venerdì 11 aprile 2003

Tele Baghdad

Marco Cedolin

In tutte le città dell'Iraq "liberato" dalla dittatura il caos e l'anarchia regnano sovrani nelle strade. La"libertà" ritrovata, anzi imposta con la forza si sta materializzando sotto forma di saccheggi, atti di vandalismo, regolamenti di conti, sopraffazione, in una sorta di continuum temporale con i bombardamenti selvaggi che ne sono stati il vettore.
All'interno di questa babilonia di morte, così lontana dal baccanale celebrativo entrato nelle nostre case una sola certezza sembra concretarsi e divenire fatto compiuto.

Gli Iracheni cui è stata tolta l'acqua, la dignità e la propria patria avranno da oggi una nuova TV. A renderli edotti di questo tempestivo regalo ci ha pensato nientemeno che G.W.Bush in persona il quale svestiti i panni del gringo che colpisce e terrorizza si è proposto quale presenza salvifica apparendo negli schermi della neonata cnn d'Iraq.
Con tanto di sottotitoli in arabo, bisogna essere comprensivi verso questi mussulmani che ancora devono imparare la lingua, il presidente si è rivolto direttamente al popolo. Ostentando fermezza, ma anche inusitata bonomia ha spiegato a tutti che grazie al suo altruismo ora finalmente sono liberi, possono parlare, cantare, esprimere le proprie opinioni, guardare la sua Tv. Ha ribadito che l'invasione americana è solo funzionale all'assimilazione di una filosofia democratica, cosa che in un paese a tal punto imbarbarito richiederà un pò di tempo, ma raggiunto il nobile scopo l'esercito se ne andrà.

Peccato solo in pochi abbiano potuto assistere al soliloquio del liberatore, che redente le forze del male promette futuri intrisi di felicità.
Molti Iracheni non hanno più l'elettricità e neanche un televisore funzionante, nè un salottino dove guardarlo, nè una famiglia con cui condividere lo spettacolo, neppure la voglia di cantare e in quanto a esprimere le proprie opinioni poi....

Il suo senso dell'umorismo è troppo sottile presidente per dei poveri arabi che caracollano sbandati dentro a città fantasma.
Dopo la TV arriveranno anche l'acqua, gli aiuti umanitari, la ricostruzione, le libere elezioni a bipartito unico come in occidente e allora ecco che il piccolo schermo potrà espletare appieno quel ruolo di orientamento delle masse che è il suo scopo precipuo.
Ma probabilmente lei presidente starà già catechizzando altri novelli liberati, dagli schermi di Tele Damasco.

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