a navigare sfido chiunque a far meglio di lui.

Anonimo ha detto...

Mi auguro che non si presti a questa pantomima del "riequilibrio".
Sarebbe dequalificante per se stesso, ho davanti agli occhi la sera che si presento' cantando "bella ciao".
Al di la della stima che si puo' provare o meno, gli si deve dare atto che ha messo in luce piu' cose lui che tutte le reti di stato.
Mi irrita la sospensione di Vauro e la reprimenda su Report, la Gabanelli non scherza, ecco, mi sta irritando questo, si mira a imbavagliare chi ancora non si e' prostrato ai piedi dei vari piccoli zar da poco (sia politici che religiosi) che stanno instaurando la santa inquisizione.
Tina Campolo

Paolo ha detto...

Mi scuso se vado fuori tema. Volevo farle i complimenti per l’articolo sulla decrescita felice che condivido in pieno. Forse il “felice” un po’ meno perché decrescita vuol dire enormi aspettative che saranno deluse dal ridimensionamento epocale che subirà la società industriale da cui disoccupazione di massa, drammi sociali enormi, suicidi, omicidi, disperazione ecc. ecc. Ma anche, forse, la riscoperta di chi siamo e di ritornare ad essere degli esseri umani. Forse. Complimenti e continui così.

marco cedolin ha detto...

Cara Alba,
hai perfettamente ragione, noi purtroppo abbiamo entrambe le cose....

Caro Alessandro,
non c'è nulla di male nel fatto che la nostra stima nei confronti di Santoro sia di tipo differente, dal momento che le persone ragionano sempre con la propria testa e la propria sensibilità.
Sono comunque d'accordo con te sul fatto che considerato il mare in cui si trova a navigare, sarebbe impossibile per chiunque fare meglio di come abbia fatto lui.

Gentile Tina,
Anche a me irrita (e molto)la sospensione di Vauro che oltretutto è professionalmente molto in gamba e non aveva, a mio avviso, assolutamente fatto una vignetta blasfema.
Spero anche io che Santoro non s'inchini alla reprimenda rinnegando il contenuto del proprio lavoro, comunque stasera vedremo.
Quella della santa inquisizione è senza dubbio una metafora che rende il senso :-)

marco cedolin ha detto...

Gentile Paolo,
la ringrazio per i complimenti, sperando di meritarmeli anche in futuro.
Con tutta probabilità la recessione (poichè credo di questo e non di decrescita si tratterà)non sarà felice, in quanto condita da tutti i drammi che lei ha elencato, oltre a molti altri.
Spero comunque anche io che al fondo del tunnel si riescano ad intravvedere gli strumenti per recuperare la nostra umanità che in questo momento sembra essere totalmente sparita.

Un caro saluto
Marco

Marcus ha detto...

Il problema dei nostri politici, da noi, è sempre lo stesso: la polemica non ha per fine ultimo il raggiungimento di un concetto, di un'idea, di una soluzione alla base della diatriba. Se così fosse, infatti, anche il fatto di partecipare ad un programma tv di parte non sarebbe pregiudicante ai fini, poi, di una "sana" ricostruzione di una vicenda. Sarebbero portate obiezioni, si discuterebbe, ma al fine di parlare di fatti concreti, di analizzare, di confrontarsi apertamente per portare un contributo reale al dibattito.

In Italia succede spesso, invece, che alla base della polemica politica ci sia soltanto la voglia di prevalere, di aver ragione, di mettere in minoranza l'avversario, di guadagnare il solito voto in più (perchè no?) anche solo dalla partecipazione ad un programma televisivo. Il fine ultimo non è portare contributi al confronto, ma primeggiare. E per raggiungere questo obiettivo è buono tutto: l'ironia, la cattiveria, il gossip, le finte risposte, le provocazioni e chi ne ha più ne metta. Fatti? Zero! In fondo i fatti andrebbero a beneficio dei cittadini e non loro. E questo non va ai nostri politici...