Marco Cedolin
Mentre la febbre del Family Day sta catalizzando l’attenzione dell’opinione pubblica, che si divide fra fautori e detrattori del penoso siparietto in programma nelle piazze romane, il governo si muove nell’ombra al di fuori della legge, ma anche di quell’attenzione mediatica che preferisce occuparsi di “teatro” anziché della drammatica realtà del nostro paese.
A Serre, nel salernitano, in quella Campania che la camorra di governo ed il governo di camorra hanno ridotto ad un immenso immondezzaio straripante di veleni e sostanze tossiche, dove le patologie tumorali hanno un’incidenza così alta fra la popolazione da suscitare l’attenzione dei ricercatori scientifici internazionali ma non quella di chi sarebbe deputato ad amministrare il territorio, si sta consumando l’ennesimo atto di una lunga saga di prevaricazioni.
Proprio nei pressi di Serre, un paese di 4000 anime in provincia di Salerno, il Commissario straordinario Bertolaso aveva deciso di costruire una delle 4 discariche che dovrebbero liberare il napoletano dal marasma maleodorante di spazzatura conseguente ad una gestione delinquenziale dello smaltimento dei rifiuti, il cui ricco business è stato oggetto di spartizione fra i clan camorristici e la Fibe s.p.a. del Gruppo Impregilo, in un sodalizio ormai di vecchia data con gli uomini della politica.
Nei propositi di Bertolaso la discarica di Valle della Masseria avrebbe dovuto sorgere all’interno di un’oasi di protezione faunistica (area SIC) con svariati vincoli ambientali che si affaccia sul fiume Sele, in tutto e per tutto non compatibile con un’opera di questo genere.
Già nel mese di marzo le forze dell’ordine tentarono di sgomberare con la forza il presidio spontaneo dei cittadini che, insieme al loro sindaco Palmiro Cornetta, si opponevano pacificamente ma con fermezza all’ennesimo scempio ambientale in un territorio già pesantemente martoriato. I manganelli calarono come già accaduto in Val di Susa sulla popolazione inerme ma Bertolaso fu costretto a desistere dal suo proposito. Il Comune di Serre fece ricorso al Tribunale di Salerno e alla fine di aprile il giudice Antonio Valitutti ordinò al Commissario di Governo per l’emergenza rifiuti in Campania, di astenersi dalla costruzione dell’opera, ritenendo il sito non idoneo ad un impiego di questo tipo in virtù del suo valore ambientale. E nell’ordinanza affidò al comando provinciale dei Carabinieri di Salerno il compito di garantire la sicurezza ed il rispetto dell’ordinanza stessa.
Venerdì 11 maggio il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge concernente l’emergenza rifiuti in Campania che di fatto ripropone la discarica di Serre senza curarsi della decisione del Tribunale di Salerno, rendendo pienamente l’idea del grado di sfrontatezza con il quale la politica ormai abitualmente si rapporta tanto con la legalità quanto con i diritti dei cittadini.
Da ieri pomeriggio Serre è una città fantasma, con gli esercizi commerciali chiusi e la popolazione accorsa a presidiare quel sito la cui integrità dovrebbe essere per legge garantita dai carabinieri. Da ieri pomeriggio il governo ha inviato oltre un migliaio di uomini delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa che hanno già tentato un paio di volte senza successo di forzare il cordone dei presidianti per consentire l’accesso delle ruspe.
Cambiano i governi ma non cambia l’arroganza della politica e ancora una volta, come nel dicembre 2005 a Venaus, i cittadini si ritrovano accanto ai propri sindaci per difendere l’ambiente in cui vivono ed il loro diritto ad entrare nel merito delle decisioni che li riguardano. Ancora una volta, come in Valle di Susa, la polizia, i manganelli e gli elicotteri vengono contrapposti alla popolazione pacifica che insieme alle autorità locali sta cercando di far valere i propri diritti, in questo caso oltretutto sanciti da una sentenza del Tribunale. Polizia contro cittadini e sindaci, Governo contro Magistratura, Stato contro Stato in una situazione parossistica che rischia di farsi sempre più incandescente, mentre il circo dell’informazione è impegnato a tenere il conto delle presenze a quel grande evento folkloristico che sarà il Family Day.
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