sabato 18 ottobre 2003

Abbiamo scelto il letargo del pensiero

Marco Cedolin

Si percepisce una strana sensazione nell'aria umida che già parla di autunno, nelle giornate che si accorciano, nelle foglie ingiallite che frusciano nei viali sballottate dal vento come le nostre coscienze.
Rassegnazione è una brutta parola, poichè sottende una resa incondizionata, un disimpegno, un lasciarsi vivere, ma proprio di rassegnazione sembrano permeati gli ultimi mesi di questo anno che sta per finire.
Dopo l'overdose d'informazione, d'impegno sociale, di rabbia genuina, ingenerata dall'invasione dell'Iraq, dopo l'indignazione per i "colpi di mano" con i quali il governo del cavaliere ci ha resi sempre più vicini agli Stati Uniti ma sempre più lontani dall'essere un paese democratico, ecco subentrare pian piano una sensazione di resa all'ineluttabilità, quasi fossimo noi tutti seduti in galleria a vedere un film che possiamo giudicare ma non ci riguarda certo personalmente.

Le bandiere della pace ancora appese a qualche balcone sono fantasmi ingialliti, malinconici simulacri d'inutilità, nonostante l'indignazione popolare la guerra gli americani l'hanno fatta comunque nei modi e nei tempi che desideravano, il nostro paese li ha appoggiati ideologicamente e materialmente e l'occupazione persisterà fintanto che la cosa garberà a Bush e compagni, l'ONU non esiste più ma siamo in molti a pensare non sia in effetti mai esistita.

Sharon continua ad applicare la pena di morte generalizzata a suo insindacabile giudizio verso il popolo palestinese ma a quella grande istituzione democratica che è la UE di questi genocidi non importa assolutamente nulla.

Il mondo del lavoro è stato oggetto di una rivoluzione epocale attraverso la quale al lavoratore possono essere imposte vessazioni di ogni genere ma nessuno ha dimostrato seriamente di essersene accorto.
Le agenzie interinali, vere sanguisughe abbarbicate sulla pelle dei poveri stanno nascendo come funghi velenosi e il loro veleno si chiama "ricatto", ma i media non ne fanno menzione e va bene così.

Il mondo della scuola è stato stravolto, il ruolo dei docenti trasfigurato nella sostanza e nel merito ma se si escludono le proteste di insegnanti e presidi direttamente coinvolti nel proprio “particulare”, all'italiano medio dell'istruzione pare non importi proprio nulla.

Il sistema televisivo è stato radicalmente cambiato, per compiacere un singolo individuo, con il solo effetto di peggiorare un insieme di meccanismi che già erano un vero e proprio coacervo di difetti....ma daltronde se hanno deciso così che ci si poteva fare?

Il lodo Maccanico ha concesso "l'impunità" a chi stava per essere ormai condannato dopo indagini e processi dai tempi biblici ma l'indignazione si è subito smussata in un rassegnato storcere la bocca.
Qualcuno di voi ha avuto più notizie del fantomatico referendum per abrogare la "grazia"? Probabilmente c'era il rischio di vincerlo e la cosa non sarebbe convenuta a nessuno.

L'ultimo regalo è la riforma delle pensioni, dove la parola "riforma" somiglia tanto a "soppressione", ovviamente differita nello spazio e nel tempo.
I sindacati hanno promesso 4 ore di sciopero generale e questo sicuramente risolverà tutto, uomini e donne una mattina in piazza coi fischietti ad ascoltare gli interventi di quei leader che hanno deciso di affossare l'art.18 (quel referendum si sarebbe comunque perso perciò si poteva farlo senza alcun problema).
Sarebbe più serio consigliare ai lavoratori di accaparrarsi qualche dose di gerovital e raccomandarsi alla grazia del buo dio.

Per precisione cronologica dovrei anche dire quattro parole sulla boutade del camerata pentito Fini Gianfranco che dopo aver esternato amore folle per la banda Sharon si erge oggi come il paladino degli immigrati, di colore e non, perlomeno di quelli che hanno un certo reddito e non si sono mai goduti le patrie galere, con la speranza forse un pò utopistica che folgorati dal tricolore votino per lui.

Tornando a guardare fuori dalla finestra il cielo brumoso dell'autunno, ciò che maggiormente mi preoccupa non è la confraternita di personaggi asserviti al dominio delle multinazionali, i Bush, i Berlusconi, gli Aznar, i Blair e tutti gli altri benefattori dell'umanità che non ho citato esistono ed esisteranno sempre laddove ci sia da lucrare sulle spalle altrui.
La vera preoccupazione mi sorge dal fatto che ci stiamo abituando ad ogni genere d'ingiustizia sociale e di prevaricazione.
L'apparente mancanza di mezzi tangibili utili a veicolare la nostra protesta ci sta chiudendo nella prigione dell'incomunicabilità.
L'accettazione rassegnata dell'ineluttabile è proprio il mezzo scelto dai globalizzatori mondiali per avere carta bianca su ogni fronte.Non mandiamo in letargo le nostre coscienze, perchè in primavera, al risveglio potrebbe essere troppo tardi per dare corpo alla nostra voce.

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