mercoledì 14 marzo 2007

Dovremo vivere così?


Marco Cedolin
La notizia ha dell’incredibile ma non si tratta di una leggenda metropolitana, bensì della pura realtà.
Un cittadino cinese del quale non si conoscono le generalità ma attribuendogli un nome di fantasia chiameremo “Xiao” ha deciso che la crescita e lo sviluppo non lo avrebbero cacciato dalla propria casa e si è asserragliato per protesta nell’abitazione. L’impresa di costruzioni che ha in progetto lo sventramento di un intero quartiere per costruire un mega centro commerciale, per tutta risposta ha proseguito con gli scavi ed ora la casa del poveraccio si ritrova sospesa con tanto di inquilino su uno spuntone di terra ad 11 metri di altezza sopra la voragine di fango e terra smossa.

La vicenda è avvenuta nella municipalità di Chongquing, situata a monte della zona dove un’infrastruttura ciclopica come la diga delle Tre Gole lo scorso anno ha sommerso 30.000 ettari di terreni coltivati e costretto all’esodo forzato 1.200.000 persone che hanno perso la propria casa ed il proprio lavoro, senza ricevere in cambio alcuna indennità e si ritrovano oggi preda della miseria.

Nel quartiere più popoloso della città, la società immobiliare Chongqing Zhengsheng Real Estate ha deciso di costruire un enorme centro commerciale con annessi centinaia di appartamenti.
Centinaia di cittadini residenti nell’area interessata dal progetto sono stati letteralmente cacciati dalle proprie abitazioni ed invitati a trovarsi un’altra sistemazione, ricevendo in cambio un indennizzo corrispondente al solo valore del terreno che certo non potrà garantire loro un futuro dignitoso.

Xiao ha ritenuto che non fosse giusto essere trattato così, ha rifiutato di cedere la propria abitazione, ha richiuso l’uscio e si è trincerato all’interno della casa, dopo avere chiesto alla società immobiliare un risarcimento di 2,5 milioni di dollari.
La società non ha ritenuto conveniente fermare i lavori poiché ciò avrebbe significato una perdita monetaria ed ha continuato a scavare ancora.
Ora Xiao si trova al centro del cantiere, dentro a un eremo sospeso ad 11 metri da terra e un portavoce della società immobiliare ha garantito che prima o poi scenderà poiché le sirene della crescita e dello sviluppo sono molto più forti di qualunque diritto della persona.

L’ostinazione di Xiao, novello Donchisciotte, che non vuole accettare che qualcuno abbia programmato per lui un futuro fatto di stenti e povertà, fotografa in maniera sorprendente tante situazioni della nostra contemporaneità di uomini moderni che rifiutano i soprusi camuffati da progresso.
Quanti Xiao anche in Italia hanno provato a non “scendere” dalla propria casa nel Vajont, così come nei nodi cittadini della linea TAV di Bologna e Roma, e quanti non sono ancora scesi come in Valle di Susa. Quanti Xiao ci vorranno ancora perché si comprenda che non esiste progresso costruito calpestando la dignità delle persone.

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